43 - Nash Keller - Fairy Tale

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Steve è pronto ad agire, lo conosco da anni e riesco facilmente a rintracciare nella sua andatura rigida la conferma di tutti i miei timori. È nervoso, non vorrebbe essere qui, non vorrebbe trovarsi nella condizione di dovermi uccidere se solo faccio un passo falso. Eppure non fa assolutamente niente per perorare la nostra causa con quello che considera il suo padrone, si limita - e sono certo di non sbagliarmi - a pensare che sia tutta colpa mia se siamo arrivati a questo punto. È quello che deve essersi detto anche la sera in cui il Sempiterno è stato fatto saltare in aria.

<<Hai azionato tu l'esplosivo?>>

Cox mi lancia un'occhiata confusa, ha paura, ne ha moltissima, le è calata addosso tutta insieme quasi come il progredire di questo tempo incerto, in grado di rendere la vegetazione intorno al tempio di Zhen quasi grigia.

Si, Earnestine deve essersi resa conto per la prima volta di quanto davvero stia rischiando.

<<Non essere paranoico, >> è la risposta di Steve.

Zhen guida il gruppetto, si volta verso di noi.

<<Non vorrete mettervi a litigare, non è così che funziona tra fratelli. Lasciate le vostre questioni personali fuori da qui. A proposito di quella sera, avevi passato il segno Nash, speravo di non arrivare a tanto, davvero, fino alla fine ho pensato di poterlo evitare, ma ballare con lei davanti a tutti, umiliarmi... e baciarla, insomma... che cosa pensavi che sarebbe successo? Che vi avrei augurato ogni felicità?>>

Ora Cox cammina guardando davanti a sé. Sono certo che stia realizzando quanto il suo sacrificio sia stato inutile, che non valeva la pena di arrivare fin qui solo per darmi il benservito. No, non me la sono mai bevuta la scusa del suo spirito caritatevole.

<<Quindi solo perché avevi paura che lei avrebbe scelto me hai semplicemente preferito fare tabula rasa?>>

Passiamo sotto l'archetto dell'ingresso.

<<Once upon three times...>> Legge Earnestine.

Zhen le rivolge un sorriso soddisfatto, quello che riserverebbe ad un'alunna particolarmente meritevole.

<<Esattamente.>>

Le si avvicina, un po' troppo per i miei gusti.

<<Cosa significa?>> Gli domanda infine puntando i suoi occhi verdi addosso a lui.

Guardo l'iscrizione a mia volta, incisa sulla pietra, proprio sotto la bocca spalancata di un leone che sembra in procinto di inghiottirti è perfettamente in stile col gusto gotico di questa casa assurda.

<<Che non si accontenta mai,>> dico al suo posto, <<che niente è mai abbastanza per lui.>>

Steve mi stringe il polso.

Once Upon Three TimesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora