31 - Nash Keller - The Chasm

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Tre anni prima

<<Devo parlare con lui.>>

Steve si limita a fare un piccolo, accennato no con la testa.

<<Steve, dannazione! Come fai a non capire, come diavolo fai?>> Faccio un respiro e mi guardo intorno, ci siamo dati appuntamento in un parchetto del cazzo come due spacciatori. Steve finisce di fumare la sigaretta e poi spegne il mozzicone sotto la scarpa come se avesse tutto il tempo del mondo, tempo che però, in realtà, non c'è.

<<Keller, sei tu che non capisci, che non hai mai capito.>>

<<Lei mi ama, mi ama e io... senti, immagina per un momento che quel pezzo di merda abbia Odine, come ti sentiresti?>>

Gli occhi chiari di Steve sono attraversati da un lampo di divertimento.

<<Gli direi di tenersela e anche i bambini, sarebbe fantastico. Il più piccolo non fa che urlare ininterrottamente tutta la notte, il mio sogno è dormire come si deve.>>

Un operatore ecologico ci passa vicino, ha in mano una specie di racchetta con una pinza alla fine della stecca con cui raccoglie le cartacce e i rimasugli di vari tossici. I miei occhi finiscono su un paio di siringhe e sulla confezione, ovviamente vuota, di metadone. Ripenso a quella specie di aiuto che ho tentato di dare a Rob procurandogliene diverse scatole nella speranza, come continuava a rassicurarmi lui, che servissero per smettere. Tutte cazzate. Come quelle di cui mi ha riempito la testa Scaliota. Come quelle di cui mi sta riempendo la testa Steve.

<<Non sto scherzando. Guardami, ti sembra che scherzo?>>

<<Keller... >> attacca, si appoggia al muretto e si sgranchisce le braccia, tutte mosse che servono a Steve per prendere tempo, per trovare il modo di dirmi che no, lui non ha nessuna intenzione di mettersi nei guai per me. <<Sii, ragionevole. Noi non sappiamo che lei voglia davvero essere aiutata. Ti ho detto cosa ho visto, no? Era al Sempiterno con lui, al tavolo con lui. Lo so che è difficile da accettare, posso capirlo, so che era una specie di tuo grande amore...>>

<<Lo è, lo è ancora...>> Presente, cazzo, Steve, ho bisogno del presente non certo del passato.

<<Ok, lo è, lo è, calmati. Ma hey, gli amori finiscono e bisogna farsene una ragione. Pensa a me e a Odine,  mi piacciono le donne che Scaliota mi mette a disposizione, lo sai che ultimamente ho perso anche io la testa per una di loro? Dovrei sentirmi in colpa? Provo ad essere un bravo marito, un buon padre, non faccio mancare niente ai miei figli, a mia moglie, ma le cose cambiano. Le cose vanno avanti e dovresti farlo anche tu.>>

<<Ha mangiato?>>

<<Che?>> Steve si gratta la testa e mi guarda come se fossi impazzito.

Once Upon Three TimesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora