Capitolo 28

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Perfetto.

La situazione tra me e Jimin non era cambiata, mi trattava ancora come gli era solito fare.

Senza di Suga invece tutto era diventato più triste e monotono.

Ogni volta che mi vedeva mi evitava, forse avevo davvero esagerato usandolo per vendicarmi di Jimin. Solo che non avevo capito perché mi avesse posto quella domanda.

La mattina dopo scesi al piano di sotto e mi buttai sul divano avvolta dal mio morbido pigiama a forma di orso.

Quanto l'adoravo.

Accesi la TV e iniziai a guardare qualche cosa quando sentii dei passi che scendevano le scale.

Era Jimin.

Rimasi immobile a fissarlo sconcertata.

Dopodiché arrossii velocemente diventando quasi bordò.

Anche lui era in pigiama, se si poteva chiamare così.

"Buongiorno." Disse lui sbadigliando. Io presi un cuscino e glielo tirai addosso.

"Mettiti qualcosa addosso!" Urlai imbarazzata mentre lui mi guardava stupito.

"Ho i boxer." Dichiarò lui ridendo.

"VATTI A VESTIRE!" Esclamai diventando sempre più rossa. Jimin mi scrutò lentamente e poi scoppiò in una fragorosa risata.

"Che c'è? Perché sei rossa? Ti fa qualche effetto questo sexy Jimin?" Chiese lui divertito.

Scossi la testa e lo guardai malissimo. Diciamo che intanto la parte pervertita di me si stava mettendo al lavoro. Ma insomma, come non si poteva pensare male guardando il suo corpo? Era così perfetto.

Lui ancora più divertito mi affiancò sul divano e mi abbracciò talmente forte da farmi male.

"SCEMO! MA CHE COSA STAI FACENDO?!" urali in preda alla rabbia.

"Che c'è di male? Sei il mio piccolo orsacchiotto." Sussurrò lui con la faccia pervertita di un tempo.

Perché non riuscivo a riprendere il mio colorito naturale?

Certo che era bravo a rompere le scatole.

Mi alzai staccandolo da me e corsi di sopra con il cuore a mille. Che gran bastardo.

JIMIN'S POV

Smisi di ridere quando la vidi sparire per le scale. Non ci voleva.

Il modo in cui mi aveva guardato non mi piaceva per niente, si stava innamorando di me.

Anche se non mi era dispiaciuto quel rossore sulle sue guance non potevo accettare di ferirla.

Ad un tratto mi accorsi del suo telefono poggiato sul tavolino davanti a me. Non ci pensai nemmeno un millisecondo prendendolo e controllando tutte le sue chat con un malvagio ghigno in faccia.

Living with BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora