Capitolo 46

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Non poteva andare a finire così.
Dove stava andando?

Avevo paura per lui.

Guardai un'ultima volta Jungkook scocciata e poi mi catapultai di fuori per rincorrere Suga.

Una marea di sensi di colpa affiorarono nella mia mente, aveva capito male.

Perché dovrei anche solo sfiorare Jungkook? Non mi importava di lui.

In quel momento volevo solo evitare di ferire ancora di più l'unica persona che mi era stata accanto.

Continuai a correre per la collina totalmente invasa dal buio. Cavolo, non vedevo niente.

Cercavo ovunque, in qualsiasi angolo il mio occhio sapeva raggiungere.

Finché non inciampai su qualcosa, forse una radice, forse una pietra, cadendo di faccia in mezzo al prato.

Sentii un improvviso dolore alla fronte. Sembrava quasi che mi avessero sparato provocandomi un enorme buco poco più sopra l'occhio.

Avevo urlato come una femminuccia.

E no, non faceva assolutamente ridere.

Mi alzai a sedere portando una mano al mio sopracciglio. Quando la vidi imprecai: era piena di sangue.

Le vertigini iniziarono ad offuscarmi la vista.

Cavolo, il sangue non ci voleva.

Vidi una sagoma incappucciata correre verso di me. Era Suga.

Sicuramente aveva sentito il mio urlo, la cosa che mi rese più triste in quell'istante fu la sua faccia.

Talmente preoccupata, impaurita e sudata, solo per paura di vedermi in quello stato.

Non me lo meritavo.

Soprattutto non da lui.

Iniziai a vedere tutto sfogato mentre si avvicinava sempre di più al mio corpo che ancora si sorreggeva debolmente.

L'ultima cosa che vidi fu la sua faccia a pochi centimetri dalla mia.

L'ultima cosa che sentii furono delle calde lacrime cadere sul mio viso.

L'ultima cosa che pensai fu Jimin. Dov'era? Stava dormendo tranquillamente nel suo letto mentre io svenivo a poca distanza dalla villa?

Avevo bisogno di lui.

Poi caddi completamente nell'oblio.

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