Capitolo 47

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Avevo pensato a quello scemo.

QUANTO ERO STUPIDA?

Sarei dovuta bruciare all'inferno insieme a lui.

Perché Suga si era innamorato di una come me?

I miei pensieri furono interrotti da alcune lontane voci che mi rimbombavano nella testa.

"Avreste dovuto portarla da un dottore!"

Era la voce di Jimin.
Era là? Me lo stavo immaginando?

"Eravamo nel panico più totale, stai tranquillo, si risveglierá di sicuro."

Questa volta era stato Rapmon a parlare.

"Se non si sveglia entro oggi farò sì che facciate la stessa fine anche voi!"

Urlò di nuovo lo scemo.

Io vedevo nero. Di cosa stavano parlando?

Non capivo più nulla. Sentii una porta sbattere violentemente.

Qualche ora, minuto o secondo dopo una leggera luce cominciò a manifestarsi nella mia mente.

Ed insieme, tutti i ricordi della sera prima.

Finalmente aprii gli occhi scioccata. Avevo sbattuto la testa, giusto.

Appena mossi una gamba sentii un peso su di essa.

Faticosamente alzai la testa.

C'era Jimin accanto al mio letto, era seduto su una sedia, la sua testa era poggiata sulla mia coscia.

Era addormentato.

Quanto era adorabile senza l'espressione perversa di sempre?

Sorrisi intenerita dalla sua guancia schiacciata contro la mano e la bocca aperta in una smorfia.

Carino.

Mentre lo fissavo lui cautamente aprii gli occhi puntati direttamente su di me.

Poi li spalancó saltando in piedi.

"Sei sveglia!" urlò ridendo come un pazzo.

Io turbata mi portai una mano alla testa scansando il panno che ci avevano messo.

Era meglio prima.

"Hai fame?! Vuoi bere?!" gridò lui entusiasta.

"Smetti solo di urlare." sbottai io.

Giardai i suoi occhi e ci trovai una delle sue espressioni più pervertite.

"O vuoi qualcos'altro?" chiese sogghignando.

Sbuffai alzando gli occhi al cielo e provai a mettermi seduta quando Jimin mi ributtó giù spingendomi per una spalla.

Eh?

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