Capitolo 58

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Iniziai a esaminare le mie mani come se fossero la cosa più interressante in quella stanza e non dissi nulla.

Lui sospirò e si alzò in piedi, così lo imitai incuriosita.

"Non puoi dirlo e basta?" domandò rivelando un po' di arrabbiatura.

Poi i suoi occhi iniziarono di nuovo a mostrare lucidità.

Lo imitai scoppiando a piangere e poi lo abbracciai circondando il suo collo con le mie braccia.

"Suga, ti voglio bene, sei il mio migliore amico." affermai tra un singhiozzo ed un altro.

Lui mi afferrò dalla vita e mi strinse a sé poggiando la sua testa sulla mia spalla.

Dopo alcuni secondi, che mi sembrarono ore, lui si staccò da me e mi fissò dritta negli occhi.

Quanta tristezza racchiusa in quegli occhi.

"Mi dispiace tanto." ammisi distogliendo lo sguardo.

"Anche a me." cominciò serio cercando di riprendersi. "Ma in fondo già lo sapevo."

Portó una mano alla mia guancia e la accarezzó dolcemente, dopodiché sorrise.

"L'ultima volta che posso toccarti in così è questa, non è vero?" chiese malinconico.

"Esattamente." esclamò una voce dietro di noi.

Mi girai e vidi V e Jimin entrare nella palestra.

Non c'era una volta in cui lo scemo non si mettesse in mezzo.

Mi asciugai la faccia con le maniche della felpa mentre i due mi guardavano straniti.

Quando arrivarono anche gli altri mi andai a sedere in un angolo e iniziai a lavorare seriamente.

Presi un blocco per gli schizzi e inziai a disegnate qualche outfit con molta difficoltà, dato che Jimin non smetteva un secondo di fissarmi preoccupato. Non mi interessava far pena a qualcuno.

Volevo solo fare il mio lavoro.


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