Capitolo 53

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Ebbi il coraggio di tornare nella camera da letto solo dopo che gli altri membri della boy band finirono il lavoro.

Nella stanza c'era parecchio casino, chi parlava delle nuove canzoni, chi litigava per la coreografia e chi faceva altro.

Poi c'eravamo io e Jimin.

Qualche volta gli lanciavo un'occhiata fuggitiva, con l'intenzione di non esser vista, ma lui se ne accorgeva e sogghignava facendomi l'occhiolino.

Ed io diventavo rossa.

Okay, era ovvio. Qualcosa tra di noi era cambiato, all'inizio non avrei mai provato imbarazzo per la perversione di quello scemo. Invece ora, non riuscivo a non pensare a lui.

Perché così ad un tratto mi importava di quell'essere spregevole?

Mi voltai nuovamente verso di lui.

Questa volta non era attento al mio sguardo, stava litigando con V per chissà che cosa.

Poco prima di rigirarmi, solo per un secondo notai qualcosa.

Mi ero completamente dimenticata della catenina al suo collo. La metteva sempre. Prima o poi avrei dovuto chiedergli cosa ci facesse il mio anello attaccato al suo petto.

Quando alzai lo sguardo notai Suga seduto sul letto che mi scrutava nervoso. Appena mi vide distolse lo sguardo e sbuffó annoiato.

E lui?

Avrei dovuto trovare un momento per parlargli, il più presto possibile.

Mi voltai ancora.

Dopodiché sbarrai gli occhi.

Jungkook si era tolto la maglietta e aveva iniziato a contemplare i suoi muscoli davanti allo specchio. Io ci rimasi un po' confusa, ma il mio sguardo non si spostò nemmeno per un secondo dal suo petto.

Forse Jimin mi stava contagiando.

Comunque lo scemo se n'era accorto, appena vide la mia espressione si alzò anche lui mettendosi davanti al riflesso.

Si tolse la cannottiera e mostró i suoi addominali soddisfatto mentre attraverso allo specchio cercava il mio volto per cogliere le reazioni che mi stava provocando.

E, in effetti, un'essere più rosso di me non esisteva.

Cavolo.

Sarei riuscita a fermarlo la prossima volta che mi avrebbe toccata? O forse, la domanda più adatta era: Avrei voluto?

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