Capitolo 39: Possessione

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– Che cosa ci fai tu qui? - sbottò Fabian, quando ebbe aperto la porta. Incrociò le braccia sul petto, inarcando un sopracciglio. - Non dovevi partire nella tua ricerca suicida?

– Sarei dovuto partire, ma ora non è più necessario. - biascicò Teddy, ancora scombussolato per l'incontro con Valerie.

Lo sguardo pungente di Fabian si spostò su Timothy, che si fece piccolo piccolo. Se Valerie irradiava, rendendo bollente l'aria attorno a sè, quel tipo secerneva azoto liquido. Tutto in lui era raggelante, soprattutto quegli occhiacci neri. Timothy faticava a credere che lui e Teddy potessero essere anche solo cugini di sesto grado.

– E questo chi è? - sbottò Fabian, squadrandolo dall'alto in basso.

– Si chiama Timothy Black. E' il ragazzo che vedevo sempre nei miei incubi. Ha un disperato bisogno di aiuto.

– E tu sei venuto da me?

– Non sapevo dove altro andare! - gemette Teddy.

Lui lo fissò in silenzio per un lungo, tremendo istante, poi sibilò:

– Non ho intenzione di farmi coinvolgere.

– Ti prego, Fabian! Non so a chi altri rivolgermi. Se non facciamo qualcosa, moriranno delle persone innocenti e Timothy non riuscirà mai a liberarsi dal suo demone.

Fabian, di spalle, si immobilizzò, per poi voltarsi.

– Hai detto demone?

– Sì.

– Che genere di demone?

– Non lo sappiamo. E' proprio per questo che siamo venuti da te. - disse Teddy, facendosi speranzoso. - Possiamo entrare?

Fabian lo guardò come se fosse stato un'indicibile seccatura.

Con un gesto stizzito, si fece da parte.

– Oh, grazie! Grazie, Fabian, sapevo di poter contare su di te! - esclamò Teddy, stringendolo in un abbraccio spacca costole.

– Mollami, o mi spiegazzerai la giacca. - brontolò Fabian, annoiato.

Teddy lo lasciò andare e lo superò quasi trotterellando per la gioia. A Timothy parve di scorgere l'ombra di un sorriso sul volto spigoloso di Fabian, che si affrettò a ricomporsi.

– Avanti, che aspetti? - disse, facendogli cenno di seguirlo.

Entrarono in salotto, dove c'erano Naxos e Zoe, seduti sul tappeto davanti al caminetto. Stavano giocando a dama. Non appena videro Teddy, gli andarono incontro, abbracciandolo.

– Zio! - esclamarono, felici. - Ma non dovevi partire?

– Per adesso il mio viaggio è rimandato. - rispose Teddy, stringendoli fra le braccia a sua volta. Accarezzò le loro testoline blu, senza riuscire a smettere di sorridere. - Anche a me fa piacere vedervi.

– Tu e papà avete risolto i vostri problemi? - sussurrò Zoe, scrutandolo con i suoi occhioni pervinca.

– Ci sto lavorando su. - mormorò Teddy, facendole l'occhiolino.

– Come mai sei qui? - lo interrogò Naxos. Indicò Timothy, che sembrava imbarazzato. - E chi è quel tipo?

– Si chiama Timothy Black. E' venuto qui in cerca di aiuto. Io e vostro papà cercheremo di dargli una mano.

– Adesso basta. - sbottò Fabian, indicando loro le scale. - Andate in camera vostra. Io, zio Theodore e Timothy dobbiamo parlare in privato.

– Di cosa si tratta? - fecero i gemelli, eccitati. - Magia nera? Demoni? Immortali?

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