Il cielo della dimensione degli Angheloi, illuminatosi nella dolce luce dell'alba, prese delle violente sfumature di rosso e nero, tingendosi del colore del sangue.
Raven attendeva in piedi su una roccia, il viso rivolto verso il nemico, incurante del fetore e del calore portati dal vento che precedeva le legioni. Poco dietro di lui c'erano Kalfer e i suoi compagni rimasti. Non erano più di una cinquantina, ricoperti di graffi e acciacchi, per quanto avessero cercato di curarsi durante la notte. La lotta del giorno prima li aveva provati troppo, senza lasciargli le energie necessarie per sanare le ferite.
Tuttavia su nessuno dei loro volti c'era traccia di paura. Osservando il mutevole tsunami che si stava dirigendo verso di loro avevano già realizzato di non avere alcuna speranza. Però era molto meglio morire in piedi, stringendo le lame fino all'ultimo respiro, piuttosto che implorare pietà di fronte a quell'orda irriducibile, che li avrebbe uccisi in ogni caso.
In mezzo a quel brulichio emerse la figura di Lucius, la punta di diamante. Aveva un'espressione di esaltata ferocia e nell'enorme mano destra brandiva una mazza d'acciaio. Al suo fianco, un punto bianco: Annis, avvolta nella veste candida che fluttuava attorno a lei come un fiore al vento.
Un fremito di tensione percorse le fila degli Immortali e Raven alzò una mano per intimargli di mantenere la calma.
– Sai cosa fare. - disse a Kalfer, per poi lanciarsi verso l'orda con un grido, il pugnale alzato.
Si diede la spinta necessaria a raggiungerli con le ali e, come una cometa, si avventò sul re dei demoni. Gli altri Immortali lo seguirono imitando il suo esempio. Sarebbe stato uno spettacolo stupendo, una pioggia di stelle al confine della Via Lattea, se non si fosse concluso con un urto di lame contro artigli.
Raven colpì Lucius con il pugnale, staccandogli di netto una delle corna, che volò e si conficcò a terra, impalando un paio di demoni. Quell'aggressione fece perdere l'equilibrio al re, che, con la sua enorme mole, rotolò nella polvere, polverizzando diversi compagni.
Raven atterrò con grazia, mentre Lucius si scrollava di dosso i loro resti come se fossero stati semplici moscerini. Il Creatore non volle dargli il tempo per riorganizzarsi e, veloce come una saetta, lo colpì diverse volte. Tuttavia, per quanto potessero essere gravi i colpi inferti, restavano pur sempre di minore entità, paragonati alla stazza di Lucius.
Il re dei demoni cercava invano di afferrarlo, ormai in balia della propria furia. Era lento e goffo, ma Raven sapeva che, se fosse riuscito ad afferrarlo, sarebbe stata la fine. La forza che aveva nelle mani era in grado di stritolare la roccia, figurarsi il corpo di un Immortale. Per quanto potesse essere bravo nel rigenerarsi, non avrebbe mai potuto guarire tutte quelle ferite in un solo momento.
Tuttavia Lucius aveva tutto il tempo del mondo, e, prima o poi, Raven avrebbe finito per stancarsi. Era inevitabile.
Raven in quel momento avvertì la terribile sensazione di vuoto cui ormai si stava abituando, e che diventava sempre più intensa ad ogni Creatore che veniva ucciso. Qualcuno di loro era morto.
Annis...? pensò Raven, speranzoso. Se Kalfer era riuscito ad ucciderla avevano una possibilità.
Ma, nel voltarsi, intravide lo svolazzo della sua veste bianca.
No... non può essere...
Per un istante si lasciò prendere dal panico e quella lieve distrazione fu sufficiente a Lucius per intercettare la sua rotta, colpendolo con una zampata.
Raven riuscì ad evitare solo in parte l'urto, e deviò il suo percorso per non compiere un atterraggio troppo disastroso. Quando toccò terra, rotolò nell'erba per diversi metri.
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La Via delle Rune [completa]
FantasyGli Immortali sono un popolo illuminato, la legge del cosmo. Asessuati, vivono di puro intelletto, e non cedono agli istinti più bassi. In effetti, di istinti sembrano non averne affatto. Questi si sono concentrati interamente nei demoni, il loro op...