Una voce lo chiamava.
Fabian emise un mugolio, tentando di scacciarla. L'unica cosa che voleva era dormire, ma lei non accennava a lasciarlo in pace.
– Lasciami stare... - bofonchiò, girandosi su un fianco.
Temo di non poterlo fare, mormorò Aides.
Una lieve scossa attraversò il suo corpo e Fabian si ritrovò completamente sveglio e consapevole.
– Mi hai abbandonato nel momento del bisogno! - sussurrò, furibondo. - E se mi avessero tagliato la gola? Mi odi a tal punto da essere disposto a sacrificarti pur di farmi fuori?
Quanto sei egocentrico. Davvero pensi che sarei disposto a suicidarmi per eliminarti?, sbuffò Aides, seccato. Per me non significhi nulla. Non ti amo, non ti odio. Mi sono ritirato dalla tua mente solo perché, se gli Immortali mi avessero percepito subito, ci avrebbero uccisi senza lasciarci il tempo di parlare. Voglio uscirne vivo tanto quanto te. Non ti giocherò alcun tiro mancino, finché saremo qui. Ti ho già dato la mia parola.
– La prossima volta cerca di condividere con me i tuoi piani, per favore. - disse Fabian, in tono più morbido. Se l'istinto di autoconservazione era tanto forte in Aides, allora riteneva di non correre il pericolo di essere pugnalato alle spalle da lui, sebbene si dovesse sempre diffidare delle parole di un demone.
D'accordo, lo farò, sospirò lui, annoiato.
Fabian annuì e solo in quel momento si guardò attorno.
Era seduto su un gradino di marmo, all'interno di una grande stanza. Il soffitto sembrava assente e sopra le loro teste c'era solo un cielo notturno tempestato di stelle, ma qualcosa gli diceva che si trattava di un'illusione.
La stanza era colma di tavoli, ricoperti da varie carte, libri d'ogni genere, pietre colorate, tavolette in vari minerali, carte geografiche, calamai con inchiostro, mappe astronomiche e astrolabi. E quella era solo una piccola parte di tutti gli oggetti che c'erano lì dentro. Molti di essi Fabian non sapeva identificarli e non aveva idea di quale funzione svolgessero.
Quella era senza dubbio la dimora di uno studioso.
Fabian, affascinato, si alzò in piedi e, dopo un momentaneo cedimento delle ginocchia, riuscì a camminare in linea retta. Si aggirò fra i tavoli, sbirciando gli appunti scritti in alfabeto Futhark. Lui non lo sapeva leggere, ma forse Margaret avrebbe potuto farlo. Avvertì dentro di sè la frenesia che lo prendeva quando si trovava di fronte all'ignoto. Tanta conoscenza concentrata in un unico luogo lo emozionava.
Uno strumento in argento costituito da molti cerchi concentrici che fluttuavano pigramente l'uno dentro l'altro attirò la sua attenzione.
Fabian si avvicinò, con l'intenzione di esaminarlo meglio.
– Attento. Non è un giocattolo. - disse una voce severa alle sue spalle.
Fabian sussultò per lo spavento e urtò lo strumento con il gomito, nel voltarsi. Si sarebbe schiantato a terra, se una mano pronta non l'avesse attirato a sè.
L'oggetto venne animato da una luce fioca, mentre fluttuava fra le dita del suo salvatore.
A Fabian bastò uno sguardo per capire che quello di fronte a lui era Raven.
Assomigliava agli Immortali che aveva già visto, eppure era completamente diverso. Qualcosa emanava da lui, una sorta di vibrazione, che si estendeva nell'aria circostante e la faceva quasi sfrigolare. Dentro di lui c'era un'energia tale che stargli vicino gli faceva tremare il cuore.
Raven era persino più alto degli Immortali che aveva già visto. Indossava una tunica viola, il colore della riflessione e della sfera interiore, e aveva la testa rasata. Era grottesco da vedere in un Immortale, dato che il loro capo aveva una sagoma oblunga, aguzza e aspra tanto quanto i loro volti.
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La Via delle Rune [completa]
FantasíaGli Immortali sono un popolo illuminato, la legge del cosmo. Asessuati, vivono di puro intelletto, e non cedono agli istinti più bassi. In effetti, di istinti sembrano non averne affatto. Questi si sono concentrati interamente nei demoni, il loro op...