Capitolo 60: L'ultima difesa - II

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Il corpo di Raven si fece molle e la sua testa ricadde fra le braccia di Helios, che lo sorresse. Inspirò a fondo, come se il suo petto fosse stato appena liberato da una serie di legacci invisibili. Tutti restarono col fiato sospeso, in attesa. Raven gemette e le sue palpebre ebbero un fremito. Le sollevò e si guardò attorno con l'aria di chi ha appena affrontato un'esperienza orribile.

Teddy emise un verso colmo di gioia e lo strinse in un abbraccio, strappandogli un gemito. Un lieve sorriso solcò le labbra sottili di Raven, che ricambiò la stretta con dolcezza.

– Sto bene. - disse, come per autoconvincersi. - Cercavo di liberarmi, ma mi teneva talmente stretto...

Deglutì e si mise seduto, mentre la tensione si allentava. Gli altri non fecero in tempo a rilassarsi che tornarono a farsi prendere dall'ansia. Lucius aveva appena dato loro un ultimatum. Cos'avrebbero fatto?

- Calmatevi. - disse Raven, alzandosi in piedi. Le sue ginocchia minacciarono di cedere e Teddy gli fece da stampella. Il Creatore gli rivolse uno sguardo colmo di affetto, poi tornò a rivolgersi a tutti. - Lucius ci ha dato il tempo di pensare ad una soluzione. Una notte è più che sufficiente per prepararci.

Ci furono alcune proteste, ma a Kalfer bastò uno sguardo per zittirle. Fabian ne fu piuttosto impressionato: doveva essere molto forte, per meritarsi un tale rispetto.

– Qualsiasi cosa tu abbia in mente, noi la faremo. - disse, asciutto.

– A cosa stavi pensando? - chiese Helios a Raven, con un sospiro. La sola idea di ricorrere alla violenza era stata sufficiente a incupirlo.

– Lucius vorrà avere il piacere di uccidermi con le sue mani. - sospirò Raven, passandosi una mano sul volto. - Avrebbe potuto farlo prima, ma credo che abbia una morte più dolorosa in serbo per me. Potremmo approfittarcene. Lui verrà a cercarmi e io lo terrò impegnato il più a lungo possibile, dovesse rompermi braccia e gambe.

– Non ti lascerò combattere da solo! - ribatté Teddy, rianimandosi. - Sei forte, ma Lucius è terribile. Ti ucciderebbe.

Raven gli rivolse un sorriso.

– Lauviah, io sono più vecchio di quanto immagini. Ho avuto tanto tempo per abituarmi all'idea della morte e non mi fa più paura come una volta. Tu, invece, sei giovane, la nostra unica speranza, assieme ad Azrael e Kalfer. La tua vita e infinitamente più importante della mia. Se morirò sapendoti al sicuro, morirò felice.

– Quindi non mi permetterai di aiutarti? - sussurrò Teddy, lasciandolo andare.

Raven traballò per l'improvvisa mancanza di sostegno e Helios si pose al suo fianco, tenendolo stretto.

– No, non lo farò.

Il volto di Teddy si indurì e gli volse le spalle, barcollando nel corridoio. Rischiò di inciampare e Lilith si affrettò a sorreggerlo.

– Non mi toccare! - sibilò lui, in tono feroce.

Si aggrappò alla parete e si trascinò finché non scomparve dietro l'angolo. Fabian fece per andargli dietro e fu il suo turno di venire trattenuto.

– Lasciamolo andare. - mormorò Lilith. – Ha bisogno di stare da solo.

Raven si schiarì la gola e riprese a parlare, nonostante il suo sguardo fosse colmo di dolore.

– L'altro problema è Annis. - rantolò, la bocca contratta in una smorfia. - Merita peggio della morte, per quello che ha fatto a Odin, a Lauviah e a tutti gli altri. Mi sarebbe piaciuto ucciderla io stesso, ma purtroppo non posso combattere sia lei che Lucius nello stesso momento.

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