Capitolo 22: Samhain - II

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Teddy camminava al limitare della pineta, raccogliendo fiori ed erbe di ogni sorta per decorare la Gilda in vista del Samhain, riponendoli con cura all'interno di un sacchetto di carta. Si avvicinò ai bruni campi di frumento che avevano subito la mietitura circa un mese e mezzo prima, dove ora c'erano solo immense distese di terra fertile. Ora vi cresceva l'erba, siccome la terra era stata lasciata a riposo. Teddy appoggiò a terra i fiori e si tolse le scomodissime scarpe, camminando sul terriccio a piedi nudi. Era soffice e fresco, pieno di vita. Una sensazione talmente piacevole che avrebbe potuto restare lì per sempre.

Tuttavia, aveva dei doveri da sbrigare per conto di Titania, che gli aveva detto che nessuno poltriva sotto il tetto della Gilda. Se voleva guadagnarsi vitto e alloggio, doveva compiere tutta una serie di lavoretti. Teddy era abituato al lavoro fisico e non gli dispiaceva impegnare il corpo, perché aiutava a sgombrargli la mente. Raccolse i fiori, si gettò le scarpe allacciate fra loro attorno al collo e si diresse verso la costa. Voleva portare qualcosa di suo al Samhain, e cosa poteva esserci di meglio se non un regalo venuto dal mare?

Teddy conosceva la costa come il palmo della sua mano e sapeva esattamente come scendere sulla piccola spiaggia alla base del promontorio senza farsi male. Non erano più di sei metri. Con cautela, posando i piedi sulle rocce scivolose, scese fino a raggiungere la sabbia. Era una sabbia sassosa, quasi vetrosa, e la sensazione sulla pianta dei piedi era un po' sgradevole, ma ci si abituò in fretta. Teddy camminava scalzo talmente tanto spesso che ormai non correva più il rischio di ferirsi, a meno che non venisse toccato da un oggetto particolarmente tagliente. Aveva una sorta di suola sulla pianta del piede, fatta di pelle dura e spessa, in certi punti di un leggero giallo.

Teddy rimboccò i pantaloni fin sopra le ginocchia e immerse le gambe in acqua. Le onde si abbattevano impetuose sugli scogli, sollevando ampi spruzzi, sebbene quel giorno non ci fosse molto vento. Non riuscivano ad arrivare fino alla piccola spiaggia proprio grazie alla barriera di rocce acuminate che sbarrava l'ingresso. Con l'alta marea quella zona sarebbe stata del tutto sommersa e, siccome erano vicini all'ora in cui l'acqua si alzava, Teddy preferì muoversi in fretta. L'acqua era fredda e i suoi piedi si tinsero di un rosso mela mentre camminava su e giù, a capo chino, cercando una conchiglia o un'oggetto portato dal mare. C'erano talmente tante conchiglie arenate in quel posto, che c'era l'imbarazzo della scelta. Alcune di esse erano particolarmente grosse. Teddy ne raccolse una a forma di Nautilus e controllò che non vi fosse più il mollusco al suo interno. Ne accarezzò il dorso sul quale erano impresse diverse scanalature, apprezzandone i colori tenui. Mise il trofeo nella tasca del giubbotto, incurante dell'acqua dell'oceano che ne bagnò la fodera, e, sempre stringendo forte i fiori, risalì lungo il sentiero segreto.

Una volta raggiunta la cima, i muscoli gli dolevano per lo sforzo e aveva il fiatone. Si distese nell'erba con un sorriso e chiuse gli occhi, attendendo che il proprio respiro riacquistasse un ritmo normale. Gli piaceva mettersi alla prova, spingere il suo corpo ai limiti. Quella scalata lo aveva messo di buon umore ed ora si sentiva soddisfatto di se stesso.

Con i frutti delle sue conquiste sottobraccio, si diresse verso la Gilda. Si rese conto che erano le tre passate solo quando vide Fabian seduto sui gradini dell'edificio, un'espressione seccata impressa sul volto, mentre tamburellava con le dita sul legno.

- Fabian! - chiamò Teddy, andandogli incontro.

- Dove diavolo sei stato? - sibilò suo fratello - E' da mezz'ora che ti sto aspettando.

- Scusami. E' che sono andato a prendere queste cose per la Gilda. - mormorò, mostrandogli i fiori e la conchiglia. - Ho scalato il promontorio per prenderla.

- Cosa? - gemette Fabian - Tu sei pazzo. Avresti potuto scivolare e ammazzarti!

- Conosco troppo bene quegli scogli per farmi male. - lo rassicurò Teddy, sedendosi al suo fianco.

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