Capitolo 74: Epilogo

319 39 85
                                    

Fabian si svegliò di soprassalto, aprendo gli occhi. Un forte rumore l'aveva strappato dal confortevole abbraccio dei suoi sogni. Spostò lo sguardo su Margaret, che dormiva beatamente al suo fianco. Lei non aveva sentito niente. Guardandola, Fabian si rilassò, e non poté fare a meno di sorridere. Si spostò a fatica su un fianco e si avvicinò a lei finché i loro volti non si trovarono a meno di venti centimetri di distanza. Restò in silenzio ad osservarla mentre dormiva e ad ascoltare il ritmo del suo respiro. Il suo volto ormai era percorso da una fitta rete di rughe, ma a Fabian non importava. Le vedeva più come i dolci residui del passare del tempo che come le piaghe della vecchiaia, ed ognuna di loro raccontava una storia: un bacio che si erano dati, un loro litigio, uno dei viaggi che avevano compiuto assieme. Margaret l'aveva sempre accompagnato in ogni avversità e, anche se ora l'azzurro dei suoi capelli era sbadito, trasformandosi in un grigio dalle sfumature bluastre, lo trovava affascinante almeno quanto il loro colore originale. All'amore giovanile si era sostituito un sentimento più duraturo, fatto di anni e anni di convivenza, nel bene e nel male.

Fabian venne di nuovo strappato dalla quiete da quel rumore fastidioso, come di acciaio sulla pietra. Si stropicciò gli occhi, seccato, e si mise a sedere, tenendosi una mano sull'addome dolorante. Per quanto gli Immortali avessero potuto guarirlo, le due grandi ferite che aveva subito da giovane, quella infertagli da Erasmus e dal fulmine di Raven, non l'avevano mai lasciato in pace.

Afferrò il bastone che teneva accanto al comodino e infilò le ciabatte, avviandosi verso la finestra. Ne scostò leggermente la tenda per guardare fuori e fece una smorfia: quei rumori erano dovuti alle macchine del cantiere che era stato costruito attorno alla piccola chiesa abbandonata. La stavano smantellando, così come avevano già demolito molti dei luoghi che contenevano una storia, a Isolde's Fair. Anche la Gilda delle streghe, qualche anno fa, aveva subito la stessa sorte. La zia di Margaret era morta circa dieci anni prima e aveva lasciato a lei la responsabilità di occuparsi delle nuove reclute. Queste si potevano contare sulle dita di una mano e Margaret aveva preferito vendere la Gilda, dato che era un luogo troppo grande affinché lei riuscisse a prendersene cura in modo adeguato. Aveva salvato tutto il salvabile e il piano inferiore di Villa Faust – cui Fabian, nonostante tutte le volte in cui avesse proposto il trasloco, non era riuscito a rinunciare – ora era adibito agli alloggi delle nuove streghe. Dove un tempo c'era stato il laboratorio di Fabian, ora c'era la stanza dove Margaret insegnava loro a fare pozioni e molto altro. Non era mai riuscita a recuperare i suoi poteri, tuttavia Fabian aveva la certezza che si fosse tanto abituata a non usare la magia da non averne più bisogno. Era talmente piena di risorse quella donna. Trovava sempre un modo, per qualsiasi cosa. E poi, quando c'era bisogno di dare qualche dimostrazione pratica di incanti, bastava chiedere aiuto a Zoe.

Il cuore di Fabian si intenerì al pensiero di sua figlia. Ormai aveva trent'anni e si era trasferita a vivere nella capanna che era appartenuta a Teddy. Le piaceva condurre una vita solitaria, dedicata alla contemplazione della natura e di se stessa. Era sempre stata una persona molto particolare e una parte di Fabian aveva sempre intuito ci fosse qualcosa di speciale, molto speciale in lei, e anche se Zoe non aveva mai voluto scendere nei dettagli. Credeva gli avrebbe causato un dolore, se gli avesse detto la verità che ormai tutti avevano intuito e, in fondo, Fabian le era grato per la sua lungimiranza. Era stato abbastanza doloroso quando aveva scoperto che Teddy era più di quello che sembrava e non era sicuro che il suo cuore avrebbe retto ad un altro colpo come quello, se lei avesse osato dirglielo ad alta voce.

Fabian, ormai sveglio, capì che non sarebbe riuscito a riaddormentarsi, e uscì dalla stanza da letto, chiudendosi con cautela la porta alle spalle, cercando di fare meno rumore possibile. Scese le scale un gradino alla volta e passò davanti alle camere delle quattro piccole streghe che riposavano tranquille nei loro letti. Diede un'occhiata all'orologio a pendolo del salotto: erano appena le cinque e mezza di mattina. Di solito Margaret si svegliava alle otto, quindi Fabian aveva diverso tempo per stare da solo.

La Via delle Rune [completa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora