Capitolo 55: La scelta di Thanatos - I

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Gherbert emise un grugnito di dolore, premendosi una mano sulla ferita alla guancia, dalla quale colava sangue grigiastro, nè azzurro come quello degli Immortali né nero come quello di un demone. Guardò Lilith con profondo astio.

– Ti ammazzerò, per questo. - sibilò, agitando la spada.

Cercò di colpirla, ma lei lo schivò con facilità, ridendo forte.

– Sei lento. - lo schernì, facendogli una linguaccia. - Vorresti essere un demone, eppure ti ostini a combattere come un Immortale. Sei solo un idiota.

– Taci!

La spada di Gherbert saettò, rapidissima, ma Lilith gli fece lo sgambetto, facendolo finire lungo disteso. Yelahiah scoppiò a ridere, indicandolo con un dito, con la mancanza di tatto tipica dei bambini.

– Smettila! - gemette Gherbert, rialzandosi in fretta.

Puntò su di lui e Yelahiah emise uno squittio spaventato, coprendosi la testa con le braccia. Gli avrebbe fatto del male, se Thanatos non si fosse posto fra loro, brandendo la sua falce.

– Vergognati, Gherbert. - gli disse, la voce intrisa di disprezzo, afferrandolo per un polso. - L'unica cosa che sai fare è attaccare i deboli.

– Non ho paura di te! - mentì spudoratamente Gherbert, ridendo. La sua voce stridula lo tradiva.

Thanatos lo trattenne ancora per un istante, poi lo lasciò andare.

– Non ha senso perdere tempo con te. - mormorò, lasciando che la falce scomparisse. – Darti la morte sarebbe un favore.

Gherbert si allontanò da lui con passo incerto e spostò lo sguardo su Timothy.

– Non ci provare neanche – lo anticipò Thanatos, fulminandolo con lo sguardo.

Lui deglutì a fatica, cercando di sorridere come se la minaccia non l'avesse turbato, e i suoi occhi incrociarono quelli di Fabian. Sogghignò, puntandogli la lama contro.

– Chi abbiamo qui? Un umano. Non sai che la dimensione demoniaca è pericolosa per quelli come te? - disse, avvicinandosi con la mano alzata per colpirlo.

– Dovrai passare sul mio corpo, prima di toccarlo anche solo con un dito! - ruggì Teddy, facendogli da scudo.

Gherbert inarcò le sopracciglia e il suo sorriso si allargò, mentre abbassava la spada. La fece scomparire e continuò ad avvicinarsi, fino a fermarsi di fronte a lui, le braccia conserte sulla schiena.

– Teddy, attento. - sussurrò Fabian.

Thanatos e Lilith erano in tensione, pronti ad agire se Gherbert avesse fatto un gesto brusco, ma quest'ultimo scoppiò in una grassa risata, fingendo di pulirsi gli occhi da lacrime di divertimento.

– Era da molto tempo che non ridevo tanto. - disse, scuotendo la testa.

Teddy, sconcertato, non seppe come reagire. Le sue risate l'avevano ferito: era come se volesse dirgli che presentava una minaccia talmente irrisoria da non dover essere nemmeno preso in considerazione. Ad un tratto, una mano gli afferrò il viso. Era ghiacciata, e quel gelo si espanse rapidamente nel suo corpo, facendolo tremare.

– Lascialo subito, Gherbert. - disse Thanatos.

– Non costringermi a staccarti la testa – rincarò Lilith, ringhiando fra i denti appuntiti.

– Di tutti gli Immortali, tu sei sempre stato il più inutile e credulone. - mormorò Gherbert, incurante delle loro minacce. - Era evidente che il colpevole della morte di Yalel fossi io, eppure nessuno ha sospettato di me. E sai perché?

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