Non appena Lucius fu tornato a palazzo, si accomodò nel trono e decise di provare subito le sue nuove capacità. Rimasto solo, assicuratosi che nessuno l'avrebbe disturbato, cercò di ricordare cosa si provasse nel dare la vita. Si immerse nel flusso d'energia presente in ogni particella dell'universo e, le mani chiuse, cominciò a racchiuderla in una forma. Dischiuse i palmi aspettandosi di vedere una piccola creatura appena venuta alla luce e restò inorridito, quando vide che fra le sue mani c'era una sostanza informe, ricoperta di occhi, che emetteva dei fievoli versi di sofferenza. C'era una mano abbozzata lì in mezzo, che si tendeva verso di lui come in una richiesta d'aiuto.
Quella vista toccò profondamente Lucius, che emise un gemito terrorizzato e richiuse le mani sulla creatura storpia, facendo sì che la sua energia si dissolvesse nell'aria circostante. Fra le sue mani non restò altro che cenere e la soffiò via, con un brivido lungo la schiena.
Si disse che era normale non fosse più bravo come una volta. Era da tanto tempo che non dava la vita, poteva commettere un errore.
Lucius richiuse le mani e riprovò, ma ottenne un risultato a malapena migliore del precedente. Restò in silenzio ad ascoltare i gemiti dell'abbozzo fra le sue dita e gli sembrò di essere sul punto di scoppiare a piangere.
Lo cancellò allo stesso modo in cui aveva annientato il primo e si coprì il volto con le mani, appoggiandosi contro il trono.
Lucius, non potrai mai riuscire a creare di nuovo in questo modo, disse una voce sottile, emergendo dal tumulto della sua mente. Non hai nulla da donare.
Lauviah? pensò il demone, incredulo. Non dovresti più avere un'individualità.
Evidentemente, qualcosa del vecchio me è sopravvissuto.
– E' colpa tua. - sibilò Lucius ad alta voce, infervorandosi – Sei tu a farmi creare questi storpi, non è vero?
Non potrei mai creare qualcosa con lo solo scopo di vederla soffrire. Dovresti sapere come sono fatto, ormai. Sono parte di te, no?
Lucius digrignò i denti, impotente. Sì, ora che Lauviah faceva parte di lui, riusciva a sentire ogni suo pensiero ed emozione come se fossero i propri, e leggeva che non era colpa sua se non riusciva a dare la vita come avrebbe voluto.
– Dov'è che sto sbagliando? - gemette Lucius, quasi scoppiando in singhiozzi.
Non lo so. Dentro di me c'è la forza creatrice, ma non ho mai plasmato una creatura dalla Sorgente. Tu sei stato un Creatore, dovresti sapere come farlo.
– No! - ululò Lucius, scuotendo la testa – Non lo so più, non so più cosa vuol dire essere un Creatore. Pensavo che prendendoti sarebbe tornato tutto come prima, ma è inutile.
Forse dovresti chiedere aiuto a Raven. Lui è un buon Creatore.
– E come pensi la prenderebbe, se mi presentassi da lui e gli chiedessi aiuto? Dopo quello che ti ho fatto, mi ucciderebbe all'istante.
Io sono parte di te, non oserebbe farmi del male, gli fece notare la voce dolce di Lauviah. Prova a comunicare con lui attraverso uno specchio da divinazione, se non te la senti di vederlo di persona. Questo non contravviene il nostro patto. Avevo detto che avresti potuto disporre di me come preferivi, Raven non muoverà un dito contro di te.
– No. Non lo posso fare. Mi rifiuto di chiedere aiuto a quel traditore. - sibilò Lucius, feroce.
Raven un traditore? Sei stato tu a ferirlo. Ti credeva suo amico, mentre tu pensavi a lui solo come ad una pedina.
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La Via delle Rune [completa]
FantasyGli Immortali sono un popolo illuminato, la legge del cosmo. Asessuati, vivono di puro intelletto, e non cedono agli istinti più bassi. In effetti, di istinti sembrano non averne affatto. Questi si sono concentrati interamente nei demoni, il loro op...