Fifty-chapter

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Un mese.
4 settimane.
giorni.
672 ore.
40320 minuti.
2628002,88 secondi.

E Nathan non da segni di risveglio.

Sono andata tutti i giorni,e da quella stretta di mano non è successo nient'altro che potesse darci la speranza.

A scuola tutto è peggiorato.
Gli insulti sono più pesanti come anche le molestie.
In classe nessuno osa avvicinarsi a me,come sedersi al banco accanto a me.
Ma quando si tratta di rovinarmi la giornata,per poco non si sdraiano addosso a me.

Aaron non mi parla più,si limita a guardarmi da lontano giusto per poter intervenire nel momento in cui qualcuno faccia qualcosa che non dovrebbe,con le mani o altro.
Ho tentato di fare conversazione,di parlarli ma non facevo in tempo ad aprire bocca che lui se ne andava.
Era l'unico che mi rimaneva.

Francesca?

Beh è tornata a casa e ha annullato la gira qui con la classe.
Mi ha solo scritto che era tornata a casa e che non sarebbe tornata con la scuola.
Poi basta.
L'ho chiamata,le ho mandato messaggi e ho provato a spedirle una lettera.
Ma nulla.
Non mi ha risposto.

Troy? Beh c'è poco da dire.
Anche lui non mi parla,si limita solo a dei segni ed è sempre più convinto ad andare via da qui portandomi con se.
E io sto prendendo seriamente in considerazione questa possibilità.

La zia è l'unica che mi rimane.
L'unica con cui posso parlare,anche se poco.

Si è data ancora di più da fare,per cercare di farci rimanere qui.
Lavora quasi tutto il giorno,quando torna a casa è distrutta ma nonostante ciò cucina cene e pranzi che nemmeno un ristorante.
Tenta di intraprendere conversazioni,interessandosi a noi(non che non l'avesse mai fatto) ma Troy non glielo permette.

Infatti sfocia tutto sempre in un litigio tra i due.
Troy corre in camera sua chiudendosi a chiave e la zia con le mani tra i capelli piange,e si chiede che ha fatto di male.

E poi ci sono io.
Eh.

Dormo una quantità di ore che non mi permette nemmeno di chiudere gli occhi che già mi devi svegliare.
Passo tutto il giorno a trattenermi dal piangere e dal volermi suicidare.
Non solo per Nathan,ma per quello che sto subendo.

Ho smesso di truccarmi,di pettinarmi i capelli legandoli sempre e soltanto in una cosa,di vestirmi decentemente indossando solo leggins e maglioni così larghi che ci entrano anche due lottatori di sumo.

Questo per cercare di contrastare una parte del bullismo.

Ma indovinate? Ho peggiorato la situazione.
Ora si dice in giro che io sia incinta e che vada in giro così,con questi maglioni e magliette larghe,per nascondere la pancia.

Capite? SONO INCINTA,AHAHAH.

«Ashley che ne dici di spiegare la scorsa lezione? Ti ho vista attenta e dato che i tuoi compagni a quanto pare non hanno capito,vorrei che fossi tu a ripetergliela»dice la professoressa di scienze,indicandomi la cattedra.

Alzo la testa di colpo,spalancando gli occhi.

«oh no...sinceramente non ho capito bene neanche io»rispondo,timidamente.

Non posso farlo.
Dovrei guardargli tutti in faccia,mentre mi deridono e mi fanno segnacci.

«ma non fare la modesta,dai se non ti ricordi qualcosa ti aiuto io. Forza»insiste.

Mi alzo con la testa bassa e tremante mi avvicino alla cattedra.

Prendo un grosso respiro,e con quel poco coraggio che mi è rimasto inizio a spiegare ma senza guardarli.

Il miglior nemico di mio fratello.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora