Sixty-seventh chapter

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<non ci voleva>sussurro allentandomi e asciugandomi le lacrime.

<vado io>dice Aaron per poi uscire dalla stanza.
Lo seguo,solo che al contrario suo non entro in cucina da Nathan ma io rimango nascosta dietro il muro.

<perché sei scappato via in quel modo?>chiede Aaron appoggiandogli una mano sulla spalla.

Nathan gliela sposta con arroganza per tornare a concentrarsi sulla pentola e la pasta.

<non mi dire che sei geloso...>dice quasi in un sussurro e Nathan alla parola "geloso" sembra quasi diventare irrequieto.

<si,sei geloso!>esclama Aaron poggiandosi sul piano da cucina.

<non sono geloso,non so proprio cosa te lo faccia pensare>risponde brusco alzando la fiamma.

<cosa me lo fa pensare? Il tuo comportamento>dice incrociando le braccia e guardandolo con un sopracciglio inarcato.

Nathan inizia a perdere la pazienza.

<pensala come vuoi,ora voglio solo mangiare.
Posso rimanere da solo oppure è vietato?>chiede e Aaron scuote la testa.

<come mai l'hai portata qui?>domanda non ascoltando minimamente la sua richiesta.

<ma ti vuoi fare i cazzi tuoi?>sbraita battendo la mano sul marmo del ripiano.

Aaron sorride e lo guarda quasi con soddisfazione,quasi per dire che facendo così ha risposto anche meglio che con le parole.

<non mi hai risposto>dice insistendo.

<si sono geloso okay? Ora sei contento? Ti sei messo l'animo in pace? Adesso te ne puoi andare a fare in culo o no?>chiede nervoso tirandogli addosso il panno alla sua destra e uscire dalla casa di corsa senza accorgersi della mia presenza.

Rimango un'attimo scossa e senza parole
È davvero geloso...
Resto ferma per qualche secondo e poi lo seguo fuori,dove lo trovo a fumare.

<spegnila>ordino togliendogliela dalla bocca e buttandola a terra.
La schiaccio e poi lo guardo con rimprovero.

<ma lo sai quanto costano le sigarette?>chiede arrabbiato.

<quanto la tua vita?>domando incrociando le braccia e inarcando un sopracciglio.

Ed ecco di nuovo un flashback.

<sinceramente? Non mi interessa>dice prendendone un'altra.

Spalanco gli occhi.

<ho sentito male vero? Ma ti sei rincretinito? Ma lo conosci il valore delle parole?>chiedo incredula.

<senti mi puoi lasciare in pace? Voglio solo fumarmi una cavolo di sigaretta in pace>sbuffa.

<guarda che sei tu che mi hai portata qui e vuoi passare del tempo con me,io non ti ho chiesto nulla. Ero venuta perché qualche tempo fa ero abituata ad averti accanto in quei momenti in cui tutto faceva schifo ma sei tu che mi hai fatta rimanere>dico guardandolo torvo.

<te ne puoi anche andare>risponde non degnandomi di uno sguardo.

Alle sue parole sento una fitta al petto.
Perché ora si comporta così?
Perché mi parla in questo modo?

Non riesco a dire niente.
Mi limito a guardarlo sperando che mi possa guardare anche semplicemente per un istante.
Sperando che possa chiedermi scusa.
Sperando che mi chieda di restare.
Ma non succede.

Il miglior nemico di mio fratello.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora