Fifty-fourth chapter

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<mi passi l'acqua?>chiedo con un fil di voce.

Troy si alza e me la passa per poi tornare seduto ai piedi del letto.
Mi sono svegliata poco fa.
Non è stato nulla di grave fortunata,ero semplice pente svenuta.
Mi hanno dimessa quasi subito,raccomandandomi riposo,bere acqua e mangiare.

<mi spieghi come cavolo hai potuto fare una cosa del genere? Saresti potuta morire>dice incredulo ancora.

Abbasso la testa giocherellando con il tappo della bottiglietta.

<non mi importava>rispondo in un sussurro.

<come non ti importava? Non puoi dire seriamente>ribatte.

<allora tu non mi puoi venire a dire seriamente che ti sei drogarsi e immischiato in affari che potevano farti morire... seriamente>rispondo a tono.

Sbuffa alzando gli occhi al cielo.

<non lo fare mai più. Se hai bisogno di parlare,di sfogarti,di piangere chiama me,chiama Francesca,chiama i Nonni,chiama Aaron,chiama la zia o Harris ma non pensare neanche per un secondo di rifarlo>dice serio.

<non ho bisogno di parlare o di sfogarmi>sussidi con la testa bassa,mentre guardo la fasciatura sul mio polso.

<allora cosa vuoi? Non sopporto vederti così>chiede mio fratello.

<secondo te cosa avrei bisogno adesso? Secondo te perché ho fatto questo? Secondo te perché sono voluta venire qui nonostante la mia vita fosse a Los Angeles? Secondo te perché ho urlato in mezzo a tutto l'ospedale quando volevano staccare quelle cazzo di macchine? Secondo te perché sto così?>domando praticamente ovvia.

Lui non risponde.
Stringe forte le mie mani nelle sue e delle lacrime iniziano a cadere sul mio lenzuolo.

<vorrei solo che tutto questo sia un'incubo>sussurro mordendomi il labbro trattenendomi dal piangere.

Si alza ed esce dalla stanza senza dire nulla.
Rimango interdetta.
Dopo qualche secondo lo vedo rientrare con una busta in mano che mi porge,

<questa me l'ha data lui qualche settimana fa. Mi ha detto che te l'avrei dovuta dare quando saresti andata via>dice asciugandosi velocemente le lacrime.

Le mani iniziano a tremare,il cuore aumenta i battiti e il respiro è pesante.

Lo guardo.

<non l'ho aperta,non so cosa ci sia scritto>risponde al mio sguardo.

Mi lascia una bacio sulla testa e poi esce chiudendo la porta.

La busta è semplicemente bianca.
L'unico dettaglio è una rosa rossa.

Perché mi ha scritto una lettera?
Cosa ci sarà scritto?
Magari che mi odiava.
Magari che era contento.
Magari che non vedeva l'ora.
Magari che mi amava.
Magari che gli sarei mancata.
Magari che...non lo so.
Ma ho paura.

Alzo la linguetta e tiro fuori i fogli.
Anche essi sono bianchi con delle rose rosse sbiadite.
L'inchiostro è nero ed è una scrittura pulita ed ordinata.
Passo le dita sulle parole quasi volendo sentirle più vicine a me.
L'unica cosa che leggo fin da subito è "Angelo" all'inizio di tutto.
Gli occhi iniziano a bruciare e la vista piano piano ad offuscarsi.

<no,non ci riesco>dico buttando all'aria i fogli e alzandomi dal letto.
Mi avvicino alla finestra con le mani tra i capelli mentre le lacrime ormai si sono fatte largo sul mio viso.

<no,no,no>scuoto la testa singhiozzando.
Mi siedo sul cornicione e guardo il paesaggio buio.
Appoggio la testa sul muretto e mi giro verso la mia sinistra guardando la lettera sul letto.
Lì ci sono praticamente le sue ultime parole per me.
Lì è come se mi stesse parlando.
Lì c'è lui.
E io non ci riesco.
Non posso.
Non potrei reggere.

Il miglior nemico di mio fratello.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora