Forty-sixth chapter

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Ashley pov's

<tesoro,si è fatto tardi e dobbiamo andare. Torniamo domani mattina okay?>mi chiede mia zia,dandomi un bacio sulla fronte.

Sono le 21.30 ed è ora che se ne vadano.

<va bene>rispondo sussurrando,non avendo voglia di parlare.

Lei mi accarezza la testa.

<vedrai che starà bene>dice sospirando.

Si alza dal lettino,e si allontana penso per prendere la borsa.

<tu dormi,e guai a te se esci da qui>dice Troy,passandomi un pacco di fazzoletti dopo avermi dato un bacio sulla guancia.

Non rispondo,mi limito ad accucciarmi meglio e chiudere gli occhi.

<so che per te è difficile,ma ti prego fallo per me. È un pericolo per te,più lontano gli stai meglio è >continua,aspettando qualche mia reazione.

Non ho le forze per rispondergli o litigare.

Sbuffa,per poi darmi un'ultima carezza e avviarsi alla porta insieme alla zia.

<notte tesoro>dice quest'ultima.

La porta si apre e poco dopo si richiude.

Stringo il cuscino a me,schiacciando la faccia sulla fodera iniziando a piangere.
Non ho più forze.
Sembra tutto un sogno.
Non posso muovermi perché ho dolori ovunque.
Ma nonostante ciò ho lo stesso male a tutto il corpo.
Non mi danno nulla per alleviarli.
Ho la testa che scoppia.
Ho la testa rivolta sempre a lui.
Non riesco a pensare ad altro.

Sento bussare e poco dopo la voce rassicurante della mia infermiera.

<cara ti ho portato la cena>dice con voce pacata.

Me l'aveva portata alle sette ma non avevo fame,e le ho chiesto di portarmela poi tardi.

<non ho fame>le rispondo,con voce strozzata.

Sento il metallo del vassoio strisciare contro il mobile in legno,segno che l'ha posato.

<stai piangendo?>chiede venendo verso di me.

Scuoto leggermente la testa,asciugandomi velocemente le lacrime.

<che hai? Vuoi che chiamo i dottori?>chiede sedendosi al mio fianco.

<no,tanto non faranno niente. Sai come sta Nathan?>le rispondo chiedendo.

<purtroppo non mi hanno detto niente,suo cugino è impazzito e fortunatamente sono riuscita a farlo tornare a casa per riposarsi, poco fa>risponde,prendendo la mia mano nella sua.

Prendo un grande respiro,e con tutte le forze che ho mi giro prima su un fianco e poi di schiena.

<attenta>dice,sistemando il filo che si stava attorcigliando attorno al collo.

<in che stanza è?>chiedo,ingoiando a fatica.

<21 B>risponde,ma poi si tappa la bocca.
Scuote la testa maledicendosi mentalmente.

<non provare ad andarci,non sei nelle condizioni giuste>mi ammonisce.

<no,volevo solo sapere che stanza era>la tranquillizzo,mentendo.

Rimane ancora un po' con me,cercando di convincermi a mangiare qualcosa e per alleviare leggermente i dolori mi somministra un po' di morfina e mi sento subito meglio.

Il miglior nemico di mio fratello.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora