CAPITOLO 22

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SAM

Adam si ferma sul ciglio della strada, proprio davanti al mio dormitorio. Quando spegne il motore sto ancora osservando il cielo sereno e stellato fuori dal finestrino. Si è fatto buio e il sole ha ormai lasciato il posto alla luna e alle stelle, che stasera brillano come tanti piccoli diamanti incastonati in quella distesa blu e sconosciuta a noi esseri umani.
<Beh, siamo arrivati> fa lui, rompendo il silenzio tra noi. Per tutto il tragitto non abbiamo aperto bocca e apprezzo il fatto che Adam non abbia tentato il tutto per tutto per sapere cosa è realmente successo questa sera.
<Grazie per il passaggio e... scusa per la scenata a cui hai assistito poco fa> gli dico, facendo per aprire lo sportello, ma lui mi trattiene per l'altra mano.
<Aspetta, devi ancora finire di raccontarmi la tua storia. Prima non hai finito visto che sei scappata via come una furia> mi ricorda, con un sorriso. Non credo che me lo abbia ricordato per sapere cose in più su di me, ma per il semplice fatti che mi vede giù di morale e vuole distrarmi in qualche modo.
In questo momento non ho molta voglia di continuare a ripercorrere passo passo quello che mi è successo, ma richiudo ugualmente lo sportello della macchina e mi rimetto comoda sul sedile.
<E... dove eravamo rimasti?> gli dico, sorridendogli.
Adam ricambia il mio sorriso e si gira completamente verso di me. Batte le mani sulle ginocchia al ritmo di una canzone inesistente e dice <A quando Kyle ha preso il posto di tuo fratello durante l'incidente>.
Faccio un sospiro e guardando un punto imprecisato nell'abitacolo della macchina riprendo il racconto che avevo iniziato prima al McDonald's.
<Kyle è una persona assolutamente unica e speciale, ormai lo avrai capito> dico con un gesto della mano <Si prende tutti i problemi delle persone che ama, senza pensare che potrebbero distruggerlo. Quella sera non è stato da meno, quando si è accorto che mio fratello era morto non ci ha pensato due volte a prendersi tutta la colpa dell'accaduto. Ha pensato subito alla mia famiglia e alle pressioni che avrebbero fatto fotografi e giornalisti su di noi>.
<Cioè? Voglio dire... non credevo che la tua famiglia fosse tanto importante da richiamare così tanta attenzione> fa lui in tono divertito, per smorzare un po la serietà del nostro discorso.
Si, ho superato da tempo tutte le disgrazie che sono successe nella mia vita, ma ricordare la morte di una persona cara non è mai una bella cosa, e nemmeno ricordare quanta sofferenza ha dovuto sopportare Kyle, e questo Adam l'ha capito.
<I miei genitori sono tra gli avvocati più in vista di New York, non che ne vada fiera, soprattutto per quanto riguarda mia madre. Mio padre è una brava persona, ma lei... non si fa scrupoli con nessuno, nemmeno con suo marito e sua figlia> lo informo, sospirando ancora.
<Tua madre sembra una persona terribile da come ne parli> scherza lui, ma non si immagina neanche lontanamente quanto giuste siano le sue parole.
<Diciamo che... mia madre è stata sempre affascinata dal potere, dai soldi, dal giudizio delle altre persone, cose frivole insomma, dimenticando quali sono le cose davvero importanti della vita>.
Queste poche parole sono sufficienti a fargli capire che tipo di persona sia mia madre.
<Ok> fa lui, questa volta in tono più serio <Ho capito il tipo>.
<Per questo Kyle si è addossato tutta la colpa, per evitare che il prestigio della mia famiglia non venisse infangato e per evitare soprattutto che il mio futuro non fosse a rischio. Ha messo il corpo di mio fratello sul sedile del passeggero, dove era seduto lui, e ha detto a tutti che guidava lui la macchina. Puoi immaginare il resto>.
Adam abbassa lo sguardo, come per riflettere su qualcosa, magari su quello che gli sto raccontando.
<Io sono finita in ospedale e ho perso quasi del tutto la memoria, ricordavo la mia vita ma, non so per quale motivo, non ricordavo ne Kyle, ne quello che era successo quella notte>.
<E Kyle? Cosa gli è successo poi?> mi chiede Adam.
<Ha provato a vedermi in tutti i modi, ma poi la sua famiglia l'ha convinto ad allontanarsi per un po', almeno fino a quando le acque non si fossero calmate. È venuto qui a Seattle e mia nonna l'ha ospitato per tre anni. Durante quel periodo ha ripreso in mano la sua vita, ma poi sua madre è morta ed è tornato a New York per stare accanto a suo padre>.
<Ed è stato allora che vi siete ritrovati, vero?> fa Adam.
<No, o almeno non subito. È passato altro tempo prima che ci ritrovassimo. Io ero persa, i miei genitori non volevano più parlarmi perché mi ritenevano responsabile di quello che era successo a Trent e in fondo anch'io mi davi la colpa della sua morte. Poi però Kyle è tornato nella mia vita come un raggio di luce e sono tornata a vivere da un giorno all'altro senza nemmeno rendermene conto. Grazie a lui sono tornata me stessa, la ragazza che ero prima dell'incidente e sempre grazie a lui e all'amore incondizionato che prova per me, sono riuscita a ricordare tutto. Non ti nego che abbiamo avuto altri problemi, tanti, e che ci ho messo un po' prima di scoprire la verità, ma alla fine abbiamo sconfitto tutto, tutti i fantasmi del nostro passato, e siamo riusciti ad essere felici>.
<E tua madre?> mi chiede all'improvviso, come se fosse la cosa che gli importa di più del mio racconto. È strano che mostri così tanto interesse verso mia madre, ma decido di non farci caso. Stasera la mia testa e già piena di pensieri e non ho proprio voglia di aggiungerne altri, così gli rispondo <Lei non ha accettato il fatto che io e Kyle ci amiamo, così ha lasciato tutto, la nostra casa, mio padre, me, e se ne è andata. Sono mesi ormai che non abbiamo più sue notizie e sinceramente è meglio così>.
Lui annuisce e rimane in silenzio.
<Questo è... un breve riassunto della mia vita. Direi che è un po incasinata> faccio, con una sorta di risata sarcastica.
Adam fa un sorrisetto <Non sei l'unica fidati, io sto messo più o meno come te>.
<Oh, non credo> gli dico <Ce ne vuole per battermi>.
<Giudica tu> fa lui, tornando ad appoggiare la schiena al sedile della macchina. Batte una mano sul volante e con una disinvoltura scioccante dice <Mia madre era un'alcolizzata che si è suicidata tagliandosi le vene nella vasca da bagno. Mio padre è in prigione da quattro anni per truffa ai danni di non so quante persone, concorso in omicidio e spaccio di droga>.
Rimango ammutolita dalle sue parole e dalla naturalezza con cui mi racconta queste cose, ma quello che viene dopo è ancora peggio.
<Io invece sono stato affidato dai servizi sociali ad una casa famiglia perché i miei parenti si vergognavano troppo a prendersi cura del figlio di un criminale e di una tossica. Ci ho passato anni li dentro e ho provato almeno tre volte a togliermi la vita. Ho provato a suicidarmi in ogni modo, ma sono stato sempre soccorso per fortuna. Non lo so perché ho provato ad uccidermi, so solo che mi sentivo sbagliato e diverso dagli altri ragazzi della mia età. Non mi voleva nessuno, ero completamente solo. Se ripenso che ho cercato di ammazzarmi mi prenderei a schiaffi da solo>.
Adam si sfila il bracciale di cuoio che porta al polso destro, poi allunga il braccio verso di me e i miei occhi notano subito le piccole cicatrici biancastre che gli coprono il polso.
<Questi sono i segni che mi ricordano quanto è bella la vita, troppo bella per farla finita, qualunque problema si abbia. Si può risolvere tutto> mi dice, guardando le cicatrici <È stato grazie alla psicologa a cui ero stato affidato dopo il terzo tentativo di suicidio che ho capito quanto è importante la vita, troppo importante per buttarla via cosi>.
Adam rimane in silenzio per un tempo che mi sembra interminabile, tiene stretto il volante e ha lo sguardo fisso davanti a sé, perso nel buio della notte. Capisco che non continuerà.
<Scusami> sussurro, distogliendo lo sguardo da lui.
<No, non scusarti Sam, anzi, sono io che dovrei chiederti scusa. A volte mi lascio trasportare dai ricordi senza pensare che potrei turbare chi mi sta accanto>.
<Stai tranquillo> sussurro ancora, in realtà non so nemmeno cosa dire. Qualunque cosa mi sembra fuori luogo in questo momento, così metto una mano sulla maniglia della macchina e aprendo lo sportello dico <Sarà meglio che andiamo a dormire>.
Faccio per uscire, ma Adam mi afferra improvvisamente e stringe le mie mani tra le sue. Sono calde e mi stringono forte, come a farmi capire l'importanza delle parole che sta per dire <Sam, so che Kyle ha sbagliato a fare quello che ha fatto>.
Lo guardo con un'occhiata interrogativa e lui mi spiega subito <Ho sentito tutto prima, ho sentito quello che vi siete dette tu e Caroline>.
Annuisco senza dire niente.
<Kyle avrà anche sbagliato ma, anche se non lo conosco, una cosa l'ho capita. Lui ti ama da impazzire e anche tu lo ami, ti si legge negli occhi quando pronunci il suo nome. Brillano come le stelle stasera. Perciò pensaci prima di prendere decisioni affrettate, perché a volte per amore si fanno cose stupide, io lo so bene>.
Vorrei chiedergli a cosa si riferisce, ma mi rendo conto che per stasera si è già aperto troppo e non lo forzerò a dirmi altro, anche perché ho un po' paura di sentire cosa potrebbe uscire dalla sua bocca.
<Ricordalo sempre Sam> fa lui, sorridendomi e continuando a stringermi le mani <Le persone fanno sempre cose pazze quando sono innamorate>.
Annuisco alle sue parole e gli rivolgo anch'io un sorriso <Grazie Adam>.
Lui ha un attimo di esitazione, ma poi si sporge verso di me e posa le sue labbra sulla mia guancia, a un centimetro dalle mie labbra.
Arrossisco per il suo gesto e mi sbrigo ad uscire dalla macchina. Prima di richiudere lo sportello Adam mi chiama ancora <Sam...>.
Lo guardo, in attesa delle sue parole <Non sai che darei per avere una ragazza come te al mio fianco, il tuo Kyle è fortunato ad averti>.
Non sapendo bene come prendere le sue parole, gli faccio un ultimo sorriso e sussurro <Buonanotte Adam>.
<Buonanotte Sam, sogni d'oro> lo sento dire mentre chiudo lo sportello della macchina.
Mi incammino verso il dormitorio, mentre la macchina di Adam scompare dietro l'angolo in fondo alla strada. Lo guardo allontanarsi finché non esce definitivamente dalla mia visuale e proprio in quel momento sento il telefono suonare nella mia tasca.
Lo prendo e vedo sul display la faccia sorridente di Kyle e il suo nome scritto da una parte con accanto un piccolo cuore rosso. Non so se rispondergli oppure no, così attendo un po, decidendo che fare.
Alla fine faccio scorrere il dito sul display e rifiuto la chiamata. Lo conosco fin troppo bene da sapere che non si arrenderà facilmente e che continuerà a chiamare, così spengo definitivamente il telefono e lo butto nella borsa.

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Spazio Autore:
Salve a tutti, come va?
Vi è piaciuto il capitolo di oggi?
Come avete letto abbiamo conosciuto il passato, decisamente non facile, di Adam. Vi aspettavate che nascondesse un passato del genere? Come avete reagito?

Ho letto che alcune di voi lo amano già, mentre altre lo odiano e lo vedono come una minaccia per il nostro Super Kyle.
Non sembra un cattivo ragazzo però, no? Cosa ne pensate?
Tuttavia, come mai era così interessato ad Eva, la madre della nostra Sam?

Fatemi sapere nei commenti le vostre opinioni in merito e se il capitolo è stato di vostro gradimento! 😉

Ciao a tutti, ci vediamo al prossimo capitolo! 😊

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