CAPITOLO 23

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KYLE

Le valigie sono tutte pronte.
Sto spegnendo il mio computer portatile e alzandomi dalla scrivania infilo anche quello nella borsa da ginnastica in cui ho messo le cose più essenziali. Ho telefonato anche ad Harry e domani mattina ci vedremo per decidere tutto sul mio trasferimento alla HarperCollins di Seattle. A quanto pare anche lui e Amber si trasferiranno a Seattle la settimana prossima. Le coincidenze della vita!
All'inizio ero deciso a prendere l'aereo, ma poi ho pensato che una volta a Seattle avrò bisogno della macchina per spostarmi, e sinceramente l'idea di noleggiarne una o spendere i soldi per i mezzi di trasporto non mi piace. Così alla fine, ho deciso che andrò a Seattle con la mia macchina, anche se ci vorrà molto più tempo che in aereo.
Ho fatto i calcoli, se parto domani mattina dopo essere passato da Harry, dovrei arrivare in città il giorno dopo in tarda serata. New York e Seattle purtroppo hanno la sfortuna, o la fortuna, di trovarsi entrambe sulle due coste degli Stati Uniti. La prima si affaccia sull'Oceano Atlantico, mentre la seconda sull'Oceano Pacifico e ci sono circa 4.600 km di distanza tra loro, con ben tre fusi orari diversi, quindi si, sarà un bel viaggetto coast to coast. Infatti, secondo i miei calcoli, impiegherò esattamente un giorno e diciotto ore ad arrivare. Lo so, con l'aereo potrei fare decisamente prima, in sette, massimo otto ore sarei li, ma ne vale la pena.
Mi guardo intorno, dando un'ultima occhiata al mio appartamento per essere sicuro di non aver dimenticato niente. Afferro le chiavi della macchina dal tavolino del salotto e mi dirigo alla porta, una volta in corridoio vado all'ascensore e scendo nel garage del palazzo per andare alla macchina.
Non ho ancora detto nulla alla mia famiglia che partirò domani, ma conoscendoli mi staranno già immaginando su un aereo. Sembrano quasi più felici di me all'idea che io e Sam stiamo per rivederci.
Ma che dico, non è assolutamente vero! Nessuno potrebbe essere più felice di me.
Il solo pensiero che tra poche ore potrò finalmente rivederla mi fa battere forte il cuore come non succedeva dall'ultima volta che l'ho stretta tra le braccia. Tuttavia, ho anche un po' paura di come potrebbe reagire nel vedermi li. E se non mi vuole più? Sarebbe comprensibile dopo tutte le cazzate che ho combinato.
Scuoto la testa al solo pensiero e cerco di scacciare via tutti gli scenari più tremendi e inimmaginabili che mi stanno venendo in mente, accendo la macchina ed esco dal garage, mettendomi in strada per andare a casa di mio padre.
Lungo il tragitto controllo varie volte il telefono che, per tutte le botte che ha preso in questi giorni, mi sta lentamente abbandonando. Dovrò comprarne un altro quando sarò a Seattle.
Non ci sono ne chiamate, ne messaggi da parte di Sam, non che io l'abbia richiamata dopo che ha scoperto l'ennesima cazzata che la testa mi ha suggerito di fare. In realtà ero sul punto di chiamarla una decina di volte, ma alla fine il buonsenso è stato dalla mia parte. È meglio che la lasci tranquilla e che sbollisca un po la rabbia, altrimenti c'è la terribile possibilità di inascinare solo di più la situazione. Ho chiamato Caroline però, e lei mi ha confermato che è meglio lasciare in pace Sam per un po', a sentire le parole di mia sorella, non era molto in se quando si sono separate.
Ho resistito alla tentazione di chiamarla per un'ora, direi che sto facendo miglioramenti! Tuttavia il solo pensiero di lei in macchina con quel... come cazzo si chiama? Ah si, Adam.
La sola idea che si trovi in macchina con lui mi manda fuori di testa. Farà meglio a tenere le mani apposto perché se vengo a sapere che l'ha anche solo sfiorata sarei capace di staccargli le dita una alla volta. Si, devo ancora lavorare un po' sulla gelosia, ma l'amore é anche questo no? Se non sei geloso della persona che ami vuol dire che non sei veramente innamorato, e io sono pazzamente innamorato della mia Sam.
Senza rendermene conto, perso come sono nei pensieri che ho tentato di allontanare senza però riuscirci, mi ritrovo davanti al giardino di casa.
Scendo dalla macchina e mentre lo attraverso mi rendo conto che mi mancherà tutto questo, il giardino sempre curato, così come i roseti che si arrampicano lungo le colonne del portico e che mia madre amava. L'atmosfera calda e accogliente della casa in cui sei cresciuto, dove hai visto sorrisi, scherzi, litigi e lacrime. Ma anche tanta felicità.
Infilo la chiave nella serratura e non appena entro e mi richiudo la porta alle spalle, mi spunta un sorriso divertito sul viso.
<Brandon, ti ho detto di stare fermo!>. Sono le urla di Lexi provenienti dalla cucina ad accogliermi.
Attraverso il corridoio ed entro in cucina dove vedo Lexi che da uno schiaffo a Brandon.
<Ma che ho fatto?> esclama lui, accarezzandosi la guancia con una smorfia.
<È mezz'ora che ti sto dicendo di non palpeggiarmi, c'è tuo padre di la e lo sai che mi imbarazzo difronte a lui> gli risponde lei, aprendo il forno e mettendoci dentro una teglia.
Osservo il bancone e a giudicare dagli ingredienti che ci sono sopra, sta preparando delle pizze.
Vedendo la naturalezza in cui Lexi si muove in cucina, mi torna in mente Sam e inizio a ridacchiare tra me e me. Non è che Sam sia un asso in cucina, ma in sua difesa posso dire che le lasagne le vengono da Dio, non so perché le altre cose non le riescono.
<Hai intenzione di rimanere li impalato a ridere?> fa Lexi, riscuotendomi dai miei pensieri. Mi avvicino e mi siedo a uno degli sgabelli del bancone, mentre lei da una gomitata a Brandon.
Faccio una risatina nel vederli bisticciare così <Che ti prende Brandon? Hai gli ormoni a mille stasera?>.
Lui mi guarda e con una risatina mi fa l'occhiolino. Gli faccio cenno di venire a sedersi accanto a me e lui dopo aver rubato un bacio a Lexi viene verso di me e mi si siede accanto.
<A mille?> fa Lexi ridendo <Ce li ha impazziti gli ormoni oggi, altro che a mille>. Rido e allungo una mano, rubandole un wurstel dalla ciotola mezza vuota.
<Ehi, non ti ci mettere anche tu ora!> esclama, rimproverandomi e dandomi uno schiaffetto sulla mano.
Le faccio un sorriso sornione e quello che ricevo in cambio é una smorfia. La conosco abbastanza da poter ipotizzare che le sono venute le sue cose. Se è così capisco Brandon.
Lexi si volta di nuovo per prendere un contenitore con della salsa di pomodoro all'interno e io sussurro a Brandon <Ma che ha?>.
<Le è venuto il ciclo> mi dice sbuffando, confermando così la mia ipotesi.
Gli rivolgo uno sguardo di compassione, ma allo stesso tempo divertito e proprio in quel momento Lexi torna a guardarci e dice <Vi sento anche se bisbigliate, non sono stupida!>.
<Ragazzi> esordisce la voce di papà, divertito come noi <Lasciate in pace la povera Lexi>.
<E dai papà, stavamo solo scherzando> facciamo io e Brandon all'unisono, mentre cerchiamo di prendere altri wurstel, ma Lexi ci schiafeggia di nuovo la mano.
<Ahi!> esclamiamo, dopodiché ci appoggiamo entrambi con un gomito al bancone.
<E tu?> chiede papà rivolto a me <Credevo che fossi già in viaggio. Come mai sei ancora qui?>.
<Beh...> inizio a dire, ma Brandon mi interrompe e dice <Non dirmi che ci hai ripensato!>.
<Guarda che ti prendo a calci nel culo> si aggiunge mio padre, seguito poi da Lexi, che ci squadra tutti con le sopracciglia alzate e chiede <Che mi sono persa?>.
<Ehi, ehi, calamatevi> faccio io, alzando le mani <Non ci ho ripensato, non lo farei mai. Parto domani>.
Brandon e papà tirano un sospiro di sollievo, evidentemente si sono stufati di vedermi come un'anima in pena.
<Parti? Dove vai?> mi chiede Lexi.
Faccio per parlare, ma Brandon mi precede e spiega a Lexi <Alla fine siamo riusciti a convincere questa zucca vuota ad andare a Seattle e chiarire una volta per tutte le cose con Sam>.
Lexi prende un mestolo di pomodoro e lo spalma sulla pizza <Oh, finalmente. Non ti sopportavo piu>.
<Grazie> faccio io sarcastico. Lei cosparge la superficie della pizza con i wurstel e mi fa la linguaccia.
<A che ora hai l'aereo? Possiamo accompagnarti> mi chiede papà e gli rispondo <Non prendo l'aereo, vado in macchina>.
<Cosa?> esclama Brandon <In macchina? Dico, ma lo sai quanto dista Seattle da qui?>.
<Si lo so, ma non ho altra scelta. Senza macchina come mi sposterò a Seattle? Non ho intenzione di sprecare soldi per i mezzi quando posso usare la mia macchina> gli dico.
<Puoi sempre andare a piedi, così fai un po' di movimento. Sbaglio o ti si sono sgonfiati i muscoli?> fa lui, prendendomi in giro e stringendomi un bicipite con un sorrisetto.
<Non ci provare> gli dico io <Sono più in forma di te> e gonfio il bicipite.
<Più in forma di me?> esclama divertito. Brandon si mette in piedi e alza la maglietta, dandosi dei colpetti sugli addominali definiti <Guarda un po' qua. Contali pure>.
<Quanto sei scemo> rido io, facendolo sedere di nuovo.
<Scusate se interrompo il vostro momento di vanita ma... glielo hai detto? A Sam intendo> mi chiede Lexi.
<No, l'ho sentita ma non le ho detto nulla. In realtà...> mi interrompo, ma riprendo subito il discorso visto che ho gli occhi di tutti puntati contro. È come se la storia tra me e Sam fosse una di quelle telenovele spagnole che vede Lexi <...Caroline si è fatta scoprire e di conseguenza Sam ha scoperto tutto>.
<Cazzo!> fa Brandon.
<Mi dispiace dirtelo figliolo, ma sei proprio nella merda> mi dice papà, dandomi una pacca sulla spalla <Ma sono sicuro che risolverete tutto>.
<Si, lo spero proprio. Soprattutto perché Caroline mi ha detto che...>.
Non finisco la frase, perché mi Gorla in mente il pensiero di Sam insieme a quell'Adam. Mi ribolle il sangue nelle vene.
<Che ti ha detto Caroline?> fa Lexi, togliendo due teglie di pizza dal forno e mettendone dentro un'altra.
<Niente di importante> dico alla fine <Sapete com'è Caroline, esagera sempre>.
Ma quello che penso davvero è che stavolta Caroline non abbia esagerato affatto. L'ho sentita davvero preoccupata e... strana quando parlava di Adam. Detesto ammetterlo, ma non appena me l'ha nominato, l'ho avvertito come una minaccia.
<Beh ragazzi, sono quasi le nove. Io direi di metterci a tavola mentre si cuoce l'ultima pizza, altrimenti le altre si freddano> ci dice Lexi, pulendosi le mani sul grembiule.
<Si, ho una fame da lupi>. Brandon si alza dallo sgabello e corre in salotto, dove mio padre ha apparecchiato la tavola.
<Si, tutti a tavola> fa mio padre, seguendo Brandon.
Lexi mi passa accanto e mi accarezza le spalle, mi conosce bene e ha intuito subito che sono preoccupato <Andrà tutto bene vedrai. Qualunque cosa stia succedendo, Sam è innamorata di te e niente e nessuno potrà cambiare le cose>.
Ricambio il sorriso dolce che mi rivolge e le dico <Grazie>.
<Non c'è di che> fa lei, dandomi un bacio sulla guancia <Su, andiamo a mangiare. Vedrai che pizze che ho fatto, ti leccherai i baffi!>.
Rido e le dico <Arrivo subito>.
Lei annuisce e sparisce in salotto con le teglie delle pizze in mano.
Tiro fuori il cellulare dalla tasca e, contro ogni regola che mi ero imposto, digito il numero di Sam.
Mi porto il telefono all'orecchio e attendo, in ansia, che mi risponda. Ma non ottengo risposta.
Lascio squillare il telefono, ma lei non risponde e alla fine entra la segreteria.
Chiudo la chiamata e riprovo nuovamente, ma stavolta ha spento definitivamente il telefono. Ed io non riesco a pensare ad altro che a lei... e Adam.

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Spazio Autore:
Ciao a tutti ragazzi!
Finalmente sono riuscito a pubblicare il capitolo, mi scuso infatti che la sua uscita è stata posticipata ad oggi, ma ieri Wattpad ha deciso di dare di nuovo di matto, visto che insisteva a salvarmi solo una parte del capitolo 😒 ma alla fine l'ho avuta vinta io! 😆💪 ahahah

Ma venendo a noi...
La partenza di Kyle per Seattle é vicinissima e tra pochissimi capitoli potremo finalmente rivedere i nostri amati protagonisti nuovo insieme!
Siete contenti?
Secondo voi come reagirà Sam quando si ritroverà Kyle difronte? 😉

Fatemi sapere nei commenti quali sono le vostre previsioni e se il capitolo vi è piaciuto! 😊

Ciao ciao!!

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Il Nostro Fantastico Errore 2 - Anime LegateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora