Capitolo 9

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Durante la lezione di Fisica, ripenso alle parole del professore.
Per essere felici bisogna rischiare.
E se poi non sei tu a scappare dalla felicità ma è proprio essa che scappa da te?

"Non riesco a capire cosa stai pensando, non riesco a leggere i tuoi occhi" Sussurra Nate.

"Sai leggere gli occhi?"

"È un modo di dire, sciocca"

"Stavo pensando ad un modo per essere felici"

"Se continui a pensare ad un modo per essere felice non lo sarai mai, la felicità arriva e basta, quando meno te lo aspetti, e sorridi, così, continuamente senza saperne il motivo"

"Come fai ad essere così profondo? Cioè, anche l'altra volta hai fatto una riflessione sul destino, a volte sembri molto più grande di un ragazzo di venti anni"

"Già, è così" Sussurra lui.

"Sei mai stato felice tu?"

"No" Risponde con tono freddo quasi distaccato. "Io non sarò mai felice"

Nota il mio sguardo disorientato e cerca di spiegarsi meglio. "Frequento l'ora di religione, ma non sono cattolico, non è la mia religione. Nella mia religione per essere felice devi fare del male, non esiste la felicità perché non ci si innamora, è raro, adesso non capirai un emerito nulla, ma più in là sarai tu a fare lezioni a me"

"Non ti seguo"

Davvero, non capisco dove vuole andare a parare, quello che sta dicendo, non ci sto capendo una mazza.

"Lo so" Ride. "Credo che Adam associ la sua felicità a te"

È impazzito.

"Nate, stai perdendo le staffe" Sbuffo. "D'altronde non ci parliamo nemmeno, a stento ci guardiamo in faccia"

"Credimi" Continua ad insistere. "La tua felicità invece?"

"Adam per me, non riesco a spiegare cosa sia, ho sempre pensato a un qualcosa tra di noi, ma c'è di mezzo mio fratello, il suo carattere, il mio"

"Il carattere di? Adam?"

Annuisco. "Lui non riesce a dare un valore ad una ragazza, le usa per scoparsele, il giorno dopo neanche si ricorda com'era, quando si incazza potrebbe uccidere senza accorgersene, se la prende con tutti, anche con quelli che darebbero la vita per lui. Lui è così. Non cambierà mai, questa è la parte brutta. Lui ha paura di incontrare una ragazza e iniziare una relazione seria, perché lui è convinto che prima o poi farà qualcosa che la ferirà"

"Lo so" Sussurra Nate. "Se davvero tu sei la sua felicità, riuscirà a migliorare, no?"

"No" Scuoto la testa. "Quello è il fatto, lui resterà così. È un brutto vizio quello che ha."

Nate annuisce. "Nate, perché sei venuto in questa scuola?"

"Perché i miei genitori adottivi si sono trasferiti e mi hanno iscritto qui, ti basta o dovrò fare l'intervista a qualcuno della mia famiglia?"

"Sei stato adottato?" Chiedo.

"Si" Risponde lui con tono tranquillo. "L'importante è avere una famiglia"

"Sei un tipo abbastanza solitario, vero?"

"Non mi definirei così, ma diciamo che preferisco starmene per conto mio invece di spassarmela con questa gente. In questa scuola ci sono parecchie zucche vuote."

"Già, hai ragione!"

Insieme ci incamminiamo verso l'uscita, non ci siamo mai fatti vedere insieme, ma che male c'è?

Vedo il mio gruppo sempre al solito posto, noto che Adam è da solo a fumare, Evan è distaccato da tutti e mi sta guardando, mentre Megan sarà già andata via.

"Rose" Mi richiama Jacob. "Dobbiamo andare"

Saluto Nate e mi avvicino a Jacob. "Lo so che mio fratello ti ha detto di richiamarmi solo per farmi allontanare da quel ragazzo, e comunque sia, io non verrò con voi"

"Smettila di fare la bambina viziata, quella è casa tua, ci sono due persone che non so se ricordi, sono i tuoi genitori, che aspettano una tua chiamata" Mio fratello cerca di rimproverarmi e di fare la lezioncina a me.

Bambina viziata a me?
"Io credo che tu stia peggiorando sempre di più, riesci a parlare senza per forza ferire qualcuno?"

Lui è fatto così, ferisce le persone che vuole bene, appunto perché le vuole bene.

"Rose, dobbiamo andare" Brenda mi fa cenno di avvicinarmi a lei, così faccio. "Mi ha chiamata tua madre, mi ha chiesto spiegazioni, devi perdonarmi, ma io gliele ho date. Lo sai, sono una persona che difficilmente riesce a mantenere una bugia"

"Tranquilla" La rassicuro in un abbraccio.

Marco ci riaccompagna a casa con la sua auto, una volta entrati troviamo mia madre, Selena e Lucy sedute a tavola.

Ci sediamo anche noi. "Comprendo le tue azioni, le ho fatte anche io. Se non era per Lucy, io e Selena non sapevamo dove si erano cacciate le nostre figlie." Mia madre inizia a parlare. "Tuo fratello ha sbagliato, ci vorrà del tempo per riaggiustare tutto. Ma è pur sempre tuo fratello, l'altra metà di te. Non puoi scappare sempre da lui, quando sarai pronta, parlaci."

"Okay mamma, mi dispiace aver fatto preoccupare te e papà"

"Tutti noi sbagliamo, però tutti noi meritiamo delle seconde possibilità e dobbiamo iniziare proprio da dove abbiamo sbagliato" Mi dice Selena guardandomi con i suoi occhi sinceri, uguali a quelli di Jade.

Sono le stesse parole di Nate.

"L'importante è parlare tra di voi, altrimenti come farete a capirvi l'un l'altro? Non farete altro che puntarvi il dito contro. Detto questo, volete la mia cheescake alle fragole?" Orgogliosa del suo dolce preferito, lo tira fuori dal freezer, alzandolo come se fosse la coppa dei mondiali.

"Se tu rompi il cazzo ai miei capelli, automaticamente io lo rompo ai tuoi, facile no?" Jade urla contro Leon.

"Jade, cosa sono queste parole?" La rimprovera sua madre.

"Mamma, tutto merito di papà"

"Sei uno scaricatore di porto, non c'è santo che tenga" Leon continua a stuzzicarla.

"Per me non esisti, quello che dici evapora nell'aria"

"Intanto mi stai rispondendo, quindi, nel momento in cui mi rispondi, esisto! Poi se parli da sola e per aggiungere qualcos'altro alla tua lista mentale, metterei anche una visita da qualche bravo dottore per gli esauriti"

"Quello che deve curarsi sei proprio tu, ma ti sei visto? Che criceto"

"Smettetela" Urla Lucy contro di loro.

"Mi ha appena dato del criceto, non mi sto zitto, non mi faccio insultare da una che crede di essere la prossima regina d'Inghilterra, invece è solo una povera illusa"

"Mai detto!" Esclama Jade. "Odio pure L' Inghilterra, non posso essere regina di un paese che a me non piace."

"Sei fuori di testa" Leon si avvicina a lei per tirarle i capelli.

"Tu non sei da meno" Lei gli molla uno schiaffo sulla guancia.

"Che ne dite di farci un giro al centro commerciale? Chiamo Genevieve!" Brenda prende il cellulare. "Senza di te Leon"

"Io stavo andando ad allenarmi" Alza le mani al cielo.

Rose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora