Capitolo 52

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"Buongiorno ragazze" Brenda entra in camera con un vassoio pieno di cornetti e del succo d'arancia.

"Perché combiniamo solo guai?" Domanda retorica di Jade. "Sono di sotto?" Intende i ragazzi.

Annuisce. "Leon ancora mi rimprovera, anche per aver preso l'auto. Odio avere un fratello maggiore maschio"

"A chi lo dici" Sbuffo.

"Già" Megan alza il sopracciglio.

"Lasciamo perdere" Sospira Jade. "Ci hanno rimproverato fino a perdere la voce, ma io voglio capire cosa ci facevano in quel locale"

"Con il tempo capiremo tutto" Dico.

"Io credo di averlo già visto quell'uomo con cui stavano parlando, ma non ricordo dove" Megan socchiude gli occhi. "Il suo viso" Sventola la mano destra in aria. "Non pensiamoci, che dite? Scendiamo?"

"Io sto così bene su questo letto" Afferma Jade, la guardiamo con sguardo di rimprovero e lei si alza.

Insieme andiamo di sotto.
La situazione sembra essere calma, i ragazzi sono per fatti loro e non ci rivolgono la parola. "Meglio così" Sussurra Brenda.

"Per te, ma Evan non mi guarda nemmeno di striscio" Sbraita Megan. "Ma di certo non sarò io a parlare con lui"

"Evan, hai tu il mio caricatore del cellulare?" Chiedo gentilmente e ripeto, gentilmente.

"No, te lo vai a comprare" Risponde mio fratello, mentre Adam soffoca una risata da coglione.

"Di al tuo amico che la smettesse di ridere altrimenti lo farò smettere io"

"Di a tua sorella nonché mia fidanzata che viviamo in un mondo dove c'è la libertà di risata"

"Il tuo amico non sa cosa significa essere fidanzato con una ragazza a quanto pare"

"Dici a tua sorella che lei non è da meno"

"Mi avete rotto la minchia, che cazzo parlate con me? Siete a due centimetri di distanza, nella stessa stanza e dovete rompere le palle a me per farmi innervosire ancora di più" Sbraita Evan.

"Io con tua sorella non voglio neanche parlarci"

"Allora perché continui a parlare di me?"

"Quanto ti odio in questo momento"

"State litigando per niente" Interviene Jacob. "Credo che dovreste parlare, da soli, altrimenti dovremmo chiudervi di nuovo in una stanza fin quando non avrete finito di litigare"

"Non serve" Rispondo.

"Si sentono le urla da fuori, avete finito?" Selena irrompe nel salotto sbuffando.

"Forse si" Risponde Evan e Selena va via.

Vedo che in mano ha un giornale e conosco benissimo quella divisa da calciatore anche da dietro. "Zia Sel" La chiamo e corro verso di lei prendendo il giornale che ha tra le mani.

Vedo l'articolo che parla di Adam e la sua ragazza Stassie, perdo il controllo.
Vado verso di lui lanciandogli il giornale contro. "Complimenti!" Esclamo, lasciando tutti a bocca aperta.

Vado di fuori, facendo due passi nel giardino. "Combina guai, dove stai andando?" Abigail mi chiama e vado verso di lei abbracciandola.

"Evan ti ha detto tutto?"

Annuisce. "Ho fatto un sogno stanotte, pensa un po' che ridere, eravamo delle streghe e per lo più avevamo dei poteri"

"Abigail? Stai impazzendo" Sorrido scuotendo la testa. "C'è Lord?" Chiedo sentendo quella che credo essere la sua voce.

Annuisce. "Quando la smetterete di litigare tu e Adam?  Quando capirete che è tutto inutile?"

"Non iniziare anche tu" Sbuffo.

Nash ci avvisa che il pranzo è pronto, ci accomodiamo tutti a tavola. "Non posso crederci, hanno scritto che Stassie è la sua ragazza" Megan ancora si lamenta. "Non lo accetterei mai"

"Non riesco più a guardarlo in faccia"

"Ci rimarrà male"

"Perché pensate tutti che lui ci rimarrà male? Ed io? Che mi sento delusa ancora una volta da lui?" Mi alzo dalla tavola.

"Rose"

"Mamma non ho fame" Mi giustifico, sento un'altra sedia strisciare a terra e prego che non sia quella di Adam.

Entro dentro sedendomi sul divano.
Mi ritrovo mio fratello davanti a me, si siede, mi accarezza i capelli. "Non voglio difenderlo, anzi, vorrei spaccargli la faccia. Ma lui su questo comportamento ci deve ancora lavorare,  te lo ripeto. Adam non butta giù una lacrima neanche se muore qualcuno, ma per te ne ha buttate davvero tante. "

"Davvero credi che io dopo quell'articolo di giornale potrei perdonarlo? Assolutamente no. Non voglio né vederlo, ne tantomeno parlare con lui"

"Se è questo quello che ti senti di fare, va bene così" Mi abbraccia.

Ancora una volta c'è lui a confortarmi.
A farmi sorridere.
A tirarmi su.
A farmi sentire a casa.

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