Capitolo 16

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"I nostri genitori verranno, me lo sento, non ci lasceranno di certo qui" Dice Leon con tono preoccupato.

"Leon, sta zitto!" Lo rimprovera Adam. "Non è il momento di piangersi addosso"

"Adam, scarica la tua maledetta tensione su qualcun altro" Jade sbotta contro di lui.

"La smetti di muoverti in continuazione? Sei un fastidio continuo" Mi lamento, Megan è legata con la mia stessa corda, non riesce a stare un attimo ferma.

"Stare attaccata a te non è la cosa più bella di questo mondo, lo sai?"

"Vale lo stesso per me, principessa" Dico con tono divertito.

"Non prendermi per il culo Rose, scendi da quel cazzo di piedistallo"

"Megan!" Esclama mio fratello. "Quella che dovrebbe scendere dal piedistallo sei proprio tu, anzi, aspetto una tua caduta, dovrò farmene di risate" Sorride già da ora.

"Sei mitico! Aspetti una sua caduta? Ma che amico sei?" Sbraita Adam.

"Prezzemolino, riesci a non intrometterti?"

"Sto solo difendendo mia sorella, non ti permetto di parlarle così"

"Io stavo solo difendendo la mia!" Si difende Evan.

"Ragazzi! Smettetela! Avete rotto le palle, tutti e due, tutti e quattro. Tutta questa situazione ha rotto le palle." Marco è in preda ad una crisi nervosa.

Fin da piccolo, ha avuto problemi al sistema nervoso, è sempre stato un ragazzino pronto a picchiare chiunque gli dicesse qualcosa, è facilmente irritabile, noi sempre pronti a sostenerlo.

Ma adesso, come faremo?

"Marco" Sussurra Brenda. "Marco, respira a pieni polmoni, andrà tutto bene"

Nessuno può soccorrerlo, nessuno può andargli vicino.

"Che sta succedendo qui?" Samuel scende di sotto, bacchetta una mazza da baseball sul palmo della sua mano. "Cos'ha questo ragazzo?"

Marco ha ormai chiuso gli occhi, il suo corpo trema alzandosi da terra, il suo respiro è affannato.

"Samuel, per favore" Dico io. "Dobbiamo aiutarlo, faremo ciò che vuoi, tutto ciò che vuoi"

"Beh, diciamo che sta accadendo una delle cose che voglio, quindi non mi servite a niente" Ride con cattiveria. "Marco? Mi senti ancora?"

"Ragazzi" Sussurra Marco. "Ce la farò, grazie a voi" Riesce a respirare come prima, apre gli occhi e ci guarda.

Samuel sbuffa andando via.

Siamo qui da qualche giorno, l'unica cosa che ci hanno offerto è dell'acqua, calda.
Ma nessuno è venuto a salvarci, quindi forse dovremmo farlo da soli.

"Marco, come va?" Chiedo.

"Potrebbe andare meglio, ma non mi lamento" Sorride mostrando il suo ottimismo. 

"C'è qualche via di fuga? Qualche modo per uscire da qui?" Chiede Jacob infastidito. 

"Non credo, è un buco senza aria" Risponde mio fratello.

"L'unico modo sarebbe uscire da questa stanza, ma come?" Ragiona Leon.

Mio fratello si dimena, cercando di spezzare la corda, riesce solo a creare un gran casino.

Qualcuno sbatte la porta, entra un uomo robusto, il suo volto è ricoperto di barba, il suo corpo di tatuaggi.

"Sei uguale a tuo padre!" Esclama incazzato. "Credevi di liberarti così facilmente?"

Mio fratello sputa sul viso dell'uomo, che si ripulisce subito. "Mai mettersi contro un Dallas"

"Io direi di più di non mettersi mai contro Logan Malone"

Lui è Logan Malone?
Nessuno di noi lo ha riconosciuto
La sua presenza è ormai vecchia e trasandata, non più come si presentava nelle vecchie fotografie appese alle pareti.

"Tu sei?" Jade resta con la bocca a mezz'aria.

"In carne ed ossa" Risponde lui.

"Bene! Allora che ne dici di spigarci il motivo per cui siamo qui?" Dice Jacob con tono scorbutico.

"Dovrei?" Domanda Logan con tono divertito. "Il mio obiettivo non siete voi, cosa dovrei farci con una banda di rammolliti?" Alza le braccia al cielo. "Praticamente niente!" Esclama ridendo. "Ma i vostri genitori vi dovranno pur venire a cercare, no?" Si avvicina a Megan, che sarebbe sua nipote, le accarezza il viso, lei si volta con espressione di disgusto. Poi guarda Adam. "Un po' mi somigli, sai? Scommetto che sei identico a me"

"Non sono come te!" Esclama Adam.

"Si, okay" Risponde non curante. "Statemi bene" Sorride mostrando qualche dente d'oro, di sicuro perché i suoi sono ormai malandati.

"Perché i nostri genitori non ci hanno mai detto niente di questa storia?" Domanda Jade.

"Forse proprio per tenerci al sicuro" Risponde Leon. "Non è un bel discorso da fare ai propri figli, i nostri genitori hanno sbagliato, hanno avuto un'adolescenza un po' troppo fuori legge"

"Già, tutti sbagliano" Dice Brenda.

"Nostra madre poteva dirlo che avevamo uno zio senza rotelle a posto" Sbraita Adam.

"Appunto per quello non ve lo ha detto" Specifica Jade. "Spero che i nostri genitori verranno presto e ci racconteranno tutto"

In verità lo spero anche io, non riesco più a stare rinchiusa dentro quattro mura che puzzano di marcio, proprio no.
Io adoro essere libera, mi paragono ad una rondine, come posso resistere un altro giorno in più qui?

Mentre parlo con me stessa, dentro la mia testa, i ragazzi si addormentano.
Ogni notte li guardo dormire fin quando non chiudo occhio anche io.

"Rose" Sussurra Adam. "Sei sveglia?"

"Si"

È buio, non riesco quasi a vedere niente, ma sento dei rumori, Adam si struscia a terra, arriva giusto giusto al mio fianco, spostando la sorella.

Sento il suo fiato così vicino a me. "Non hai detto una parola, quasi niente"

"Non sono un grillo parlante, lo sai"

"Ma neanche un mimo però"

"Beh, forse non sapevo cosa dire, è una situazione abbastanza strana"

"Hai ragione!" Esclama. "E pensare che mi ero addormentato con te al mio fianco, non desideravo altro"

"Davvero?" Sgrano gli occhi, ma lui di sicuro non può vedermi.

"Davvero" Afferma. "Avevo un sonno"

"Adam" Lo richiamo. "Davvero non desideravi altro?"

Per qualche secondo cala il silenzio, poi risponde. "Mi si chiudono gli occhi, come quella notte" Fa finta di fare uno sbadiglio.

Faccio un sospiro, per non arrabbiarmi con lui e fargli sputare la maledetta verità. Oppure non è la verità, è solo quello che voglio sentirmi dire.

Rose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora