Capitolo 32

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Come una piccola creatura indifesa cullata tra le braccia di sua nonna, mi sono addormentata come se sotto la mia schiena ci fossero un mucchio di nuvole.

Potrebbe essere tutto inventato, tutto racchiuso in un sogno, ma riaprendo gli occhi lei è al mio fianco ed io così simile a lei.

Bussano alla porta. "Nonna, nasconditi" Sussurro.

"Oh no, piccola mia, nessuno può vedermi oltre te"

Avevo dimenticato.

"Buongiorno piccola, sei sveglia?" Mio padre apre la porta, affacciandosi.

"Si, papà"

Viene verso di me, sedendosi sul letto. "Non ci sei mai a casa, cosa sta succedendo? Non voglio entrare nelle tue cose o essere un padre troppo invadente, ma voglio che se qualcosa non va, devi dirmelo"

"È tutto okay" Dico.
Vedo gli occhi di mio padre diventare lucidi tutto ad un tratto. "Tutto bene?"

"Certo" Risponde alzandosi e passandosi le mani sulle ginocchia. "Ti aspettiamo giù" Fa per andare via, ma poi ritorna da me. "Buon Natale piccola"

Quando va via, vedo l'immagine di mia nonna ancora incantata a guardare la porta appena chiusa da suo figlio. "Nonna"

"Ricordo ancora l'ultima volta che lo vidi chiudere la porta, l'ultima volta che vidi le sue spalle piccole, i suoi capelli lunghi e disordinati, la sua tenera voce mentre urlava di non lasciarlo e il suo respiro mentre sussurrava di volermi bene" Sospira. "È difficile Rose, è difficile lasciare la tua famiglia sapendo di provocare solo dolore e sofferenza, difficile vedere un figlio ormai uomo, senza averlo visto crescere. Ma sono contenta che lui ha incontrato una donna come tua madre, come vorrei tanto festeggiare il Natale insieme a voi"

"Nonna non essere triste"

"No, sono contenta della famiglia che ha creato, Abigail è una ragazza straordinaria posso assicurartelo, Evan, ogni volta mi ricorda tuo nonno, Beth è stupenda. Non posso fare altro di gioire per lui, per quanto ho potuto crescerlo, è davvero un uomo forte" Arriccia i miei capelli. "Adesso vai a prepararti"

"Si, ma non te ne andare"

"Non potrei mai"

Vado in bagno a farmi una doccia, sento mia nonna sbraitare per qualcosa in camera, quindi mi sbrigo a lavarmi dopodiché mi copro con il mio accappatoio e la raggiungo. "Chi è questo ragazzo? Guarda che occhi dolci che ha in questa foto mentre ti guarda"

"Si chiama Adam"

"Potresti farmi vedere il passato?" Mi chiede ed io rispondo affermativamente.

Inizio dalle prime scene, ricordando un piccolo Adam e una piccola me mentre litigano ma allo stesso tempo cercano un modo per parlarsi, per fare pace.

Evan sempre protettivo nei confronti della piccola Rose, ma Adam di certo non aveva intenzione di ascoltare Evan e di allontanarsi dalla piccola bambina con i ricci color oro.

"Adoro Evan" Sussurra Nonna.

Crescendo le cose non sono ancora cambiate, Adam proteggeva lei da tutto e tutti, era diventato quasi la sua ombra in assenza di suo fratello.

Ma crescendo, crescevano anche i sentimenti fra loro, tanto da farli allontanare a volte, ormai adolescenti, l'orgoglio regna tra loro. "Innamorato fin da piccolo questo Adam" Dice lei, provocando un qualcosa dentro il mio stomaco.

Ma per quante volte si allontanavano, riuscivano sempre ad avvicinarsi, si ritrovavano.

Un giorno lei andò via lasciando Adam con le altre ragazze, credendo forse che dopo lui le sarebbe corso dietro, ma no, lui la lasciò andare.

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