Capitolo 20

225 10 0
                                    


Sono gli sbagli che insegnano ad andare avanti nella vita, che ci insegnano il giusto, a non rifarli più, ad imparare da essi.

"Hai preso la pillola?" Domanda Evan riferendosi alla pillola assegnata dal dottore l'altro giorno.

"Si" Rispondo guardandolo con uno sguardo pieno d'amore.

Per me, mio fratello è tutto.
L'unico uomo che mi vorrà sempre bene, l'unico che combatterà sempre per me, l'unico che mi dimostrerà tutto.

Vede il vassoio con il pranzo. "Non mi dire che hai di nuovo bevuto il brodo dal piatto?"

"Sempre!" Esclamo divertita.

"Sei impossibile" Sbuffa.

"Evan, dov'è Adam?" Domando.

Lui resta di sasso, balbetta. "Non dovrei dirtelo, ma non se la sentiva di venire"

"Ah, okay" Sussurro. "La dottoressa ha detto che posso restare da sola"

"Vuoi restare da sola? Aspetto fuori?"

"No Evan! Vai a casa! Riposati, io starò bene"

"No Rose! Lo sai che non ti lascio"

"Ti prego, ho bisogno di stare da sola. Se avrò bisogno, ti chiamerò"

Mi stampa un bacio sulla guancia. "E va bene, hai vinto sorellina" Come sempre si attacca a me, abbracciandomi forte e baciandomi. "Riguardati" Dice, prima di andare via.

Aspettavo questo momento, quello di passare del tempo da sola anche se quando lo faccio non va mai bene niente. "Rose" Mi chiama Nate.

"Nate? Da dove sei spuntato?" Chiedo guardandomi intorno.

"Dalla porta" Fa un cenno verso essa. "Eri troppo immersa nei tuoi pensieri, eh?"

"Già"

"Come stai adesso?" Chiede, ed io rispondo.

Con lui mi sento come con nessun altro.
Ho voglia di parlare e non ne ho mai voglia.
Non vedo l'ora di vederlo per passare del tempo con lui.
E come non mai, sento di parlarci di quello che è successo, ma adesso sto bene.

"Sarà anche inutile dirti di non abbatterti, dirti che vai bene così, perché se non piaci a te stessa, tutto ciò che gli altri blaterano non conta niente. Quindi io ti dico solamente di non mollare, di resistere.  Di essere felice con te stessa e di amare te stessa"

"Ti prometto che lo farò, forse non adesso, un giorno, ma lo farò"

"Non devi prometterlo a me, devi prometterlo alle persone che ci tengono a te. Devi prometterlo a Adam, fallo. Promettigli che un giorno ti amerai come lui fa con te. "

"C-cosa? Nate, stai bene? Hai bevuto?"

"No, anche se ti dimostra il contrario, anche se non avrà il coraggio di dirtelo. Questa è la verità, questi sono i fatti. "

"Ma dai, tu come fai a saperlo?"

"Un giorno te lo dirò, per adesso lo so e basta"

"Adesso devo andare, mi raccomando quello che ti ho detto"

Neanche il tempo di salutarlo, che corre via sbattendo anche la porta, dando la colpa al vento.

Domani tornerò a casa.
Quando eravamo bambini, i nostri genitori ci portavano fuori ogni weekend, facendoci visitare ogni posto, nuovi cibi, nuove abitudini, nuove usanze ed il nuovo è sempre bello.

Questa volta sento la porta bussare, entra Adam con il vassoio per la cena tra le mani. "Posso?"

Annuisco.

Lui fa un sospiro di sollievo, entra richiudendo la porta dietro di se.
Viene a sedersi al mio fianco, posa il vassoio sul letto.

Guardo il piatto con il brodo, alzo gli occhi al cielo. "Diventerai brodo anche tu"

"Già, è così" Sbuffo.

Come mio solito, prendo il piatto portandolo alla bocca bevendo il brodo direttamente da esso.

Adoro farlo con Adam, allontano il piatto da me avvicinandolo a lui, che inizia a berlo anche lui. "Credo che lo faremo fino agli ottant'anni"

"Ci scommetto" Sorrido.

Toglie il vassoio dal mio letto, con esso anche il cappotto che indossava insiste al berretto.

Noto che è bagnato, sono contenta di avergli offerto il mio misero brodo. "Pioveva?"

"Già, e non avevo l'ombrello come mio solito, comunque piove anche adesso" Dice affacciandosi alla finestra.

"Vieni qui" Gli faccio posto al mio fianco, non se lo fa ripetere due volte.

"Mi dispiace di averti detto qualcosa che ti ha ferito, ma non capisco perché tu ti debba comportare così con me"

"Non lo capisco anche io, ma sei tu che devi scusarmi"

"Tranquilla" Mi accarezza i capelli.

"Adam, posso farti una promessa?" Domando, sento davvero di fare ciò che mi ha detto Nate.

"Certo"

"Ti prometto che mi amerò prima o poi, mi amerò come, come"

"Come?" Chiede lui.

"Come non ho mai fatto"

"Io ci sarò, il giorno in cui ti amerai, io sarò con te e ti aiuterò in tutto per farti mantenere questa promessa"

"Ti ringrazio"

"Hai sonno?" Chiede lui.

"Forse un po'"

"Allora addormentati, perché di certo non chiuderò gli occhi lasciandoti sveglia, poi sgattaiolerai fuori da qui appena sentirai un rumore"

"Che cretino!"

"Non si può dormire tranquilli con te"

"Buonanotte Adam" Mi volto dall'altra parte.

Un po', forse, ci sono rimasta male che non mi abbia detto quel 'come me' ma d'altronde cosa potevo mai aspettarmi?

Adam non è il tipo che riesce ad amare qualcuno, proprio perché non l'ha mai fatto.
Proprio perché non gli è mai interessato niente che fosse serio.

"Buonanotte Rose" Sussurra tra i miei capelli.

Rose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora