Seven

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Piano piano tutti iniziarono ad andare via, e alla fine rimanemmo solamente Remus, Hermione, Ron, Harry ed io dentro a quell'aula buia, o per meglio dire, male illuminata. I miei tre migliori amici stavano vicino alla porta e chiacchieravano a bassa voce, mentre il mio professore guardava la luna quasi piena che si stagliava lucente nel cielo fuori da una delle grandi finestre di cui la stanza era provvista. Hermione ed io ci scambiammo uno sguardo d'intesa, e subito lei fece segno ai due ragazzi di iniziare ad avviarsi verso il dormitorio, e dopo averle lanciato un ultimo sguardo pieno di gratitudine, anche la migliore amica sparì tra i corridoi del castello lasciando me e Remus soli.
Feci un respiro profondo e mi avviai cautamente verso l'uomo, che adesso mi stava dando le spalle, indecisa su cosa fare o su cosa dire, ma quando gli fui abbastanza vicina, fortunatamente fu lui a voltarsi e a rompere il silenzio per primo.
"Mi dispiace." Disse, ed era vero, potevo leggerlo chiaramente nei suoi occhi grandi e dolci che adesso cercavano i miei.
"Per che cosa?" Chiesi in un sussurro. La tenue luce lunare illuminava il suo viso, che per me era comunque bellissimo, nonostante le grandi cicatrici che lo attraversavano interamente.
Lui sospirò "Per il mio comportamento di questa sera, non avrei dovuto intromettermi tra te e Charlie."
"A me ha fatto piacere che lei l'abbia fatto." Ammisi in un sussurro, abbassando lo sguardo.
"Appunto." Disse solamente lui.
"Io...io non la capisco." Ribattei sinceramente; avevo deciso, con un impeto di coraggio, che tanto valeva giocare a carte scoperte.
"Non sei la prima persona che me lo dice, ma a cosa ti riferisci in particolare?" Sorrise appena, ma ero certa che anche lui fosse consapevole dell'importanza di quella conversazione.
"Lei mi ha detto solo poche ore fa di non farmi illusioni su qualcosa che non accadrà mai, e adesso si mette ad allontanare un ragazzo che é gentile con me. Se lei fa così io non riesco a non illudermi..." Dissi reggendo il peso del suo sguardo.
Lui sembrò soppesare i propri pensieri "Hai ragione Sophia, hai ragione, e mi dispiace molto. Ti prometto che la prossima volta...io...io non mi intrometterò. É giusto che tu faccia la tua vita."
Corrugai la fronte davanti alla sua affermazione. Intendeva dire che era geloso?
"Remus" lui fu sorpreso quanto me dal fatto che lo avessi chiamato per nome "Tu...tu provi qualcosa per me?" Gli domandai piano, e portai una mano sul suo viso, accarezzando con dita tremanti una delle sue cicatrici. Lui chiuse per qualche attimo gli occhi a quel contatto, ma poi afferrò con fermezza il mio polso, portandolo lontano dal suo viso e disse flebilmente "No Sophia, non posso. Ti prego di tornare al tuo dormitorio adesso."
"No, io non me ne vado, Remus, non prima che tu mi abbia dato una risposta." Volevo andare a fondo a quella situazione.
"Come puoi chiedermi di rispondere ad una domanda del genere?" Chiese lui con un tono di voce più alto del solito ed allontanandosi di scatto, facendomi rendere conto di quanto fossimo stati vicini fino a pochi istanti prima "Anche se fosse, tu sei così bella...e giovane...no, no. Io non mi permetterei mai di intromettermi nella tua vita e renderla un inferno. No, non posso." Disse iniziando a fare avanti e indietro davanti ai miei occhi.
"Neanche se io lo volessi? Non conta niente quello che penso io?" Sbottai senza nemmeno pensarci. Lui si voltò di scatto verso di me e fece incontrare i nostri sguardi, per poi scoppiare in una risata cupa, triste e artificiale. Quel suono si fece strada dentro di me, insinuandosi in ogni parte del mio corpo, per poi cessare improvvisamente. Remus si passò una mano tra i capelli, e subito nei suoi occhi comparve una luce che non avevo mai visto prima, ma che avrei preferito di gran lunga non vedere, tanta fu l'inquietudine che mi trasmise.
"La vedi quella?" Mi urlò contro indicando la grande luna che si stagliava fuori dalla finestra aperta. Un brivido di paura percorse la mia schiena.
"Lo sai cos'è quella?" Chiese nuovamente, in tono beffardo.
"Remus...-" Tentai, ma lui mi interruppe bruscamente.
"Bene, te lo dico io cos'è. Quella é la Luna. E sai cosa vuol dire questo? Che tra una settimana esatta io mi trasformerò in un mostro" si avvicinò a me di qualche passo "in una creatura orribile" continuò, avvicinandosi ancora "In un assassino." Concluse con un sussurro. Adesso solo pochi centimetri ci separavano, non gli ero mai stata così vicina e sentivo dentro di me un disperato desiderio di posare le mie labbra sulle sue.
"É un assassino che vuoi accanto a te?" Non risposi.
"Allora? É questo che vuoi?!" Urlò di nuovo facendomi sussultare. Sentii le lacrime iniziare a salire, ma stavolta non provai neanche a fermarle, non m'importava. Lui se ne accorse, e subito vidi i suoi occhi tornare dolci come lo erano sempre stati, per poi tornare ostili e freddi subito dopo. Si allontanò a grandi passi dandomi le spalle, fermandosi solamente quando fu sicuro di essersi allontanato abbastanza. "Fuori. Torna al tuo dormitorio immediatamente." Disse, continuando a darmi le spalle. Mi lasciai sfuggire un singhiozzo e poi corsi verso la porta, e la chiusi, sbattendola con forza, producendo un pesante rumore metallico. Stavo per avviarmi correndo verso la Torre di Grifondoro, quando Hermione si tolse il mantello dell'invisibilità e rivelò la sua presenza. Senza pensarci un attimo mi buttai tra le sue braccia; le lacrime mi rigavano le guance e i singhiozzi mi scuotevano con forza.
Lei mi strinse a sé e mi accarezzò la schiena "Sta tranquilla, tranquilla." Sussurró dolcemente e ci coprì entrambe col mantello. "Vieni,  torniamo alla Torre di Grifondoro." Mi disse lei, asciugandomi una delle tante lacrime che scendevano sulle mie guance. Annuii ed insieme ci avviamo silenziosamente verso la Torre. Dopo esserci subite una ramanzina dalla Signora Grassa sul fatto che fosse tardissimo e che avessimo disturbato il suo pisolino di bellezza, riuscimmo finalmente ad entrare nella nostra Sala Comune. Del fuoco non c'era più traccia, nel caminetto ardevano solamente i tizzoni e la legna ormai bruciata e consumata interamente. Ci sedemmo su uno dei divani in pelle rossa ed iniziai a fare respiri profondi per calmarmi e mi strofinai gli occhi con i dorsi delle mani per asciugare del tutto le lacrime rimaste. Dovevo avere un aspetto orribile, soprattutto perché avevo messo del mascara.
"Devo raccontarti una cosa...-"
"Lo so, lo so. Ho sentito tutto, avevo deciso di aspettarti sotto al mantello."  Disse lei accarezzandomi il ginocchio. Non me la presi per il fatto che lei avesse assistito all'intera scena, anzi ne fui sollevata, così non avrei dovuto fare un'ulteriore sforzo per raccontarle tutto nei particolari, come era mia abitudine fare.
"Grazie." Le dissi e accennai ad un sorriso "Sono fortunata ad avere un'amica come te." Aggiunsi.
Lei mi sorrise di rimando e disse "Non dirlo neanche." Poi fece una pausa "Ti va di parlarne?"
"Se va a te." Ridacchiai, ma la mia voce era ancora triste.
"Sai cosa penso?" Disse subito lei seria.
Scossi la testa sorridendo alla sua espressione.
"Che Remus sia interessato a te, e anche parecchio."
Scossi ancora la testa piano, sorridendo amaramente "Herm, lui non è un ragazzino. Remus é un uomo e, credimi, se avesse provato qualcosa per me non mi avrebbe allontanata in quel modo."
"Ma é proprio perché è un uomo che ti ha respinta! E poi non dimenticare che lui è un licantropo, si crede un mostro e non vuole metterti in pericolo!" Disse lei in tono di ovvietà.
"Oh andiamo Hermione, quando Tonks gli si strusciava addosso non sembrava essere molto preoccupato per lei!" Protestai abbandonandomi sullo schienale del morbido divano.
"Perché a lui Tonks non interessa minimamente!" Disse spazientita. "E poi ha praticamente ammesso di provare dei sentimenti per te, senza contare il fatto che ci é mancato poco affinché ti facesse una vera e propria scenata di gelosia! Hai visto come ha liquidato Charlie?"
"Non è questo il punto." Dissi chiudendo gli occhi.
"Si invece!"
"E allora cosa dovrei fare secondo te?" Borbottai spazientita.
"Ignoralo." Disse lei scrollando le spalle. Alzai la testa dallo schienale e le rivolsi uno sguardo divertito.
"Cos'hai da perdere?" Chiese Herm incrociando le braccia.
Sospirai "E va bene, ci proverò." Mi arresi. Lei annuí soddisfatta, poi si alzò con un balzo dal divano e mi tese una mano per aiutarmi ad alzarmi. Salimmo la scala a chiocciola e, una volta arrivate nel nostro dormitorio, ci mettemmo sotto le coperte senza neanche metterci il pigiama, tanta era la stanchezza che avevamo.
"Sarà meglio dormire visto che domani una di noi dovrà affrontare il compito più difficile della sua vita, e non sono io." Disse la riccia con un sorriso sornione e lo sguardo di chi la sa lunga.
"Si si, buonanotte." Borbottai sorridendo.
Chiusi gli occhi e mi addormentai immediatamente, sognando i grandi occhi ambra di Remus.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora