Fifty-eight

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La mattina seguente varcai il portone della Sala Grande con una certa esitazione e nervosismo.
Sapevo che Remus non sarebbe stato seduto al tavolo degli insegnanti quella mattina, eppure non riuscivo a smettere di pensare a quello che sarebbe accaduto quella sera. Presi posto accanto a Ron e presto si aggiunse anche Neville, che portava con sé una specie di piccolo cactus grasso e basso, con le spine più acuminate che avessi mai visto.
Il ragazzo avvicinò con amore un pezzo di salsiccia alla pianta, come se potesse mangiarlo. Io e Ron ci lanciammo uno sguardo stranito.
"Neville, che diamine stai...-" Iniziò Ron, ma improvvisamente il piccolo cactus tirò fuori da una minuscola apertura un'enorme lingua bluastra, che si arrotoló attorno alla forchetta e fagicitó il pezzo di salsiccia, con tanto di ruttino. Neville lo guardò con espressione adorante.
"Oh miseriaccia!" Esclamò il rosso, proteggendo con le braccia il suo piatto.
"Neville, che cos'è questa...pianta?" Domandai incuriosita e allo stesso tempo vagamente disgustata.
"È una Pylants Abiectis del Sud America, me l'ha portata il mio gufo ieri sera, è per il mio compito di Erbologia. Non è uno splendore?" Chiese con aria sognante.
"Sì, proprio un amore." Commentò sarcastico Ron. Nevile non lo ascoltò nemmeno. In quel momento Luna ci passò accanto saltellando, con sotto braccio una copia della Gazzetta del Profeta.
"Ciao Ragazzi." Ci salutò tranquilla "Bella la tua Pylants Abiectis, Neville." Lui le resituí uno sguardo raggiante e le sue guance si tinsero di rosso.
"Questa è per te Sophia, ho pensato ti avrebbe fatto piacere leggere a pagina 6." Disse, e senza aspettare una risposta da parte mia, ricominciò a saltellare in direzione del tavolo di Corvonero.
"Grazie." Mormorai, consapevole del fatto che non potesse sentirmi. Aprii il quotidiano a pagina 6.
La prima cosa che spiccava era una grande foto in bianco e nero di Remus, con i capelli scompigliati, la camicia lacera da cui si intravedeva un profondo taglio all'altezza dell'addome e uno sguardo talmente profondo e vivido che per un momento mi sembrò di essere faccia a faccia con lui.
Subito sotto c'era il titolo dell'articolo a caratteri cubitali:

Il professore di Hogwarts Remus Lupin uccide brutalmente il Mangiamorte e lupo mannaro Fenrir Greyback
-stesura scritta a opera di Rita Skeeter-

L'affascinante e misterioso Remus John Lupin, che attualmente fa parte del corpo insegnanti in qualità di docente di Difesa Contro Le Arti Oscure alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, è stato sorpreso da alcuni inviati della Gazzetta del Profeta la notte del 12 Marzo in un bosco isolato nella periferia di Londra. L'uomo infatti, sembrerebbe essere stato colto proprio nel momento in cui avrebbe sferrato al pericoloso lupo mannaro, Fenrir Greyback, il colpo mortale, lanciandogli l'anatema che uccide. Immediatamente migliaia di abitanti del mondo magico, giornalisti e lo stesso ministro della Magia sono accorsi sul posto per acclamare il valoroso mago che ha eliminato uno dei più temibili Mangiamorte in circolazione, ma lui ha reagito quasi con fastidio a quelle acclamazioni di gioia. Non ha infatti voluto rilasciare alcuna intervista, ma la sottoscritta è riuscita a strappargli una fugace dichiarazione.
"Le ragioni per le quali ho agito così le sapranno coloro che devono saperle." Ha dichiarato in modo spiccio, nel momento in cui la sottoscritta gli ha chiesto perché avesse deciso di affrontare personalmente il lupo mannaro.
"Quella bestia mi ha rovinato la vita da quando ero solo un bambino e stava per rovinarla anche alla persona che amo, non avrei mai permesso che lei pagasse per qualcosa di cui non ha colpa."
Il famoso Remus Lupin ha quindi ammesso la presenza di una donna nella sua vita, che lo ha inevitabilmente spinto a compiere un così pericoloso gesto, tutti noi siamo certi di quanto questa misteriosa presenza femminile sia fortunata nell'avere accanto un uomo così. L'uomo ha lasciato il bosco quasi subito, rifiutando le cure mediche di medimaghi e infermieri del San Mungo accorsi sul posto, dicendo che aveva cose più importanti da fare. Il corpo senza vita dell'ex lupo mannaro è stato prelevato da una squadra specializzata del ministero e verrà in seguito perquisito affinché sia accertato che non possedesse con sé manufatti oscuri, e la bacchetta messa al sicuro in una camera blindata alla famosa banca Gringott, a Diagon Alley, che verrà anch'essa sottoposta ad ulteriori esami ad opera del famoso fabbricante di bacchette Ollivander.

Una volta terminato di leggere l'articolo, ripiegai il giornale e lo infilai nella mia borsa.
Ron, davanti a me, parlava con Seamus di Quidditch, mentre Neville era andato a sedersi vicino a Luna, al tavolo di Corvonero. Non avevo neanche notato che Hermione, ora seduta accanto a me, aveva il giornale alla stessa pagina che stavo leggendo fino a poco prima.
"Volevo dirti di leggerlo, ma a quanto pare Luna ci ha pensato prima di me." Commentò, e mi parve di sentire una nota di gelosia nella sua voce.
"Grazie del pensiero, l'importante è che io l'abbia letto." Ribattei, vagamente imbarazzata.
Lei annuí in silenzio, mangiando una cucchiaiata del suo porridge. Avevo capito che Hermione non era più arrabbiata con me, e fui molto felice di questo.
"La odio quella Skeeter." Disse poco dopo "Distorce sempre la realtà a suo favore."
"Tu credi che lui non abbia detto davvero quelle cose?" Le chiesi, mordicchiandomi nervosamente il labbro.
"No non intendevo questo." Ribatté lei "Ma sai com'è fatta la Skeeter, non ci si può mai fidare di lei."
Alzai le spalle, sollevata "Forse sì."
Detto questo, feci per alzarmi. Essendo sabato non avremmo avuto lezioni quel giorno, per cui volevo andare in infermeria a vedere come stava Remus.
"Sophia?" Era Hermione.
"Si?"
"Io...mi dispiace per ieri. Ero solo preoccupata per te, beh lo sono ancora in realtà, e non voglio che tu soffra ancora. Sei la mia migliore amica e non voglio litigare con te." Disse lei guardandomi con occhi sinceri.
Io le sorrisi "Non preoccuparti, è tutto apposto." Le strinsi dolcemente una spalla e mi avviai fuori dalla Sala Grande, in direzione dell'infermeria. Le pesanti porte erano spalancate per permettere alla luce naturale di entrare nell'ampia stanza.
Rimasi qualche istante sulla soglia, dondolandomi sui piedi in attesa che arrivasse Madama Chips. Non volevo infiltrarmi di nascosto come una ladra. Dopo qualche minuto la vidi scendere la scala a chiocciola nel lato opposto a quello dove mi trovavo io, e affaccendarsi intorno ad una ragazza stesa nel suo letto.
La donna alzò gli occhi nei miei quasi subito e mi sembrò che una smorfia di fastidio fosse comparsa sul suo volto. Mi sentii terribilmente a disagio. Dopo aver finito di medicare il braccio della ragazza si avvió a passo svelto verso di me, pulendosi le mani nel grembiule.
"Signorina Hayden, se è qui per vedere il professor Lupin devo avvertirla che se n'è andato stamattina molto presto." Disse lei sbrigativa. Lo sgomento mi assalí. Dove si era cacciato adesso? Era mai possibile che quell'uomo sparisse sempre?
"Ha detto dove andava?" Chiesi tremante.
"Ha detto solo che doveva sbrigare delle faccende al Ministero." Borbottó lei.
Sospirai.
Perché quell'uomo doveva sempre sparire? Quando sarebbe tornato? Sarebbe venuto a prendermi quella sera oppure no? Immediatamente i miei pensieri presero la deriva, fino ad immaginare gli scenari peggiori.
"È inammissibile...-" Fu il borbottio concitato di Madama Chips a farmi riscuotere.
"Che cosa?" Domandai.
Il piede della donna picchiettava nervosamente sul pavimento di pietra e lei sembrava incerta se parlare oppure no. Alla fine scoppiò.
"Non posso credere che una ragazza della tua età abbia una relazione con un uomo adulto come Lupin." Sbottó con una certa preoccupazione "Se fossi tua madre io...-"
"Ma lei non è mia madre."
Sibilai, pentendomene all'istante.
"Mi scusi." Dissi subito "Grazie di essersi preoccupata, lo terrò in considerazione." Mentii.
Non avrei mai permesso a nessuno di mettere bocca sulla mia storia con lui. Loro non capivano, nessuno a parte me e Remus poteva capire.
La donna scosse la testa con rammarico "Quasi dimenticavo." Esordí, rivolgendomi un'occhiata a metà tra il preoccupato e l'infastidito "Il professor Lupin mi ha chiesto di darti questa."
La donna tirò fuori dalla tasca del grembiule un foglio di pergamena ripiegato un paio di volte su sé stesso, e me lo porse.
"Adesso scusami tanto signorina Hayden." Sibiló "Ma ci sono delle persone malate che hanno bisogno delle mie cure, arrivederci."
"Oh certo, mi scusi." Mormorai, e lanciata un'ultima occhiata alla donna che se ne andava borbottando, feci lo stesso e mi avviai verso il mio dormitorio con il foglio di Remus stretto tra le dita.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora