Fourty-eight

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Misi apposto il libro e mi voltai verso Remus. Lo sentii sospirare ed iniziare a sbottonarsi la camicia grigio antracite che indossava. Aveva l'espressione stanca e vagamente nervosa, probabilmente per colpa mia e della situazione in cui l'avevo messo. Mi sentii così in colpa che mi venne da piangere. Probabilmente sarebbe davvero stato meglio se fossi ripartita per la Tana il prima possibile, probabilmente l'amore che provavo per lui non bastava per far sì che la nostra storia andasse avanti serenamente. Al pensiero mi sentii morire. Mi concessi qualche istante per ammirarlo. La camicia sbottonata per metà metteva il mostra il torace più ampio che avessi mai visto e un ciuffo di capelli castani gli scendeva sulla fronte. Era così bello, ed era mio, lui era mio e di nessun'altra. Mi avvicinai a lui a piccoli passi fin quando non gli fui davanti. Lui alzò gli occhi su di me ed io gli feci un piccolo sorriso, prendendo le sue mani tra le mie. Lui iniziò a tremare.
"Lascia che ti aiuti." Sussurrai, accarezzandogli il viso. Lui lasciò cadere pesantemente le braccia lungo i fianchi ed io cominciai a sbottonare la camicia, scoprendo mano a mano il suo fisico possente. Una volta terminato, sbottonai i gemelli d'argento che tenevano chiuse le maniche al polsino e lasciai scivolare lentamente la camicia lungo le sue spalle. Remus abbassò la testa e iniziò a tremare più forte di prima, passandosi una mano tra i capelli. Probabilmente non voleva che lo vedessi così. Gli circondai il collo con le braccia e aderii al suo corpo, posando la guancia sul petto. Immediatamente mi circondó con le braccia, stringendomi a sé così forte da farmi mancare l'aria.
"Ti amo." Mormorai, accarezzandogli i capelli. Lui sciolse l'abbraccio
"Perché vuoi lasciarmi allora?"
Allarmata dal suo tono, presi il suo viso e lo alzai con la forza, accorgendomi che stava piangendo.
"Oh no, no! Io non voglio lasciarti!" Dissi tutto d'un fiato.
"Dici così solo perché ti faccio pena." Ribatté in tono monocorde "So che non vedi l'ora di andartene da qui."
"Non è vero, io voglio stare con te!" Mormorai con gli occhi lucidi. Remus non mi credeva. Il suo sguardo limpido e sincero non lasciava spazio ai dubbi.
"È tutta colpa mia, ho rovinato tutto. Non riesci neanche più a fidarti di me." Dissi con voce rotta, passandomi una mano sul viso e tentando di trattenere le lacrime. Aspettavo di sentire le braccia di Remus avvolgermi, e di poter appoggiare ancora la testa sul suo petto caldo, ma quel momento non arrivò. Alzai gli occhi pieni di lacrime e vidi con orrore che Remus se n'era andato. La camicia era ancora posata sul pavimento ai piedi della poltrona, e dalla cucina proveniva rumore di pentole sul fornello. Spalancai le labbra in un'espressione di muto dolore. Avevo ferito Remus così tanto da far sì che non volesse più guardarmi negli occhi e, cosa peggiore, che non si fidasse più di me. Che cosa sarebbe successo adesso? Mi avrebbe lasciata? Raccolsi la sua camicia da terra e la piegai in modo maldestro, appoggiandola sullo schienale della poltrona. Mi trascinai a fatica verso la camera da letto ed iniziai a riporre tutti i miei indumenti nel baule, cercando di non dare peso alle lacrime che mi rigavano le guance. Se Remus voleva che me ne andassi lo avrei fatto, non gli avrei messo fretta e non gli avrei imposto la mia presenza in alcun modo, anche se tutto quello che volevo era andare in cucina e riempirlo di baci, per poi fare l'amore con lui sullo stesso tavolo su cui mangiava ogni giorno, in modo che volente o nolente avrebbe pensato a me. Quel pensiero mi fece provare un calore doloroso alla bocca dello stomaco.
"Stai già preparando il baule?"
Mi voltai con il cuore in gola e con in mano un paio di mutandine bianche e una cannottiera. Remus era a petto nudo, appoggiato allo stipite della porta e mi guardava con espressione afflitta.
"Se vuoi che me ne vada devi solo dirmelo e toglieró il disturbo immediatamente." Ribattei alquanto tagliente, asciugandomi le lacrime con le maniche del cardigan. Ma Remus non si lasciò scalfire.
"Voglio fare una doccia." Disse, iniziando a sbottonarsi i jeans. Immediatamente la temperatura nella camera salì notevolmente. Deglutii e spostai lo sguardo sul mio baule.
"Oh d'accordo, allora io vado ad apparecchiare." Balbettai, mordendomi le labbra.
"No, intendevo dire che tu farai la doccia con me." Comandó risoluto, lasciando cadere a terra i jeans e rimanendo in boxer. Spalancai la bocca per dire qualcosa, ma non ne uscì alcun suono, l'unico rumore che sentivo era quello delle farfalle nel mio stomaco. Non mi ero neanche accorta che Remus mi si era avvicinato.
"Se davvero vuoi andartene stanotte, voglio essere certo che non ti dimenticherai di me facilmente." Sussurró al mio orecchio, facendomi venire la pelle d'oca.
"Non mi dimenticherei di te neanche volendo." Ribattei, lasciando un bacio sul bicipite del braccio destro.
"Fa' la doccia con me Sophia."
"Va bene."
Immediatamente vidi l'erezione di Remus spingere da sotto ai suoi boxer al pensiero che di lì a poco i nostri corpi nudi sarebbero entrati in contatto. Lui mi prese per mano e mi condusse attraverso il corridoio, arrivando al bagno principale. Era una stanza davvero grande, poco meno della sala, con un lavandino, i servizi igienici, una vastissima cabina doccia con le porte scorrevoli di cristallo, e in fondo era stata scavata nel pavimento una grande piscinetta con all'interno incastonate delle luci, a costituire un'enorme vasca da bagno. Le piastrelle sulle pareti erano blu, grigie e acquamarina, e rendevano l'intero ambiente accogliente, rilassante e vagamente soporifero.
"Vuoi fare il bagno o la doccia?" Mi chiese Remus.
"Il bagno." Dissi, volevo immergermi completai nell'acqua bollente insieme a Remus.
Lui sorrise "Bene allora."
Si diresse verso la piscinetta ed azionó alcuni rubinetti, che immediatamente riversarono potenti scrosci di acqua bollente nella vasca, da cui immediatamente si alzò una nube di vapore.
Sorrisi e tirai lievemente su col naso "Che esibizionista."
Remus fece un sorrisetto in risposta, mi si avvicinò e mi fece alzare le braccia sfilandomi il cardigan grigio, poi fu la volta dei leggins. Una volta rimasti entrambi in intimo, lui mi fece voltare e mi slacció il reggiseno, baciando dolcemente la pelle nuda della mia schiena lungo tutta la colonna vertebrale. Sospirai quando arrivó alle fossette alla base della schiena.
"Mi piacciono queste mutandine." Commentó con voce roca. Non capii perché gli piacessero tanto visto che erano rosa e coprenti, e non erano neanche appaiate con il reggiseno. Remus fece il giro e mi si posizionó davanti, togliendosi i boxer con un movimento fluido. Mi morsi con forza le labbra ed improvvisamente il caldo del mio corpo e del suo si sommarono a quello del vapore dell'acqua nella vasca. Lui afferrò con forza i miei fianchi e la sua erezione premette contro il mio basso ventre.
"Farai l'amore con me?" Gli domandai, accarezzando il suo labbro inferiore con le dita.
"Anche tutta la notte se questo dovesse servire a farti restare." Rispose lui, serio. Iniziai a tremare per l'eccitazione.
"Non me ne sarei andata comunque, a meno che tu non me lo avessi chiesto esplicitamente." Sussurrai posando le mie labbra sulle sue. Remus mi accarezzó la schiena e fece scorrere le mutandine lungo le mie cosce, e rimanemmo entrambi nudi. Lui mi prese in braccio a mo' di sposa ed io gli lasciai un bacio sul petto. Remus salì la piccola scala che conduceva alla piscinetta e mi adagió delicatamente sul bordo, dopodiché lui si immerse scendendo un'altra piccola scala. La sua schiena era soda e i muscoli delle spalle guizzavano da sotto la sua pelle ad ogni passo.
Era decisamente bellissimo. Quando fu completamente immerso, si avvicinò al bordo nuotando agilmente.
"È più profonda di quanto sembri." Mi avvertì "Sai nuotare?"
Scossi la testa in risposta, sorridendo come un ebete.
Non avevo mai avuto occasione di imparare bene, avevo fatto il bagno nel lago nero qualche volta, ma mi ero sempre assicurata di avere ancora terra sotto ai piedi.
"Ti prendo io." Disse, senza riuscire a nascondere un sorrisetto.
"Sì, prendimi adesso, ti prego."
Mi accorsi di aver dato voce ai miei pensieri solo quando Remus mi lanciò un'occhiata rovente. Arrossii immediatamente e mi morsi il labbro. Le sue mani strinsero la mia vita e mi trascinarono con gentilezza nell'acqua calda. Non appena fui completamente immersa, il mio corpo si rilassó immediatamente e d'istinto avvolsi le gambe attorno al bacino di Remus, e la braccia attorno al collo. Immediatamente sentii la sua erezione entrare in contatto con la mia intimità. Ansimai e mi stronfinai contro di lui per avere più contatto.
"Tu giochi con il fuoco, piccola." Soffió, mentre le sue dita mi penetravano con lentezza graduale. Iniziai a muovermi per andare incontro alle sue carezze, posando la testa sulla sua spalla. Sentivo il piacere crescere dentro di me, fino a quando Remus non inserí tre dita ed iniziò a spingere forte. Ansimai e mi strinsi di più a lui, mentre sentivo che l'orgasmo mi stava cogliendo. Gemetti piano il suo nome fino a quando non raggiunsi l'apice, mentre il mio corpo si rilassava e le braccia di Remus tornavano a circondarmi. La mia testa era ancora posata sulla sua spalla mentre le sue dita affusolate accarezzavano la mia schiena.
"Piaci a Jeffrey." Disse lui, stringendomi ancora di più a sé.
"Ma lui non piace a me." Sussurrai, non volevo che il nostro momento fosse rovinato "È inquietante."
Lo sentii ridere ironicamente "È un gran pezzo di merda."
"Come sei protettivo..." Sussurrai, mordendogli dolcemente il lobo dell'orecchio.
"Non riesco ad evitarlo, tu mi spingi oltre il limite, non riesco più a fare a meno delle emozioni che mi fai provare." Disse. Lo baciai dolcemente sulla bocca "Mi piace che ti prendi cura di me, nessuno l'aveva mai fatto prima d'ora." Mormorai.
"Lo farò fin quando tu vorrai."
Il mio cuore perse un battito.
"Non sai quello che dici." Dichiarai con un sorriso triste. Remus era bellissimo e la visione del suo petto scolpito imperlato di goccioline e rilucente di vapore mi distraeva.
"Sì invece." Ribatté tranquillo, accarezzandomi i capelli bagnati.
"Non sono tutta rose e fiori."
"Lo so, sei più spine." Sorrise "Ma preferisco una donna che mi ama e che mi odia ad una sottomessa ed accondiscendente. Tu sei indomabile e per questo sei meravigliosa, Sophia."
Gli accarezzai le guance e feci aderire la mia fronte alla sua "Io sono tua Remus, lo sono adesso e lo sarò finché lo vorrai."
Lui mi guardó negli occhi e potrei giurare di averli visti diventare lucidi "Tu sei la cosa più bella della mia vita."
Una lacrima mi scivoló lungo la guancia.
"Cosa ne sarà di me quando avrai smesso di amarmi?"
Lui parve sorpreso per un momento, poi fece aderire la mia schiena al bordo della vasca e il suo corpo premette ancora di più contro il mio.
"Io non credo che potrei mai riuscirci." Rispose lui. Era così serio, le rughe di espressione agli angoli della bocca erano accentuate a causa del vapore e delle gocce d'acqua che gli imperlavano le guance.
"Mi dispiace così tanto per prima." Singhiozzai "Non credevo che avrei potuto essere così gelosa, ma poi lei ti accarezzava ed io...-"
Remus chiuse le mie labbra con le sue, il calore alla bocca dello stomaco divampó improvvisamente. Il suo corpo aderì completamente al mio e non potei trattenermi dal gemere nella sua bocca. Una mano di Remus si infiló tra le mie cosce, mentre l'altra afferró il bordo della vasca. Divaricai completamente le gambe e lo sentii posizionarsi alla mia entrata. Non ce la facevo più, lo volevo dentro di me subito. Ansimai forte in una muta preghiera di farmi sua immediatamente.
"Oh dolce Sophia." Ansimó lui, premendo il petto ampio contro i miei capezzoli "Non ho niente da perdonarti, io avrei reagito mille volte peggio."
Quelle parole mi eccitarono così tanto che divaricai al massimo le gambe ed iniziai a dondolarmi freneticamente su di lui dal desiderio.
"Sta' ferma piccola, ferma, altrimenti ti farà male." Disse lui con voce a stento controllata. Smisi di strofinarmi contro di lui e dopo qualche secondo Remus mi penetró con lentezza. In quel momento capii che cosa intendeva poco prima; la pressione dell'acqua rendeva tutto più difficile, ed era fastidioso quasi quanto la prima volta.
"Ti fa male?" Chiese, una volta che fu dentro di me per intero.
"Un pochino...-" Balbettai. Lui mi bació sulla fronte con le sue labbra roventi ma sapevo che il suo corpo fremeva per muoversi. Dopo qualche secondo iniziò a spingere piano, dolcemente, come se mi cullasse, le sue mani mi tenevano inchiodata al bordo della piscinetta, mentre le mie gli accarezzavano le spalle e i capelli. Era diverso rispetto a tutte le altre volte in cui avevamo fatto l'amore, questa assomigliava di più ad un'altra prima volta. Inarcai la schiena in un muto invito ad accelerare. Lui non se lo fece ripetere ancora e mi riempì con ritmo rude ma allo stesso tempo dolce, non mi avrebbe mai fatto del male, non volontariamente almeno. Dopo diversi minuti le sensazioni si mescolarono e il vortice di fuoco nel mio basso ventre crebbe e crebbe ancora, fino a quando, esausta, posai la fronte sulla sua spalla e venni, tremando e sussurrando il suo nome, dopo poco anche Remus con un'ultima, vigorosa spinta, ansimó e si riversó dentro di me. Rimanemmo entrambi immobili in attesa che il respiro si regolarizzasse, il tempo pareva essersi fermato, ma l'acqua non era più bollente come quando eravamo entrati. Potevano essere passate ore, o addirittura giorni per quanto mi riguardava.
"Va tutto bene?" La voce di Remus mi raggiunse come da dietro una parete di vetro.
Annuii con la testa ancora appoggiata sulla sua spalla. Strofinai il naso contro il suo collo.
"Allora perché stai piangendo?" Chiese piano, accarezzandomi i capelli. Sollevai a fatica il viso. Non mi ero affatto accorta di star piangendo.
"Oh io...-" Balbettai, cercando di capire il perché delle mie lacrime. Remus si rabbuió e vidi il senso di colpa come un'ombra palpabile nei suoi occhi ambra.
"Ti ho fatto male?"
"No no, te lo giuro, anzi." Lo rassicurai immediatamente, sorridendo leggermente "Sono solo molto stanca, troppe emozioni tutte insieme."
Lui annuí, era così bello che avrei potuto fare l'amore con lui per ore "Non abbiamo cenato, hai fame?"
"Non più." Gli morsi dolcemente il labbro. Lo sentii eccitarsi ancora.
"Sei terribile." Sussurró sorridendo. Ridacchiai.
"Dovremmo uscire, l'acqua si sta raffreddando, non voglio che ti ammali." Disse.
Emisi un mugolio di disapprovazione e Remus scoppió a ridere. Il mio cuore saltò un battito, la sua risata roca e profonda era un suono che avrei potuto ascoltare in eterno.
Ero talmente presa dalle mie considerazioni che quasi non mi accorsi che Remus mi aveva presa in braccio e mi stava portando fuori dalla vasca. Le sue impronte gocciolanti bagnarono le mattonelle del pavimento mentre camminava in direzione del lavandino. Mi rimise dolcemente a terra ed io mi aggrappai a lui per non perdere l'equilibrio.
"Allora io vado a cambiarmi." Dissi, osservando rapita l'immagine che l'enorme specchio a parete davanti a noi stava riflettendo. Remus, completamente nudo mi circondava i fianchi con le braccia da dietro, mentre i miei lunghi capelli bagnati coprivano in parte il mio seno per poi accarezzare con le punte le ossa del bacino.
"Sei un'opera d'arte." Disse lui, fissando a sua volta il nostro riflesso. Arrossii intensamente e mi morsi il labbro.
"È la cosa più bella che mi abbiano mai detto." Sorrisi, e reclinai la testa all'indietro, posandola sulla spalla di Remus.
"Se avessimo dei bambini sarebbero bellissimi."
Lo disse talmente piano, che capii che lo pensava ma non avrebbe voluto dirlo ad alta voce.
Il mio cuore si gonfió di gioia e prese a battermi all'impazzata nel petto.
"Non potrebbero non esserlo visto che tu sembri un attore uscito da un set cinematografico." Sorrisi.
Remus scoppió a ridere.
"Quindi non sei arrabbiato con me?" Chiesi piano.
"No piccola, non ho motivo di esserlo."
"Mi ami ancora?"
"Sophia ti prego, mi fa male anche solo che tu possa dubitarne."
Annuii e girai la testa, lasciando un bacio sul suo collo.
"Anche io ti amo, ti amo tantissimo."
Lui sorrise, poi mi prese in braccio e mi portò in camera, adagiandomi dolcemente sulle lenzuola di seta. Lui si sistemó accanto a me, ed io mi rannicchiai contro il suo petto.
"È la prima volta che dormiamo insieme." Disse lui, stringendomi a sé.
Sorrisi "E chi ha parlato di dormire?" Sbadigliai.
Remus rise sommessamente e quel suono fu incredibilmente sexy.
"Hai bisogno di riposare." Disse dolcemente.
"Forse sì." Ammisi.
Mi accoccolai tra le sue braccia e mi rannicchiai per assorbire meglio il calore dal suo corpo. Remus spense la luce della lampada sul comodino e la stanza fu immersa nell'oscurità. Chiusi gli occhi e, finalmente, mi addormentai.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora