Fifty-two

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Durante le due ore di pozioni, Lumacorno ci chiese di scegliere una pozione a nostro piacimento e di ricrearla, dando il permesso ad Harry di attingere dalla sua scorta personale qualora ne avesse avuto bisogno. Io scelsi la pozione Antilupo ed iniziai a seguire meticolosamente tutti i passaggi in modo che fosse perfetta. Alla fine delle due ore, il mio calderone era pieno di una sostanza blu-violetto che emanava un vapore azzurrognolo.
"Eccellente signorina Hayden, eccellente!" Esultó Lumacorno "Ti dispiacerebbe riempirne una fiala? La darò personalmente al professor Lupin...ovviamente gli dirò che sei stata tu a prepararla."
"Certo, va bene." Mormorai, e feci come mi aveva chiesto.
"Eccellente, eccellente." Disse ancora raggiante, guardando il contenuto della provetta "Dieci punti a Grifondoro."

Non pranzai con i miei amici in Sala Grande quel giorno, ma tornai subito al dormitorio e mi misi sotto alle coperte. Non avevo voglia di vedere nessuno, né tantomeno Remus lanciarmi occhiate torve dal tavolo degli insegnanti. Sospirai e ripensai a quello che era successo appena due ore prima. Com'era possibile che riuscissimo a passare dall'urlarci in faccia a baciarci in meno di un minuto? Avevamo litigato? Avrei dovuto chiedergli scusa? Mi dissi di no, che non avevo fatto niente di cui scusarmi e che avrei aspettato fino a quando non si sarebbe reso conto di aver esagerato e sarebbe stato lui stesso a scusarsi.
Il pomeriggio passò tranquillo, dormii moltissimo e quando riaprii gli occhi vidi che ormai il sole stava tramontando. Decisi che sarebbe stato meglio se fossi rimasta a letto anche il giorno seguente, così rimandai tutti i compiti al pomeriggio successivo. Presi un libro dal mio comodino ed iniziai a leggerlo, ma quando fui completamente immersa nella lettura sentii qualcuno che bussava piano alla porta. Mi alzai lentamente dal letto e mi diressi verso la porta, aprendola leggermente. Fui alquanto sorpresa quando, alzando la testa, mi trovai davanti Remus che teneva in mano una piccola scatola di cartone. Incrociai le braccia e, senza dire una parola, mi spostai per farlo passare. Lui entrò e chiuse la porta, dopodiché insonorizzó la stanza.
"Come hai fatto a salire le scale del dormitorio femminile?" Chiesi, tornando a letto e mettendomi sotto le coperte.
Chiunque avesse letto 'Storia di Hogwarts' sapeva che le scale dei dormitori femminili erano stregate in modo che non permettessero ai ragazzi di salire. Un angolo della bocca di Remus si sollevó e le sue iridi ambra scintillarono "Ci vuole molto di più di una fattura alle scale per tenermi lontano da te." Disse, e si sedette sul bordo del mio letto.
"D'accordo." Mormorai. Lui si sporse verso di me e posò per qualche secondo le labbra sulla mia fronte, poi imprecó "Cazzo, sei bollente."
Tirò fuori delle pozioni dalle tasche della giacca.
"Bevile tutte e senza fare storie." Ordinò, stappando la prima e passandomela. Mi dissi che non era il caso di controbattere, così mi limitai a fare quello che mi aveva ordinato. Quando le ebbi bevute tutte, lui sembrò soddisfatto.
Prese la confezione di cartone che aveva posato prima ai piedi del mio letto e me la porse. La aprii curiosa e sorrisi quando vidi che dentro c'erano quattro muffin al cioccolato dall'aspetto delizioso.
"Mi sono ricordato che quando sei venuta a stare da me a Natale ti piacevano." Disse passandosi una mano tra i capelli "Così ho pensato...di portartene qualcuno."
Mi tirai su a sedere e i miei occhi cercarono quelli di Remus "Grazie, mi piacciono molto in effetti." Mormorai dando un piccolo morso al primo. Era delizioso ovviamente. Lui annuí solamente e spostò lo sguardo sul pavimento.
"Mi dispiace...di aver alzato la voce stamattina." La sua voce era poco più di un sussurro "Mi dispiace io...ero stanco, e oggi è stata una brutta giornata, non avrei dovuto."
"Non fa niente, va tutto bene." Dissi piano "L'ho già dimenticato."
"No, non è vero." Disse lui, alzando finalmente gli occhi velati di lacrime "Non è vero e tu lo sai. Arriverà un giorno in cui litigheremo e sarà definitivo, e probabilmente sarebbe la cosa migliore per te." Si prese la testa tra le mani ed in quel momento sembrò farsi molto piccolo, come se volesse scomparire. Posai sul comodino i muffin ed uscii da sotto le coperte, sedendomi accanto a lui. Presi il suo volto tra le mani e lo obbligai a guardarmi negli occhi "Remus, non sarà certo una brutta giornata a farmi scordare di tutte quelle belle che abbiamo vissuto insieme. Tu sei straordinario e ti prendi cura di me come mai nessuno ha fatto ed io ti amo da morire, devi credermi quando ti dico che quello che è successo non basterà a farmi cambiare idea su di te e che non hai niente da farti perdonare. D'accordo?"
Lui ricambió il mio sguardo e fece intrecciare le dita della sua mano con le mie "D'accordo." Disse poi. Remus mi abbracció ed io lo trascinai sul mio letto fino a quando non fummo entrambi sdraiati.
"Copriti, altrimenti sentirai freddo." Disse lui, alzando il mio piumone e facendomi segno con la testa di infilarmici sotto. Mi morsi il labbro sorridendo leggermente e feci come mi aveva detto, appoggiando la testa sul petto di Remus, sdraiato accanto a me.
"Ed io che pensavo che questo pigiama non sarebbe servito ancora per molto." Dissi piano, fingendo noncuranza.
Remus rise "Non provocarmi piccola, sai che non ti resisterei."
"Non vedo l'ora che le mestruazioni finiscano." Borbottai, rivolta più a me stessa che a lui. Remus si infiló sotto le coperte e mi attirò a sé "Non dovresti odiarle così tanto." Asserí lasciandomi un dolce bacio sulla fronte, probabilmente per controllare la temperatura.
"Come si vede che sei un uomo." Borbottai, abbracciandolo e posando la testa nell'incavo della sua spalla. Remus allora portò la mano sulla mia pancia ed iniziò ad accarezzarla dolcemente "Ti fa molto male?" Mi chiese.
"No, se continui ad accarezzarla." Ribattei baciandogli il collo e stringendomi di più a lui. Le dita di Remus che si muovevano tra le mie onde scure, districandole, si fermarono improvvisamente.
"Sophia?"
"Si?" Alzai la testa. Gli accarezzai gli angoli della bocca "Che succede?"
"Tu vorresti dei figli un giorno?" Chiese, fuggendo il mio sguardo.
"Oh...io...certo, credo proprio di sì." Mi morsi il labbro "Tu?"
Remus sorrise amaramente "Nessuno vorrebbe i miei figli, ed io non sarei tanto egoista da imporli a nessuno."
"Perché dici questo?" Sussurrai, baciandogli la mascella. Lui accarezzó dolcemente la curva del mio fianco "Perché sarebbe altamente probabile che il bambino potrebbe presentare segni di Licantropia. Non mi permetterei mai di rendere un inferno la vita di un bambino che non ha fatto niente per meritarselo." Disse e la sua mascella si serró leggermente. A quelle parole il mio cuore si strinse in una morsa dolorosa. Voleva forse dirmi che non c'era futuro per noi? Che lui non avrebbe voluto dei figli?
"Neanche tu hai fatto niente per meritartelo." Ribattei, un po' più bruscamente di quanto avrei voluto. I suoi dolci occhi ambra puntarono i miei.
"Non si tratta di me, nessuna donna vorrebbe dei figli contaminati, e non la biasimerei per questo." La convinzione nel suo sguardo era così evidente che mi aprì uno squarcio nel petto. Era davvero convinto che nessuna avrebbe mai voluto una famiglia con lui.
"Io sì." Sussurrai, senza pensarci troppo. Remus mi guardò ancora una volta negli occhi "Io li voglio i tuoi figli Remus. Io li voglio. Li voglio."
Lo vidi trattenere il fiato per un istante e il suo petto si fece ancora più ampio "Che cosa?" Disse solamente.
"Io voglio i tuoi figli Remus." Ribadii convinta, prendendo una delle sue grandi mani tra le mie e posandola sul mio ventre piatto "Se devo avere dei figli con qualcuno voglio che siano tuoi. Nostri." Il mio cuore batteva all'impazzata. Eravamo arrivati alla resa dei conti, i dubbi che mi tormentavano dall'inzio della nostra storia stavano venendo fuori.
"Sai che non interferirei mai nella tua felicità. Tu sei bellissima e potresti avere dei figli altrettanto meravigliosi e sani." Mormorò, fuggendo il mio sguardo. Mi tirai su a sedere e lui mi imitó all'istante.
"Quindi tu credi che questo" e feci un gesto che indicava noi due "Non sia a lungo termine, che abbia una scadenza. Hai intenzione di lasciarmi non appena ti sarai stufato." La mia voce era incrinata e stavo lottando per impedire alle lacrime di uscire.
"Non è assolutamente quello che ho detto." Disse lui afflitto.
"Sì invece, è quello che hai detto. Se non vuoi avere figli con me significa che per noi non c'è futuro!"
Remus si passò una mano tra i capelli "Sophia tu sei la mia compagna, e questo vuol dire che sei l'unica donna che potrò mai amare." Iniziò lui, cercando di spiegarsi. Quelle parole mi fecero stare un po' meglio "Non so cosa succederà in futuro." Si avvicinò a me, afferrò dolcemente i miei fianchi e mi fece sedere sulle sue gambe "Tutto ciò che so è che lasciarti è l'ultima cosa che farei al mondo, e solo io so quanto è vero."
"E allora cosa farai? Smetterai di fare l'amore con me per paura che nasca un figlio? E se rimanessi incinta cosa farai? Scapperai? Dovró crescerlo da sola?" All'improvviso il mio autocontrollo cedette ed iniziai a piangere come una bambina.
"No, no Sophia, questo non devi pensarlo mai." Ringhió lui, facendomi alzare il viso rigato di lacrime "Se succedesse non ti lascerei sola, mi hai capito bene? Noi ce ne prenderemmo cura insieme, non sei sola."
"Lo dici solo per senso del dovere, tu non lo vuoi un figlio da me!" Singhiozzai e cercai di divincolarmi dalla sua stretta, ma immediatamente la presa di Remus sui miei fianchi si intensificó "Sophia ti prego ascoltami..."
"No, lasciami!" Protestai, iniziando a colpire debolmente il suo petto ampio con i miei pugni, mentre violenti singhiozzi scuotevano il mio corpo.
"Sophia..." Tentò ancora lui, ma non lo lasciai parlare e mi scostai bruscamente dal suo corpo. Remus allora ringhió e afferrò entrambi i miei polsi con una sola mano, inchiodandomi al letto e posizionandosi sopra di me. Gli avvolsi d'istinto le gambe intorno al bacino mentre dimenavo i polsi per sfuggire alla sua presa.
"Sophia ascoltami, porca puttana!" Urlò ad un centimetro dal mio viso.
"No! Tu non mi ami davvero, tu non vuoi un futuro con me come io lo voglio con te, per te io sono solo un pezzo di carne!" Urlai a mia volta, mentre le lacrime mi bagnavano le guance e le labbra. Il volto di Remus era una maschera di dolore e di frustrazione. A quelle parole lui lasciò la presa sui i miei polsi e si tirò su a sedere. Lo imitai immediatamente e lessi la confusione più totale negli occhi di Lupin quando mi tolsi la maglia del pigiama e i pantaloni, rimanendo in intimo.
Le lacrime erano ormai un flusso incontrollato, e presto le sentii bagnarmi il petto e raggiungere l'incavo del seno. Mi sporsi febbrilmente verso Remus e con uno strattone gli sbottonai la camicia per intero, e subito il suono secco dei bottoni che rimbalzavano sul pavimento mi riempì le orecchie. Nonostante Remus si stesse eccitando, era evidente che fosse confuso e preoccupato.
"Se ti supplicassi di fare l'amore con me adesso non lo faresti?" Gli chiesi aggrappandomi al suo petto nudo e godendo della sensazione della sua pelle calda sulla mia "Non lo faresti perché potrebbe nascere un figlio! Che cosa orribile sarebbe!"
"Sophia, fermati non sei in te adesso." Disse lui piano, allontanando gentilmente ma con fermezza i miei fianchi dai suoi "Non sai quello che dici, la febbre deve essere aumentata."
Mi morsi il labbro cercando di calmarmi ma mi sembrava impossibile. Com'era possibile che Remus non capisse che avevo bisogno di lui nella mia vita? Presi una delle sue mani tra le mie e la portai sull'incavo del mio seno.
"Ti prego Remus, dimmi che vuoi un futuro con me, dimmi che non vuoi lasciami perché se tu lo facessi io...io non..." E scoppiai di nuovo a piangere, prendendomi la testa tra le mani e dondolando avanti e indietro.
"Sophia guardami adesso." Disse lui piano, prendendo i miei polsi tra le mani e obbligandomi a guardarlo negli occhi.
"Io ti amo da morire, ti amo, voglio darti tutto di me, anima e corpo. Voglio un futuro con te più di ogni altra cosa al mondo, non ho venduto la mia casa perché speravo e spero con tutto il cuore che tu possa essere ancora così dolce ed innocente da voler decidere anche solo per poco di condividere il resto della tua vita con me. Se tu lo vorrai, quando sarà tutto finito e non ci saranno più Mangiamorte e il mondo magico sarà in pace ti porterò via, oppure resteremo qui, questo sarai tu a deciderlo. Vedere un figlio nostro crescere nel tuo ventre sarebbe il dono più bello che il cielo possa farmi, ne voglio cinquanta di figli da te, anzi cento, ma non voglio che debbano affrontare quello che ho affrontato io." Le sue mani si strinsero attorno al mio viso e il suo pollice prese ad accarezzarmi il labbro inferiore bagnato di lacrime. Le mie mani trovarono le sue e mi strinsi ancora contro il tuo petto, il calore della sua pelle mi fece calmare leggermente e presto le dita di Remus iniziarono a muoversi tra i miei capelli. Gli gettai le braccia al collo e abbandonai la testa nell'incavo della sua spalla.
"Quindi vuoi i miei figli?" Chiesi piano. Lo sentii sorridere "Certo che voglio i nostri figli Sophia."
Mi morsi il labbro e mi ripromisi di fare delle ricerche sulle possibilità di trasmettere la licantropia da padre in figlio. Remus mi tenne stretta contro il suo petto cullandomi e dopo un po' mi calmai e sentii la vergogna prendere possesso della mia mente, di pari passo con la lucidità.
"Perdonami." Sussurrai, strofinando il naso contro il suo collo.
"Non fa niente piccola, non hai nulla da farti perdonare. Anche io avrei reagito così se tu mi avessi detto che non avresti voluto dei figli da me. È stata colpa mia, mi sono espresso male." Ribatté lui baciandomi la fronte per diversi istanti.
"Non lasciarmi Remus." Mormorai mentre una paura irrazionale mi assaliva. E se avesse capito che ero solo una bambina infantile e avesse deciso che non valeva la pena continuare?
"Non ci riuscirei neanche volendo." Disse lui sorridendo leggermente.
"Meglio per me." Ribattei con un piccolo sorriso.
"Meglio per noi." Disse piano, intrecciando le dita della sua mano con le mie. Sorrisi apertamente e baciai l'angolo esterno delle sue labbra.
"Rimettiti il pigiama adesso, altrimenti questa febbre non passerà mai, anche se domani mattina le pozioni che ti ho dato dovrebbero aver fatto effetto." Asserí, facendomi alzare le braccia per aiutarmi ad infilare la maglia. Arrossii e recuperai il mio pantalone da terra, infilandomelo goffamente, dopodiché mi rimisi sotto le coperte, sotto lo sguardo attento di Remus. Lo vidi alzarsi e pronunciare un incantesimo di appello. Immediatamente tutti i bottoni della sua camicia sparsi sul pavimento volarono nella sua mano, come attratti da una calamita invisibile.
"Mi dispiace così tanto." Sussurrai, posando il mio sguardo fuori dalla finestra per la vergogna.
Remus ridacchió "Non è un problema, ne ho altre venti uguali a questa. E poi non mi piaceva neanche così tanto."
Capii immediatamente che stava mentendo solamente per farmi sentire meglio, ma non funzionò affatto, anzi mi senti immensamente in colpa. Probabilmente quella era una delle camicie preferite di Remus ed io l'avevo rovinata per sempre.
Ero persa in questi pensieri quando sentii le molle del letto cigolare e Remus si sedette sul bordo, vicino alla testata. Mi tirai su a sedere e lui mi accarezzó una guancia con l'indice.
"Sophia dico sul serio, non è successo niente, è solo una camicia. Non voglio che tu ti senta in colpa, d'accordo?" I suoi occhi erano dolci ma il suo tono di voce era fermo.
"D'accordo." Annuii piano.
"Bene." Sorrise e si alzò dal letto, aggiustandomi la coperta e mettendosi la camicia addosso, che ricadeva sbottonata ai lati del suo petto ampio.
"Vai via?" Chiesi, e non riuscii a nascondere una nota di preoccupazione nella voce.
"Purtroppo sì, Silente vuole parlarmi e poi non credo che Hermione sarebbe molto a suo agio se io rimanessi a dormire nel tuo letto." Sorrise lui sporgendosi per baciarmi a stampo.
"No, in effetti hai ragione." Sorrisi debolmente, avvolgendogli le braccia attorno al collo e ricambiando il bacio. Le labbra di Remus erano così familiari che ogni volta che toccavano le mie mi sentivo a casa.
"Ti amo Sophia, non dubitarne mai." Disse sulle mie labbra.
"Anche io ti amo Remus, tu sei la cosa più importante della mia vita." Risposi mordendomi con forza il labbro. Lui allora mi guardò negli occhi e mi bació con forza, come se volesse trattenermi a sé per sempre, come se non volesse lasciarmi andare mai più.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora