Eighteen

2K 67 7
                                    

Una volta uscita da quella stanza con il corpo che tremava sommessamente, ancora scosso dall'adrenalina che la vicinanza di Remus mi aveva trasmesso, e con le lacrime che si rifiutavano di fermare il loro flusso, capii che non sarei riuscita a raggiungere i miei amici in Sala Grande facendo finta di stare bene, mangiando e chiacchierando allegramente con loro, così mi sistemai meglio la cinghia della borsa che stava scivolando dalla mia spalla, e salii la scala che portava al ritratto della Signora Grassa.
La donna stava spettegolando in modo concitato con la sua amica Violet, la protagonista di un ritratto del terzo piano, e non faticai troppo ad intuire l'argomento della loro conversazione, dato che parlavano a voce molto alta e intervallavano i pettegolezzi con risate sguaiate. Mi nascosi dietro ad un arazzo polveroso e rimasi in ascolto.
"Hai sentito cosa ha appena detto Peeves a Gazza?" Iniziò la custode della Torre di Grifondoro, che subito continuò, incoraggiata dal silenzio dell'amica.
"Ha giurato di aver appena visto il professor Lupin mentre trascinava in una stanza del sesto piano nell'Ala Nord una studentessa di Hogwarts!"
In quel momento sentii lo stomaco contorcersi dalla rabbia. Possibile che quello stupido Poltergeist non riuscisse proprio a tenere il suo naso bitorzoluto fuori dagli affari altrui?
"Per la barba di Merlino! Ed è riuscito a vedere chi fosse la ragazza?" Domandò Violet con gli occhi fuori dalle orbite, agitando il ventaglio piumato da una parte all'altra. Serrai gli occhi e trattenni il respiro, pregando Godric che Peeves non avesse capito che quella ragazza ero proprio io.
"Purtroppo no, non é neanche riuscito a vedere di che casata fosse." Disse l'altra con tono pensieroso. 
Tirai un sospiro di sollievo, il pensiero che Remus potesse finire nei guai per colpa mia mi tormentava costantemente, anche se sapevo che Silente era dalla nostra parte. Ma non ci sarebbe stato più alcun pericolo che una cosa del genere sarebbe potuta ricapitare, dato che probabilmente non ci sarebbe stato più niente tra di noi.
"Comunque Lupin è davvero un uomo niente male, che ne pensi cara?" Chiese Violet maliziosamente.
"Sono assolutamente d'accordo, e il fatto che sia un lupo mannaro non fa altro che accrescere il suo fascino." Rispose la Signora Grassa bevendo un piccolo sorso di thè dalla tazza di porcellana finemente decorata.
Chiusi gli occhi cercando di trattenere l'irritazione e la gelosia che provavo, e decisi di uscire allo scoperto per mettere fine ai discorsi di quelle due oche.
Appena mi vide la Signora Grassa mi salutò allegramente con un ampio gesto del suo ventaglio "Oh Sophia cara, come stai? Ti andrebbe di unirti a noi per una tazza di thè?"
Avrei tanto voluto risponderle che poteva anche strozzarcisi con il suo thè, ma mi controllai. Dopotutto, quello che era successo con Remus non era colpa sua, né della sua amica pettegola.
"No grazie, devo finire un tema importante di Aritmanzia. Rosso Rubino."
"Come vuoi..." Borbottò questa, e mi lasciò finalmente passare. Salii subito nel mio dormitorio e lasciai cadere a terra la borsa,  che si adagió contro una delle zampe del letto, e mi sedetti sopra al morbido piumone rosso e oro. Subito Grattastinchi saltó sopra al letto con un miagolio acuto e si acciambelló sulle mie gambe incrociate, iniziando a fare le fusa. Iniziai a muovere le dita sul folto pelo fulvo in maniera meccanica accarezzando sempre la stessa zona, mentre la mia mente andò inevitabilmente a Remus e alla conversazione avuta poco prima. E così lui e Ninfadora avevano avuto una relazione di sesso per un anno intero. Adesso si spiegava il suo attaccamento nei confronti dell'uomo e la sua gelosia; lei doveva essere stata davvero molto innamorata di lui per accettare un simile compromesso ed immediatamente sentii che la maggior parte dell'antipatia che provavo per lei si era dissolta, e improvvisamente riuscii a vedere la situazione anche dal suo punto di vista. Mi misi le mani tra i capelli, facendo soffiare Grattastinchi di disapprovazione a causa dell'improvvisa interruzione delle coccole, e chiusi gli occhi. Amavo Remus, di questo ero certa, e sapevo che, anche volendo, non avrei resistito a lungo senza i suoi baci e le sue carezze ora che sapevo che anche lui provava qualcosa per me, ma sapevo altrettanto bene che non avrei mai potuto sopportare che Remus potesse amare soltanto il mio corpo ed essere indifferente a come mi sentivo e quello che provavo. Lui era un uomo adulto, ed era ovvio che sentisse il bisogno di fare certe cose, ma quello che mi faceva soffrire era il fatto che lui avesse potuto farle con una donna innamorata a tal punto da decidere di donargli il proprio corpo piuttosto che non avere con lui alcun tipo di rapporto. Avevo visto la tristezza e il dolore nei suoi occhi quando aveva capito che avevo paura che lui avrebbe potuto fare la stessa cosa con me, eppure aveva preferito lasciarmi andare piuttosto che stringermi e rassicurarmi sui suoi sentimenti. Probabilmente non ero così importante per lui. Probabilmente non contavo per lui più di quanto non contasse Tonks. Mi chiesi a quel punto se non avesse fatto l'amore con me la sera prima solo perché voleva sfogarsi e non perché mi desiderava davvero, come lo desideravo io. Quel pensiero fu così violento ed improvviso che sentii una dolorosa morsa allo stomaco e subito le lacrime mi bagnarono ancora le guance. Mi gettai all'indietro facendo sprofondare la testa nel cuscino e mi misi le mani sul volto, come a volerlo coprire, come a voler impedire alla mia mente di pensare ancora. Dopo poco mi addormentai di un sonno agitato, sognando un fitto bosco dalla vegetazione densa e rigogliosa. Non riuscivo a vedere oltre la spessa muraglia di alberi e arbusti. All'improvviso sentii un ululato in lontananza e tutto prese a vorticare velocemente. Avevo smarrito la strada.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora