Twenty-seven

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Il freddo della notte si andava intensificando mano a mano che i minuti passavano, ma a me non importava. Ero appoggiata al muro, stretta tra le braccia di Remus, con la testa posata sulla sua spalla e il suo corpo che mi infondeva calore, non c'era altro posto in cui avrei voluto essere. Dopo la bellissima confessione di Remus le mie barriere avevano ceduto ed avevo iniziato a piangere come una bambina dalla forte emozione, lui mi aveva stretta di nuovo a sé ed eravamo rimasti in silenzio, un silenzio rilassato, pieno di promesse, in cui ognuno dei due aveva capito che era scattato qualcosa in più nella nostra relazione. Le dita dell'uomo si muovevano tra i miei capelli, accarezzando le mie onde castano scuro, sfiorando i miei zigomi di tanto in tanto.
Fui io a rompere per prima il silenzio.
"Remus?"
"Si?"
"Tu hai conosciuto i miei genitori?" Domandai incerta, intrecciando una delle sue mani con la mia. Lui mi bació dolcemente la testa ed annuì.
"Sì, li ho conosciuti. Tuo padre Alexander era un Serpeverde, ma non era come gli altri della sua casa." Rise piano "Beh non che non infrangesse mai le regole, anzi, ha procurato qualche grattacapo a Silente qualche volta, ma nulla di grave che io mi ricordi."
Sorrisi "E mia madre?"
Guardai Remus e vidi che il suo sorriso si era allargato "Marleene era la cotta storica di Sirius, camminava per i corridoi con la divisa di Corvonero sempre impeccabile, i libri stretti tra le braccia e i suoi lunghi capelli neri e ricci. Era davvero intelligente, probabilmente la migliore del nostro corso insieme a Lily."
"Davvero a Sirius piaceva mia madre?" Chiesi ridendo piano, pensando a una bellissima ragazza della mia età dai lunghi capelli corvini che suscitava invidia e ammirazione da parte di molte studentesse.
"Già, aveva proprio perso la testa. Quando seppe che aveva accettato il fidanzamento con tuo padre soffrì molto." Disse, probabilmente ricordando esattamente le parole e le azioni di un giovane e innamorato Sirius.
"E tu?" Domandai con una punta di esitazione nella voce, che subito fece voltare Remus verso di me.
"Io cosa?"
"Tu hai mai...provato qualcosa per mia madre?" Chiesi, pur non essendo sicura di voler sapere la risposta.
Remus rise, poi lasciò un altro bacio sulla mia tempia "No, non era esattamente il mio tipo, e poi piaceva a Sirius. Non ho mai avuto relazioni serie ad Hogwarts perché soffrivo molto per la mia condizione, sono sempre stato molto riservato." Mi disse lui. Annuii, segretamente sollevata.
"Quando ero al terzo anno ti ammiravo moltissimo, ammiravo il tuo modo di parlare, la tua camminata e il tuo modo di insegnare, mi ricordo che avevo sperato che mio padre ti assomigliasse almeno un po'. Probabilmente eri il mio professore preferito e sono stata molto sorpresa quando ho scoperto che eri un licantropo, ma questo non ha mai inciso sulla stima che avevo nei tuoi confronti." Gli confessai, voltandomi per osservare la sua espressione. Lui sorrise "Quando sono arrivato qui tre anni fa ricordo di essere rimasto molto colpito dalla somiglianza con i tuoi genitori, ho capito subito che tu eri la figlia di Alexander e Marleene. Eri una bravissima alunna, anche allora avevi ottimi voti, i tuoi capelli erano più corti e le guance più paffute." Fece una pausa e rise piano "Ero sicuro che saresti diventata una bella ragazza viste le premesse, ma non avrei mai immaginato...tutto questo."
Strinsi di più la sua mano con la mia e dissi "Beh, a me piace...tutto questo."
Remus mi diede un dolce bacio a stampo, e riprese ad accarezzarmi i capelli, ma dopo un po' ruppe il silenzio creatosi e mi chiese "Quando hai capito di provare qualcosa per me?"
Deglutii, lievemente a disagio, ed arrossii "Io credo di aver capito che avrei potuto provare qualcosa per te sin dal terzo anno, solo che non capivo che quell'ammirazione che provavo era effettivamente qualcosa di più, insomma, a tredici anni non potevo sapere di provare qualcosa per un uomo così grande." Spiegai gesticolando, cercando di dare un senso alle mie parole, Remus non chiese spiegazioni e gliene fui grata "Durante il quarto anno mi ricordo che desideravo che tu tornassi ad insegnarci Difesa Contro Le Arti Oscure, ma anche in quella occasione non capivo che in realtà sentivo effettivamente la tua mancanza, o forse non volevo ammetterlo. Poi, quando alla fine del quinto anno ti ho visto al ministero il giorno della...morte di Sirius, beh ho dovuto arrendermi all'evidenza di provare qualcosa per te. La conferma definitiva mi è arrivata quando, durante le riunioni con l'ordine quest'estate, mi sono accorta di essere gelosa di Ninfadora. Tutto qui." Conclusi il mio monologo e rimasi in silenzio, mi sentivo terribilmente a disagio ed esposta, probabilmente non avrei dovuto dirgli tutte quelle cose.
Remus mi strinste di più ed io mi rannicchiai contro il suo petto come una bambina, avevo capito di provare qualcosa di incredibilmente forte per quell'uomo, ed ogni giorno mi meravigliavo nel capire quando profondo fosse il mio sentimento nei suoi confronti.
"Ricordo di averti vista una volta durante l'inizio del tuo quinto anno, è lì che ho capito di provare qualcosa per te." Disse lui, spostando lo sguardo sulla balaustra.
"All'inizio del mio quinto anno? Ma com'è possibile?" Domandai confusa e curiosa, mettendomi dritta a sedere e cercando Remus con lo sguardo.
"Era circa metà Ottobre, era l'alba ed ero appena tornato umano dopo la trasformazione. Rimasi nella stamberga strillante tutta la notte e la mattina molto presto uscii dal passaggio che la collega con il platano picchiatore. Fu allora che ti vidi. Eri seduta sul portico che si affaccia sulle serre, con la schiena appoggiata ad una colonna, eri stretta nel tuo mantello e guardavi il sole nascere. Eri...semplicemente bellissima, avrei dovuto capire già d'allora che eri molto più di quanto potrò mai meritare." Disse Remus serio, chiudendo per un attimo gli occhi come a volersi imprimere nella mente l'immagine di me che mi aveva appena descritto. Ricordavo bene quel mattino, non riuscivo a dormire a causa del dolore alla mano per colpa delle penne che la Umbridge ci aveva fatto usare durante un compito in classe, così avevo deciso di alzarmi e fare un giro.
Mi tolsi il mantello, nonostante facesse molto freddo perché impacciava ogni mio movimento e lo posai sul pavimento, rimanendo con la gonna, la camicietta e il maglioncino grigio con i polsini rosso e oro. Vidi Remus guardarmi in modo interrogativo, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, salii a cavalcioni sul suo bacino e gli diedi un dolce bacio a stampo, seguendo con un dito il percorso di una cicatrice sul suo volto.
"Remus smettila di dire che non mi meriti. Tu ti meriti tutto di me." Gli sussurrai sulle labbra.
"Non è vero." Disse lui a denti stretti.
La freddezza del suo tono mi lasciò interdetta per qualche istante, com'era possibile che non riuscisse a vedere quanto valeva?
"Sophia scendi e rimettiti il mantello." Ordinò evitando il mio sguardo e posando le mani sui miei fianchi cercando di farmi scendere. Non dovevo lasciarmi intimidire, non potevo, non adesso.
"Remus guardami negli occhi." Ribattei, prendendo il suo viso tra le mani "Perché fai così? Perché cerchi di allontanarmi da te?"
Avevo bisogno di sapere, non avrei sopportato di essere presa in giro. Per la prima volta da quando avevo conosciuto Remus lo vidi in difficoltà, era evidente che quella per lui era una situazione scomoda.
"Remus...-"
"Non posso, Sophia non posso." Quelle parole mi fecero gelare il sangue nelle vene, ma cercai di non darlo a vedere. Il suo era solo un momento di sensi di colpa, avrei dovuto rimanere lucida per entrambi.
"Cosa vuol dire che non puoi?" Gli domandai lentamente.
"Questo è sbagliato, dobbiamo smettere altrimenti ti farò del male ed è l'ultima cosa che voglio, credimi."
Feci un respiro profondo e chiusi gli occhi per evitare alle lacrime di uscire. Non capivo cosa fosse successo. Un minuto prima mi teneva stretta contro di sé e adesso mi diceva che voleva finirla. Non avrei sopportato di stare senza Remus, e questo lo sapevo bene, probabilmente molto più di quanto avrei effettivamente voluto.
"Sophia tu sei così giovane, hai solamente 16 anni, io non posso farti questo, non posso. Ti sto privando della tua libertà, io ti sto costruendo una trappola. Non voglio farti soffrire, devi credermi." Disse, leggevo chiaramente la tristezza nei suoi occhi ambra. Sentii una lacrima scendere e bagnarmi una guancia, gli occhi di Remus si fecero ancora più tristi.
Presi un respiro profondo "Remus l'unico modo in cui mi faresti soffrire è escludendomi dalla tua vita, mi farebbe sentire terribilmente usata, ma nonostante questo io continuerei ad amarti perché...-" Ma l'espressione sul volto dell'uomo mi costrinse a fermarmi. Cos'avevo detto di sbagliato? Poi capii e per un istante il mio cuore smise di battere e un senso di impotenza mi attanaglió lo stomaco. Il sangue si geló nelle mie vene e sentii la testa iniziare a pulsare.
"Che cos'hai detto?" Mi domandò Remus con tono indecifrabile.
Valutai per qualche istante cosa rispondere, ma poi decisi che tanto valeva giocare a carte scoperte.
"Hai sentito." Dissi solamente.
"Tu sei innamorata di me?" Mi domandò, spalancando leggermente gli occhi.
"Io...credo di sì." Ammisi. In quel momento la certezza che di lì a poco sarebbe finita si abbatté su di me con così tanta forza da farmi tremare. Il suo silenzio diceva tutto. Lui non mi ricambiava. Per lui era stato solo sesso ed io non me n'ero mai accorta. Gli avevo appena detto che lo amavo e adesso la paura si era impadronita del mio corpo.
Mi alzai in piedi e mi misi in fretta il mantello addosso sperando che nascondesse il fatto che stavo tremando. Sapevo che di lì a poco sarei scoppiata a piangere e l'ultima cosa che ci mancava era che avessi l'ennesima crisi di pianto davanti a lui. Remus balzó in piedi.
"Dove stai andando?" Chiese preoccupato, seguendo con lo sguardo tutti i miei movimenti. Sentii le lacrime lottare per uscire e mi voltai per andarmene.
Mi afferró saldamente per il polso.
"Lasciami andare ti prego." Sussurrai senza neanche voltarmi verso di lui.
"Non andare." Mi disse, con una scintilla di esitazione negli occhi. Mi voltai di scatto e mi liberai con uno strattone dalla sua presa. Come osava chiedermi una cosa genere?
"E per cosa? Per fare sesso con te?" Gli rivolsi uno dei miei sguardi più taglienti, nonostante stessi soffrendo in modo indescrivibile.
"Non ti approfitterai anche di me, per quanto io possa essere innamorata di te non accetto le tue condizioni. Trovati un'altra da scopare e basta senza preoccuparti minimamente di quello che prova. Io non ci sto, né adesso, né mai!" Gli urlai contro con le lacrime che ormai mi rigavano le guance.
"Io non mi sono approfittato di te! Per me non erano solo scopate Sophia, possibile che tu sia così stupida da non capirlo?!" Mi urlò contro a sua volta con la mascella serrata e gli occhi tristi.
"Non ti credo." Dissi, e mi voltai nuovamente per andarmene. Mi sentivo tradita e ferita, non avevo affatto voglia di parlare con lui.
"Allontanati da me se vuoi, scappa, corri via finché sei in tempo, tanto prima o poi sarebbe successo, ma non ti permetto di pensare che per me tu sia stata solamente un corpo perché non è così."
Remus era fermo dall'altro parte della piattaforma e aveva i suoi occhi puntati nei miei. A quelle parole mi fermai di scatto e mi voltai lentamente.
"Tu non mi ami Remus." Dissi come se fosse un'affermazione, ma entrambi sapevamo che era più una domanda. La risposta di Remus avrebbe segnato tutto. Avrebbe segnato una fine o un'inzio. Ma indipendentemente dalla risposta che mi avrebbe dato, sapevo in cuor mio che avrebbe lasciato per sempre un segno.
"Il mio amore ti soffocherebbe Sophia." Disse, e potevo leggere la sincerità nei suoi occhi. Fu l'unico motivo per cui scelsi ancora una volta di restare.
"Questo lascialo decidere a me." Ribattei cercando disperatamente di smettere di piangere.
"No, no, no!" Urlò lui, inziando a misurare a grandi passi la piattaforma "Anche se io ti amassi, il mio amore per te non sarebbe come lo immagini tu. Sophia io sono un uomo adulto e per di più sono un licantropo. Non posso permettere al mio sentimento di crescere ancora altrimenti sarai tu a pagarne le conseguenze." Mi disse guardandomi negli occhi. Le sue parole mi spaventarono, ma erano niente in confronto alla paura che avevo di rimanere senza di lui.
"Vuoi finirla qui?" Le mie parole furono secche e dirette e la mia determinazione arrivò a Remus come un pugno nello stomaco. Vidi il suo sguardo spegnersi.
"Sì."
Le ginocchia tremarono e la vista mi si annebbió. Fu come ricevere una pugnalata, ma non lo diedi a vedere. Cercai di mantenere ancora un po' di dignità per quanto possibile. Mi voltai ed iniziai a scendere con passo svelto gli innumerevoli gradini della scala a chiocciola che portava alla Torre di Astronomia, mentre un lieve bagliore lunare oscurato da una piccola nuvola di passaggio, illuminava di una strana luce gli occhi dell'uomo che mi aveva ferita più di chiunque altro al mondo e per un istante, solo un brevissimo, incerto instante, mi parve di vedere una lacrima lucente scivolare lungo la sua guancia.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora