Fourty-seven

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Avevo appena finito di mettermi un velo di burrocacao sulle labbra quando sentii dal salotto provenire un sonoro 'pop', segno che qualcuno si era appena smaterializzato. Mi guardai un'ultima volta allo specchio. Avevo indossato dei semplici leggins neri e un maglioncino aderente grigio e avevo lasciato i miei capelli sciolti e applicato solamente del blush e del burrocacao. Feci un respiro profondo ed uscii dalla camera proprio mentre i tre ospiti si avvicinavano a Remus per salutarlo brevemente. Non appena ebbi messo piede fuori però, tutti e quattro si voltarono nella mia direzione e mi sentii squadrata dalla testa ai piedi. Fu Remus a spezzare il silenzio.
"Signori, lei è Sophia, mia nipote." Disse Lupin, che si era messo addosso una camicia grigio antracite che gli stava divinamente. Trattenni l'impulso di mordermi il labbro. Non appena Remus ebbe dichiarato che ero sua nipote, vidi le spalle di una donna dai capelli biondo platino rilassarsi, un po' troppo per i miei gusti, e non riuscire a trattenere un respiro di sollievo.
"Remus, non posso credere che tu mi abbia tenuto nascosto per tutto questo tempo il fatto di avere una nipote così bella!" Esclamò la donna, accarezzando la spalla dell'uomo con fare disinvolto. Non mi sfuggì l'occhiata ammiccante che lei gli rivolse, né tantomeno il fatto che Remus si irrigidí a quel contatto. In quel momento una serie di epiteti poco carini mi vennero in mente per qualificare quella bionda ossigenata, ma cercai di controllarmi. Dopotutto ero la nipote di Remus, non avrei potuto essere gelosa di 'mio zio'.
Rivolsi alla donna un piccolo sorriso di ringraziamento sperando che risultasse vero, dopodiché Remus iniziò con le presentazioni.
"Sophia, loro sono James e Jeffrey, due miei colleghi, lavorano al Ministero, e lei è Amalia, collabora con Shaklebolt." Spiegò passandosi una mano tra i capelli.
"È un piacere." Dissi, chinando leggermente il capo in direzione due uomini. James era un uomo piuttosto basso sulla sessantina, molto elegante e con un paio di baffi bianchi, mentre Jeffrey poteva avere ad occhio e croce l'età di Remus, poco meno probabilmente, era di colore ed estremamente alto e indossava un completo di sartoria nero che fasciava il corpo tonico. Amalia era una donna minuta, poco più alta di me con una folta chioma bionda che le arrivava a metà schiena con gli occhi talmente azzurri da sembrare di ghiacchio. Era molto bella e questo non fece altro che aumentare il mio fastidio.
"Io e tuo zio siamo stati molto amici quando eravamo giovani, poi naturalmente con il tempo abbiamo perso le tracce l'uno dell'altra, ma spero non l'affetto." Disse lei a voce moderatamente bassa, avvicinandosi un po' di più al mio uomo. Dovetti sorridere per non destare sospetti, ma in quel momento avrei voluto fare tutt'altro.
"Se l'affetto è sincero, non basterà certo il tempo a cancellarlo." Dissi educatamente, ignorando il fatto che Remus stesse cercando il mio sguardo con il suo.
"Che ragazza splendida e saggia." Disse Amalia raggiante "Buon sangue non mente."
Remus fece un sorriso tirato e disse "Gradite qualcosa da bere?"
"Un Whisky per favore." Disse James con un sospiro stanco, guardando brevemente il suo orologio da taschino.
"Lo stesso." Asserí Jeffrey. La sua voce era profonda e allo stesso tempo soffusa.
"Per me il solito, grazie." Fu Amalia a parlare, arricciando una ciocca di capelli attorno al dito. Immediatamente una rabbia e una tristezza enorme mi pervasero. Che cosa intendeva con 'il solito'? Che si fossero visti altre volte? Che si vedessero abitualmente?
Incrociai lo sguardo di Remus. Mi aspettavo che avrebbe ribattuto chiedendo spiegazioni, chiedendole che cosa intendesse, invece tutto quello che fece fu annuire. Sentii la terra mancarmi sotto i piedi e la testa prese a girare.
"Sophia puoi aiutarmi con i bicchieri per favore?" Domandò Remus.
Scossi immediatamente la testa. La mascella dell'uomo si serró immediatamente e potei vedere le sue pupille dilatarsi anche se eravamo distanti qualche metro. Ormai conoscevo le reazioni del suo corpo a memoria.
"Che cosa vuol dire no?" Chiese con una calma che mi fece rabbrividire. I tre ospiti puntarono gli occhi su di me contemporaneamente. L'ultima cosa che volevo in quel momento era rimanere da sola con Remus, ma allo stesso tempo non volevo sembrare una bambina capricciosa.
"Lascia riposare la ragazza Remus, ti aiuto io." Intervenne Amalia ancheggiando sfacciatamente mentre camminava verso di lui.
"No." Ribattei immediatamente e con forza. Lei mi rivolse uno sguardo indecifrabile. Mi schiarii lievemente la gola cercando di non scoppiare a piangere "Ci penso io, tu accomodati pure." Dissi rivolta alla donna, che suo malgrado dovette andare a sedersi sul divano accanto a James. Remus puntò il suo sguardo ardente nel mio per un istante, e il doloroso calore che provai alla bocca dello stomaco mi fece quasi contorcere. Lui sorrise educatamente agli auror, poi afferró il mio avambraccio e mi condusse gentilmente verso la cucina, senza far trapelare niente. Non appena fummo fuori dalla portata dei loro sguardi tentai di divincolarmi dalla sua presa con uno strattone, ma ovviamente lui fu più forte.
"Muffilato." Mormorò, guardandosi nervosamente indietro, la sua mano ancora stretta attorno al mio avambraccio.
"Toglimi immediatamente le mani di dosso." Sibilai. Il suono della mia voce ebbe l'effetto di una frustata su di lui, perché mi lasciò andare immediatamente. Indietreggiai fino a quando la parte bassa della mia schiena non urtó il piano di marmo della cucina.
"Sophia..." Iniziò lui.
La mia risata lo immobilizzó. Era un suono strano, quasi innaturale, ed immensamente triste, eppure non riuscivo a smettere. Risi fino a quando i crampi alla pancia mi lacerarono le viscere, fino a quando non sentii le lacrime scendere lungo le mie guance. Mi presi il viso tra le mani e le risa si trasformano in squassanti singhiozzi. Come avevo potuto fidarmi di lui? Come avevo potuto credere di essere l'unica per lui?
Remus mi si avvicinò con passo fermo e afferró i miei polsi, allontanandomi le braccia dal viso.
"Non mi toccare." Singhiozzai, dimenandomi come una pazza. Lui allora bloccò entrambi i polsi in una delle sue mani, mentre l'altra si mosse con forza tra i miei capelli, bloccandomi la nuca.
"Si può sapere che cazzo ti è preso?" Urlò ad un centimetro dal mio viso.
"Tu mi fai schifo!" Gridai a mia volta continuando a piangere e a dimenarmi per liberare le braccia "Sei un maiale, non voglio vederti mai più! Vaffanculo!"
Le iridi di Remus si fusero con la pupilla e la presa sulla mia nuca si fece così forte che gemetti per il dolore. La luce nei suoi occhi mi fece paura.
"Che cosa hai detto?" Ringhió, affondando i denti nella carne della mia spalla. Gemetti per il dolore ma la mia femminilità iniziò a pulsare freneticamente. Ansimai tra le lacrime e l'istinto mi ordinò di strofinarmi forte contro di lui. Remus si eccitó all'istante ma iniziò a tremare per la rabbia.
"Ripetilo se ne hai il coraggio piccola, dimmi ancora quanto ti faccio schifo mentre il tuo corpo mi implora disperatamente di scoparti." Disse con un ghigno malvagio. Ringhiai e mi bagnai all'istante. Strattonai le braccia così forte che Remus fu costretto a lasciare la sua presa. Gli avvolsi le braccia al collo con una foga che il mio corpo non aveva mai conosciuto e posai le mie labbra aperte sulle sue, mentre lui mi sollevava e mi faceva sedere sul ripiano di marmo freddo. Remus rispose con così tanto impeto che pentole e bicchieri che erano sul ripiano caddero a terra frantumandosi, i nostri corpi si muovevano spasmodicamente, come a chi manca l'ossigeno sott'acqua e cerca di risalire in superficie.
Presi il suo viso tra le mani e piantai le unghie nella pelle delle guance, allontanandolo bruscamente da me. Le sue labbra erano gonfie e rosse a causa dei morsi e dei baci, e gli occhi ancora pieni di rabbia, ma mi voleva al punto di star male esattamente come lo volevo io. Volevo ammazzarlo e farmi prendere da lui in egual misura, era impossibile dire cosa desiderassi di più.
Spalancai le labbra e gli sputai il piena faccia.
"Io ti odio." Ansimai. Remus rimase immobile. Il fiotto della mia saliva colava lungo la sua guancia, finendo sulla giugulare. Mi bagnai ancora, quella visione era dannatamente eccitante.
"Ed io ti amo." Ribatté lui. Il mio cuore perse un battito e lo stomaco mi si contorse dolorosamente.
Remus si allontanò da me e senza degnarmi di uno sguardo prese un fazzoletto di seta dalla tasca della sua giacca e asciugó la scia della mia saliva sul suo viso, poi con un incantesimo di ripristino fece tornare come nuovi i buccheri che si erano frantumati durante quel momento di passione folle. Qualche secondo dopo nessuno eccetto noi due avrebbe potuto dire che era appena avvenuta una lite apocalittica. Remus prese due bicchieri di cristallo dalla credenza e li riempì distrattamente di whisky, dopodiché prese un calice dallo stelo sottile e lo riempì di un liquore rosato. Era quello 'il solito' di Amalia.
"Amalia ed io siamo usciti insieme qualche volta prima che tra noi due iniziasse tutto questo." Spiegò senza neanche guardarmi "A lei fa praticamente schifo questo liquore, ma quando l'ho preso la prima volta che ci siamo visti, lei ha iniziato a fare lo stesso, solo per cercare di farmi capire quanto fossero simili i nostri gusti." Scosse la testa "Ma è uno dei miei preferiti, é per questo che ne ho una bottiglia, non per altre ragioni." Finalmente alzò gli occhi su di me. Mi passai la lingua sulle labbra, che si erano fatte improvvisamente secche, ora che lui ne aveva leccato via tutto il burrocaco durante il nostro bacio di poco prima.
"Sei mai stato a letto con lei?" Chiesi con voce tremante. Sapevo che non avrei dovuto fare una domanda del genere se non avessi potuto sopportare la risposta, ma dovevo sapere.
Remus sospirò e mi guardò negli occhi, ed in quel momento seppi quello che avrebbe risposto.
"Sì, è successo."
Una lacrima mi scivoló lungo la guancia. La asciugai in fretta con la manica del maglione.
Mi sentivo a pezzi, come se una parte di me fosse morta per sempre.
"Perché non me l'hai detto? Sapevi che sarebbe venuta stasera."
Remus si avvicinó a me con occhi pieni di disperazione.
"Perché non ha significato niente per me, Sophia! Nessuna donna prima di te ha mai significato niente."
Tirai su col naso. Quelle parole mi fecero stare lievemente meglio perché sapevo che stava dicendo la verità.
"Perché avete smesso di vedervi?" Domandai senza preoccuparmi di nascondere il fatto che stessi tremando per l'adrenalina e per l'eccitazione.
"Perché mi sono innamorato di te, e perché se il prezzo da pagare per averti accanto deve essere il mio cuore spezzato, allora sono pronto a pagarlo."
La sua voce era pacata e tranquilla ma i suoi occhi erano lucidi. Mi morsi le labbra fino a farle sanguinare. E se fossi io a sbagliare? E se avessi esagerato? L'avevo fatto a pezzi, nessun uomo che non mi amasse davvero avrebbe potuto sopportare anche la metà di quello che era successo poco prima. Scivolai giù dal ripiano di marmo e mi avvicinai a lui. Non avevo idea di che cosa fare. La testa mi scoppiava, il basso ventre era rovente, il cuore martellava a ritmo frenetico nel petto e mi sentivo così stanca che avrei potuto dormire per giorni.
"Se ti sto facendo davvero del male mi allontaneró da te immediatamente."
Sussurrai, anche se avrei preferito tagliarmi un braccio piuttosto che farlo davvero. Remus si voltò nella mia direzione.
"Mi uccideresti se lo facessi."
"Non dirlo neanche per scherzo, ti prego."
Gli accarezzai il dorso della mano con i polpastrelli e il bicchiere di Amalia iniziò a tremare nella sua presa malferma. Lo presi e lo posai sul piano. Avrebbero aspettato, chiunque veniva in secondo piano in quel momento.
"Morirei per te Remus."
Ammisi, intrecciando le dita della sua mano con le mie "Lo sai che lo farei."
Pensai a Grayback e fui certa che anche lui ci stesse pensando.
"Ma probabilmente tu hai bisogno di una donna al tuo fianco, non di una ragazzina."
A quelle parole lui sollevò il viso di scatto e disperazione mista a sorpresa si fecero strada sul suo viso.
"Mi stai lasciando?" Mormorò lui, passandosi con forza le mani tra i capelli mentre lottava per non scoppiare a piangere. Sentii l'impulso di avvicinarmi a lui e le mie mani si posarono sul suo punto vita.
"Possiamo parlarne dopo?" Chiesi "Gli altri si staranno chiedendo perché ci stiamo mettendo così tanto."
Lui annuí e prese in mano i due bicchieri di whisky. Io recuperai quello di Amalia e assaggiai una punta del contenuto. Era dolce ma aveva un retrogusto aspro, quasi pungente. Come Remus, non potei fare a meno di pensare. Lui alzò un sopracciglio e nonostante la tristezza mise su un sorrisetto divertito. Ricambiai, e prima che potesse dire niente, mi avviai verso la sala. I due uomini erano seduti sulle poltrone accanto al camino, mentre Amalia si era posizionata sul divano, evidentemente desiderosa di avere Remus accanto. Per un momento valutai quanto sarei risultata scortese se le avessi rovesciato il contenuto del suo bicchiere addosso.
"Scusate, non trovavo la bottiglia del Chardonnèt al Lampone." Disse Remus. James guardò accigliato il suo orologio da taschino "Tra venti minuti dobbiamo essere al Ministero." Commentò burbero. Remus porse i bicchieri di whisky ai due uomini ed io ad Amalia, dopodiché io mi sedetti tra lei e Remus, per assicurarmi che non potesse sfiorarlo nemmeno con lo sguardo. Se la sarebbe vista con me, non me ne importava niente della copertura.
"Bene Remus, non vogliamo farti perdere più tempo del dovuto, io stesso e Jeffrey dobbiamo essere di ritorno al Ministero tra poco ma, come ti avevo accennato, Amalia ha delle novità molto importanti da riferirti." Disse James, appoggiandosi allo schienale imbottito della poltrona con un sospiro, aveva l'aria stanca, probabilmente aveva molte responsabilità sulle spalle.
"Sì, esatto." Iniziò la bionda, sporgendosi per vedere Remus oltre la mia figura "Sono stata con alcuni colleghi nei boschi della Scozia durante l'ultima settimana e ci siamo imbattuti casualmente in alcune impronte di lupo. Le ho analizzate ed ho subito capito che si trattava di un licantropo, e non ci è voluto molto prima che con un incantesimo di localizzazione risalissimo a Greyback. Non deve essersi curato di cancellare le sue tracce e abbiamo individuato un piccolo nascondiglio all'interno del bosco. Pare che viva lì quando non è al servizio del Signore Oscuro." Terminò lei rabbrividendo impercettibilmente. Non seppi dire se lo stesse facendo per impressionare Remus o perché avesse paura di pronunciare quel nome. In quel momento mi voltai verso Remus e i nostri occhi si incontrarono. Avrei voluto prendere le sue mani tra le mie.
"Sappiamo che vuoi ucciderlo." Asserì Jeffrey "Ma se Caramell dovesse scoprire che ci stiamo mettendo sulle sue tracce ci sbatterebbe tutti ad Azkaban." Commentò con astio.
"Non ti ho chiesto io di rischiare la tua pellaccia nera per me, Jeffrey." Ringhió Remus. Gli sfiorai impercettibilmente il ginocchio per dirgli di stare calmo. Jeffrey mise su un ghigno.
"Sei uno sciocco Lupin, se hai pensato anche solo per un istante che l'avrei fatto."
"Adesso basta voi due!" Tuonò James "Jeffrey, tu terrai la bocca chiusa mentre ci assicuriamo che nessuno possa ostacolare il piano di Remus, e in quanto a voi" Rivolse uno sguardo glaciale a me e a Amalia "Assicuratevi che nessuno sappia niente della faccenda, ne siamo già fin troppi a conoscenza."
"Se parla di me, non sono mai stata una a cui piace sbandierare i fatti altrui." Sentenziai.
"Bene, meglio così." Disse il vecchio.
"Non ti tradirei mai Remus." Ci voltammo nella direzione di Amalia, che rivolgeva uno sguardo eloquente al mio uomo con la labbra appoggiate al bordo del bicchiere.
"Nessuno di noi lo farebbe." Le rivolsi un sorriso finto come uno zellino d'oro. Lei arrossí e balbettó qualcosa che assomigliava ad un "Ma certo, lo so..."
James guardò ancora una volta il suo orologio, poi, facendo leva sulle braccia si alzò dalla poltrona dicendo "Bene, adesso dobbiamo proprio andare, ti faremo arrivare notizie al più presto."
Remus si alzò a sua volta e strinse vigorosamente la mano che il vecchio gli porgeva "Grazie James." Il suo tono era sinceramente riconoscente, mi chiesi da quanto si conoscessero.
Remus salutò velocemente Jeffrey, dopodiché quest'ultimo si avvicinò a me e mi tese la mano, che afferrai con un po' di esitazione.
"Tu studi ad Hogwarts, non è vero?" Domandò con un ghigno.
"È così."
"Serpeverde scommetto."
"Grifondoro." Ribattei soltanto, sottraendo la mia mano dalla sua presa.
L'uomo alzò un sopracciglio e gli occhi neri scintillarono maliziosi "Quanti anni hai detto che hai?"
"Non l'ho detto."
Remus si avvicinò a noi e puntò uno sguardo assassino su Jeffrey.
"Però, ha un bel caratterino la tua nipotina." Asserí con un sorrisetto, esibendo una fila di denti bianchi e perfetti. Non era brutto, ma qualunque uomo avrebbe sfigurato accanto a Remus.
Remus gli restituí un ghigno da lupo "Levale le mani di dosso, o ti metto a culo in su e ci posteggio la bicicletta."
Mi morsi il labbro e non potei trattenere una breve risata.
"Non farai vita con uno zio così, splendore." Commentò l'uomo, sinceramente divertito.
"Ho già quello che mi serve." Ribattei. Percepii lo sguardo di Remus bruciarmi la pelle. Dopo un ultimo sguardo ammiccante, Jeffrey sparì in direzione del camino e lasciò la casa di Remus. Amalia si avvicinò e mi diede un bacio guancia a guancia.
"Mi ha fatto molto piacere conoscerti, cara."
"Anche a me, non sai quanto."
Fortunatamente lei non colse l'ironia nella mia voce. Remus dietro di lei mi sorrise divertito. La donna allora si girò e si avvicinò a lui "Ho un paio d'ore libere prima del prossimo turno al Ministero." Disse a voce moderatamente alta con tono lascivo "Che ne dici di bere qualcosa?"
Una rabbia cieca mi pervase, insieme alla voglia incontenibile di lanciarle una maledizione senza perdono.
"Ho molto lavoro da sbrigare Amalia, mi dispiace." Fu la risposta del mio uomo. Mi sentii immediatamente sollevata. Non potei vedere la reazione della donna in quanto mi dava le spalle, ma il suo tono di voce era decisamente imbarazzato e ferito "Beh quando avrai un momento libero spero che ti degnerai di chiamarmi."
Lui la spinse con gentilezza verso il camino "Vedremo."
Mi voltai verso la libreria di Remus e presi un libro qualsiasi iniziando a sfogliarlo. Per quanto odiassi quella donna, non volevo aumentare ancora di più il disagio per essere stata appena rifiutata. Mi voltai solamente quando sentii il rumore delle fiamme del camino divampare, per poi affievolirsi in pochi secondi.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora