Sixty-one

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Una volta rimasta sola, persi completamente il senso del tempo. Non potrei dire quanto tempo rimasi accasciata contro la porta, con le ginocchia al petto e la testa china, a piangere.
La consapevolezza di aver appena rovinato tutto mi schiacció il cuore contro le costole in modo estremamente doloroso.
Remus mi amava ancora? Aveva detto che lo facevo soffrire, ma anche io stavo soffrendo.
Dov'era? Che cosa avrei dovuto fare? Andarmene o rimanere?
Un migliaio di domande mi affollavano la testa, ma più cercavo di trovare una risposta ad una sola di queste, più altre milioni di domande e ipotesi iniziavano a tormentarmi.
Mi alzai a fatica dalla posizione a guscio nella quale mi ero accucciata, e mi diressi verso la cucina barcollando e con la testa che scoppiava. Aprii il rubinetto e mi bagnai le mani, dopodiché le passai su tutto il viso. Non avevo il coraggio di guardarmi allo specchio, persino il solo riflesso della mia paura e della mia sofferenza mi spaventava. Mentre girovagavo per la casa di Remus senza una meta precisa, mi resi conto che andarmene era l'ultima cosa che volevo al momento, ma non volevo neanche imporre la mia presenza a Remus. Mi sedetti sul divano davanti al camino ed abbandonai la testa sui morbidi cuscini. Chiusi gli occhi e decisi che avrei aspettato che tornasse a casa, anche se avevo il terrore che avrebbe deciso di passare la notte fuori.

Mi svegliai quando sentii un tocco familiare accarezzarmi i capelli. Gemetti spaventata, e mi tirai su a sedere, spalancando gli occhi.
Remus, seduto sul bordo del divano, ritrasse la mano, mortificato. Avevo una coperta addosso che quando mi ero addormentata (chissà quanto prima) non avevo.
Lanciai un'occhiata dell'orologio a pendolo del salone.
Segnava le 3:46 a.m.
Il mio cervello impiegó una manciata di secondi per ricordare esattamente tutto quello che era successo.
Mi passai una mano sul viso.
"Scusami, non volevo spaventarti. Stavi parlando nel sonno e volevo...solo calmarti." Disse.
Io mi affrettai a scuotere la testa "No, non devi scusarti. Volevo aspettarti sveglia ma ero molto stanca."
Avrei voluto avvicinarmi ma non sapevo come avrebbe reagito.
Lui annuì ed abbassó la testa con un sospiro stanco.
"Sei tornato da molto?"
"Adesso."
Sentii una fitta al petto.
"Dove sei stato?" Gli chiesi, con gli occhi lucidi.
"Sono tornato a prendere la macchina al ristorante e poi sono andato al Ministero. Ho cercato di fare il più tardi possibile per ritardare il momento in cui sarei dovuto tornare a casa e trovarla vuota." Disse.
Annuii, immensamente sollevata. Mi mordicchiai l'unghia del pollice.
"Non te ne sei andata." Asserí.
"Vuoi che lo faccia?"
"No." Disse, subito.
Mi leccai le labbra secche ed annuii di nuovo. C'erano così tante cose che avrei voluto dire, ma in quel momento non ne ricordavo neanche una.
"Vuoi che ti riaccompagni ad Hogwarts?" Mi chiese.
"No, voglio stare qui con te, se posso." Dissi, di getto. Mi asciugai gli occhi e mi trattenni dal gettarmi tra le sue braccia.
Gli occhi di Remus si fecero lucidi. Era così bello ed io lo avevo fatto soffrire. Lo facevo sempre, a detta sua. Mi sentii orribile.
"Certo che puoi. Vado a preparare la camera degli ospiti allora." Disse piano, e si alzò.
Le spalle larghe, la schiena soda, il portamento elegante. Mi alzai immediatamente a mia volta e gli presi un braccio con entrambe le mani.
"Posso dormire insieme a te?" Chiesi, mentre nuove lacrime mi rigavano le guance. Mi odiavo per essere così debole, ma sapevo che non sarei riuscita a fermarmi "Non devi abbracciarmi o starmi vicino se non vuoi, solo posso dormire insieme a te?"
Remus non mi lasció neanche finire. Mi attiró a sé e mi abbracció. Nascosi il viso nell'incavo della sua spalla e piansi, stringendomi a lui e pregando che tutte le mie paure mi abbandonassero.
"Io ti amo." Gemetti.
Lui mi strinse di più.
"Ti amo tanto, credimi Remus." Soggiunsi.
Remus affondó il viso tra i miei capelli ed inspiró forte "Anche io ti amo, non sai quanto."
"Mi dispiace per prima. Non essere arrabbiato con me, ti prego."
Remus mi prese il viso tra le mani. "Non pensarlo nemmeno. È stata tutta colpa mia, ti ho trascinato fuori dal ristorante come un animale, non avrei mai dovuto farlo."
Io scossi la testa e gli accarezzai il viso. La barba corta e curata mi solleticó i polpastrelli.
"Ho così tanta paura di non essere abbastanza per te." Mormorai "Una vera donna non si sarebbe mai comportata come...-"
Lui mi accarezzó le labbra con il pollice "Una vera donna si sarebbe comportata esattamente come hai fatto tu." Disse "È questa la donna che io voglio accanto a me. Una donna dolce, fedele e pura. Sophia, sei tu l'unica donna che io possa amare, l'unica che potrò mai volere davvero."
Mi morsi le labbra e presi la sua mano tra le mie.
"Perdonami se ti faccio del male." Sussurrai, tra le lacrime.
"Anche io ne faccio a te, ne sono certo." Disse lui "Ma sono sicuro che tutto il male che potremmo mai farci non supererà mai quello che ci faremmo stando separati."
Lo baciai, e lui tenne il mio corpo premuto contro il suo. Mi prese in braccio e mi portò in camera, dopodiché mi depositó sul letto.
Si spoglió fino a quando non rimase in boxer e si stese accanto a me, tenendomi stretta contro il suo petto ampio, caldo ed estremamente familiare. Mi rannicchiai e posai le labbra sul suo pettorale sinistro, all'altezza del suo cuore.
Remus aveva iniziato a piangere.
Io mi sdraiai su di lui ed asciugai tutte le sue lacrime con le labbra. Remus mi circondó la schiena con le braccia, poi nascose il viso tra i miei capelli.
"Sono un mostro." Mormorò tra i singhiozzi. Non sopportavo di vederlo così, mi si spezzava il cuore. Io e Remus eravamo così legati che il suo dolore era anche il mio, potevo sentirlo.
Posai la guancia sulla sua spalla e strofinai delicatamente la punta del naso contro la sua mascella.
"Shh, va tutto bene." Mormorai, cullandolo e stringendolo a me. Apprezzavo molto il fatto che Remus riuscisse a lasciarsi andare così, perché sapevo che non l'aveva mai fatto con nessuno.
Lui era sempre stato solo.
Remus ribaltó la situazione, e pochi secondi dopo era lui ad essere sdraiato sopra di me.
Posò la testa sul mio seno e pianse ancora, mentre io gli accarezzavo i capelli.
Remus pesava sul mio corpo, ma non me ne importava niente. Quello era il momento più intimo che avessimo mai avuto, e non l'avrei cambiato con niente al mondo.
"Non te ne andare Sophia." Disse lui, la sua voce era intrisa di paura.
"Non mi lasciare."
"Non vado da nessuna parte amore mio. Chiudi gli occhi, sono qui con te." Sussurrai, baciandogli la fronte e scostandogli un ciuffo di capelli dal viso.
In poco tempo Remus si addormentó tra le mie braccia, ed sentii che il mio cuore addolorato stava iniziando improvvisamente a risanarsi. Sentire il respiro regolare di Remus sul mio petto, mentre il mio cuore batteva allo stesso ritmo del suo, era la sensazione più bella che avessi mai provato in tutta la mia vita. Solo un'altra cosa avrebbe potuto eguagliarla. Stringere i nostri futuri figli tra le braccia.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora