Sixty-four

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Il sole era calato e le luci dorate e morbide di quel tramonto primaverile stavano lasciando il posto ad un cielo blu cobalto.
Qualche stella isolata era già comparsa, mentre numerose lucciole volavano oziose attorno ai cespugli di rose, illuminandone la corolla non ancora del tutto dischiusa.
Ai rami degli alberi erano state appese lanterne per illuminare l'ambiente in vista della sera, e centinaia di candele erano sparse sul prato.
L'atmosfera era intima, romantica ed incredibilmente bella.
Hermione ed io ci prendemmo per mano e finalmente uscimmo all'aperto.
Harry, Ron, i gemelli, Bill e Fleur, e i coniugi Weasley erano riuniti in piedi vicino al tavolo, e quando ci videro i loro volti si illuminarono.
Fred e George ci vennero incontro e a turno mi avvolsero in un abbraccio fraterno.
"Per la barba di Merlino Sophia." Balbettó George, evidentemente a corto di parole.
"Così mi fai pentire di averti sempre trattata come una sorella." Disse Fred, e sorrise. Io gli mollai un pugno sul braccio
"Sei sempre il solito."
George rise.
"Però con Hermione sono sempre in tempo." Aggiunse Fred, guardando malizioso la mia migliore amica.
Lei arrossí.
"No, non sei in tempo neanche per Hermione, fratello." Disse Ron, spingendo Fred da una parte e attirando Hermione a sé.
Poi, improvvisamente la bació, sorreggendole la schiena e facendole fare un lungo casqué.
Harry, i gemelli ed io ci guardammo increduli ed estremamente felici, mentre loro due iniziavano a dondolare sul posto.
Quando trovarono la forza di staccarsi, Hermione era tutta scarmigliata e vagamente sconvolta, mentre Ron era arrossito fino alle orecchie, diventando un tutt'uno con i capelli.
"Mi hai spettinata." Disse lei con le guance rosse, a voce bassissima e con gli occhi puntati fermamente sui suoi tacchi neri.
"Finalmente!" Esclamammo io ed Harry, e tutti iniziarono a ridere in modo così naturale e spontaneo che mi chiesi se avrei mai potuto trovarmi a casa in qualunque altro posto tanto quanto mi trovavo con loro. Hermione abbracció Ron ed entrambi ridacchiarono, impacciati e felici.
Il cuore mi scoppiava di gioia.
Mi diressi in direzione del tavolo, che era stato apparecchiato con cura, e salutai Bill e Fleur, che mi fecero gli auguri.
Dopodiché mi esibiii in una giravolta per Molly, che mi guardava estasiata e commossa.
Dopo circa una mezz'ora ci sedemmo tutti attorno al tavolo per la cena di compleanno ed io mi sistemai a capotavola. Alla mia destra avevo Hermione con la testa posata sulla spalla di Ron, e alla mia sinistra avevo Harry, che accanto aveva Bill.
Fissai la sottile falce di luna che illuminava il prato e il petto mi si strinse in una morsa dolorosa.
Remus mi mancava da morire, avrei dato qualunque cosa per condividere con lui quel momento perfetto, qualunque, e mi sentii sopraffare dallo sgomento al pensiero che avrei dovuto mettere in conto il fatto che dovesse lavorare così tanto nella nostra futura vita insieme.
Sempre ammesso che ci sarebbe stata. E se lui non avesse voluto sposarmi?
Mi mordicchiai nervosamente le labbra.
Non vederlo per così tante ore di fila mi faceva sempre questo effetto. Avevo bisogno più di ogni altra cosa che mi stringesse a sé, che mi baciasse, e di sentire le sue braccia, grandi e forti, che mi tenevano stretta contro il suo petto.
Ma sapevo che non sarebbe accaduto, almeno fino al giorno seguente.
Hermione mi prese la mano con la sua e mi sorrise incoraggiante. Sicuramente aveva intuito la direzione che i miei pensieri avevano preso. Con uno sforzo enorme, mi stampai un sorriso sul volto e cercai di godermi il più possibile quella bellissima serata, anche senza di lui. La cena, come sempre, fu deliziosa, e le ottime pietanze furono accompagnate da Idromele, Whisky Incendiario e vino Elfico, per cui quando giunse il momento della torta, tutti quanti erano decisamente scherzosi ed allegri. Solo Hermione, Molly e Bill erano rimasti totalmente sobri.
"Bene, è arrivato il momento della torta!" Annunciò Molly, poco dopo.
Io sorrisi, ma poi vidi che tutti quanti si erano alzati.
"Che cosa sta succedendo?" Chiesi, confusa.
"Oh non preoccuparti Sophia cara, stiamo solamente andando a prendere il dolce." Ribatté Molly.
Fred e George erano insolitamente seri, ed Hermione era stretta tra le braccia di Ron ed Harry.
Tutti avevano uno strano sorriso sul volto, un sorriso dolce ma allo stesso tempo triste, che non avevo mai visto.
Avevo lo strano presentimento che mi stesse sfuggendo qualcosa di molto importante.
"Vengo con voi." Dissi subito, vagamente allarmata. C'era decisamente qualcosa che non andava.
"Non preoccuparti Sophia." Disse Bill, che era il più lucido di tutti con un sorriso tranquillo e rilassato "La torta è molto grande per cui serviranno molte persone, lo sai com'è fatta mamma." Sorrise "Ci metteremo cinque minuti al massimo, tu aspettaci qui."
Io allora annuii. Bill mi era sembrato tranquillo, ed in parte aveva calmato anche me.
"D'accordo." Mormorai, e mi rimisi seduta. Tutti allora mi sorrisero un'ultima volta e si mossero verso la casa.
Sospirai e mi guardai nervosamente intorno. Non sapevo per quale motivo, ma quella faccenda mi sembrava alquanto strana. Avevo visto le loro facce ed ero molto preoccupata, ed il fatto che non sapevo cosa stesse accadendo non faceva altro che accrescere la mia ansia.
Mentre riflettevo sul fatto che per sollevare la torta, anche la più pesante del mondo, sarebbe bastato anche solamente un bambino, purché sapesse come fare un incantesimo di levitazione, sentii un paio di mani accarezzarmi i capelli e le spalle. Immediatamente il cuore mi salì in gola per la paura. Lanciai un urlo strozzato e mi alzai di scatto dalla sedia pronta per scappare, ma prima di farlo mi voltai.
Remus, con indosso uno stupendo completo di sartoria blu notte, era davanti a me e ricambiava il mio sguardo spaventato con uno pieno di sensi di colpa.
Il cuore prese a battere freneticamente nel petto.
Le mani iniziarono a tremare, così come le mie labbra.
Le costole sembrarono stringersi attorno al mio cuore, che di riflesso si dimenava freneticamente per sfuggire a quella gabbia di emozioni così intense e profonde.
"Sei tu." Fu tutto quello che riuscii a mettere insieme in un sussurro sconnesso, prima di togliermi le scarpe e gettarmi tra le sue braccia.
Remus mi strinse a sé con quella sua solita forza che mi faceva sentire al sicuro. Il suo respiro era accelerato, il suo corpo tremava, le sue spalle erano tese.
"Sei qui." Mormorai, mentre un singhiozzo lasciava le mie labbra.
"Non volevo spaventarti, ti prego perdonami amore mio." Disse lui, stringendomi ancora più forte. Mi mancava il respiro, ma non mi importava. Finché potevo respirare lui, sarei stata al sicuro.
"Non ti preoccupare, va tutto bene." Gemetti, mordendomi il labbro. Sapevo che di lì a poco avrei iniziato a piangere.
Lui mi lasció andare e mi prese il viso tra le mani.
Mi sporsi e lo baciai, stringendomi più che potevo contro di lui.
Remus infiló una mano tra i miei capelli accarezzandomi la nuca, e premette di più le sue labbra contro le mie.
Dopo un tempo che mi parve interminabile, trovai il coraggio di staccarmi da lui.
Me ne pentii all'istante, perché capii che avevo ancora bisogno di lui.
Gli accarezzai il petto, le spalle e il viso per colmare il vuoto che sentivo.
"Che cosa ci fai qui? Non dovresti essere al Minis...-"
"Non era così che sarebbe dovuta andare ." Disse lui, per tutta risposta, con lo sguardo fisso.
Il mio cuore saltò dolorosamente un battito "Non capisco."
Remus non rispose. Io gli presi il viso tra le mani e lo obbligai a guardarmi negli occhi.
Lui si leccó convulsamente le labbra.
"Di che cosa stai parlando Remus?" Gli chiesi ancora, dolcemente.
Gli baciai l'angolo delle labbra perché sapevo che quel gesto lo calmava.
In realtà non mi importava quello che Remus volesse dirmi, la cosa più importante era che fosse lì con me.
"Ho mentito quando ieri ti ho detto che oggi avrei avuto il turno al Ministero. Volevo farti una sorpresa." Lui deglutí con fatica "Era una cosa speciale, per il tuo compleanno. Era una cosa speciale."
Io sorrisi, prendendo la sua mano tra le mie.
Ma allora perché sembrava così triste e sconvolto?
"Lo sai che per me tu sei molto più importante di qualunque altra cosa, Remus. Ho pensato a te continuamente."
Gli accarezzai il collo e gli baciai dolcemente le labbra.
"Mi sei mancata da morire, Sophia. Io non ce la faccio. Ho paura." Disse lui, facendo un passo indietro.
Mi sentii come svuotata.
Stavo per chiedergli cosa intendesse, quando lui cominciò a parlare.
"Quello che provo per te è così...-" Si passò una mano tra i capelli, poi scosse la testa "Che ne sarà di me di me quando avrai cambiato idea?"
Io spalncai le labbra per dire qualcosa, mentre una lacrima mi scivolava lungo la guancia.
"Remus, per favore, oggi è il mio...-"
"Lo so!" Disse lui, alzando notevolmente il tono di voce "Io avevo preparato una sorpresa per te. Ci sono degli uomini ai piedi della collina che aspettano solo un mio segnale per far partire dei fuochi d'artificio, e poi c'è una macchina enorme piena di rose rosse parcheggiata dietro alla casa." Remus fece una pausa.
Si passò le mani sul viso e scosse la testa.
Io continuavo a guardarlo con il labbro stretto trai denti per la paura, mentre il cuore minacciava di dilaniarmi il petto per uscire.
"Avevo organizzato una cosa speciale per chiederti quello che voglio chiederti, ma la verità è che ho paura. Vuoi la verità? È questa. Tu credi di voler passare la vita con me perché pensi che sia un uomo coraggioso, sicuro di me e dei miei sentimenti, ma non è così."
"Quindi non sei sicuro di amarmi?" Chiesi, e il labbro inferiore prese a tremarmi.
"Non sono sicuro di voler continuare a vivere, Sophia!" Gridó lui.
Il panico più gelido mi pervase.
"Ma che stai dicendo!" Gridai a mia volta, terrorizzata.
Remus si asciugó gli occhi con le maniche della giacca.
"Tu non hai idea. Tu non hai idea di quello che io provo quando mi sei lontana."
"Sì invece Remus, è lo stesso che provo io, e lo sai!" Gridai, in preda al terrore.
"No, cazzo, no!" Strepitó lui "Io...io...-"
"Tu cosa?!"
"Non voglio dirtelo! Non posso! La nostra storia è una storia malata, te ne rendi conto?"
Mi presi la testa tra la mani, cercando di non scoppiare a piangere.
Le ginocchia mi tremavano convulsamente, non sapevo quanto oltre avrebbero retto il mio peso.
"Sono diventato un povero pazzo." Disse Remus, febbrile "Il cibo non mi sfama più, l'acqua non mi disseta. Non riesco più a dormire perché il pensiero di te mi ossessiona."
Spalancai le labbra alla disperata ricerca di ossigeno.
"Non posso permettere che tu diventi come me." Disse, infine.
Quando trovai il coraggio di alzare lo sguardo, i miei occhi trovarono i suoi. Non avevo mai avuto così paura, e allo stesso tempo non ero mai stata così sicura di quello che provavo per Remus.
Presi un respiro profondo.
"Ammazzami allora." Sussurrai, la mia voce era squassata dai singhiozzi e dal tremore delle mie labbra, ma pregai di sembrare il più risoluta possibile.
Remus rimase immobile, ma iniziò a piangere.
"Che cosa?"
"Tu credi che io non sappia. Tu credi che io non sappia cosa vuol dire avere lo stomaco scosso dai conati quando ti manca una persona, tu credi che io non sappia cosa vuol dire aver voglia di strapparsi il cuore dal petto piuttosto che continuare a soffrire, tu credi che io non sappia cosa voglia dire arrivare alla fine del giorno ed avere la consapevolezza che sia meglio morire piuttosto che vivere senza una persona! Ma io lo so, io lo so cosa vuol dire!" Gridai tra le lacrime "Ma se non ti fidi di me, se non mi credi quando ti dico che genuinamente mi toglierei la vita per te, allora strappami il cuore dal petto."
Remus rimase pietrificato.
"Forza, fallo." Mormorai, tergendomi le guance con i dorsi delle mani "Se non credi che io possa donarti me stessa e la mia vita spontaneamente allora prenditela con la forza, io non opporró resistenza. Sarebbe stata tua fino al mio ultimo respiro in ogni caso."
Abbassai il viso e piansi in silenzio tutte le lacrime che avevo in corpo. Non avevo mai sofferto così tanto, né avrei creduto che qualcosa del genere sarebbe mai potuta capitarmi, ma non mi sarei rimangiata una parola di quello che avevo detto.
Lo amavo da morire, letteralmente.
Se la mia morte era il prezzo da pagare per averlo accanto a me per sempre, volevo farla finita con la mia vita subito.
Remus mi avrebbe seguita, straziato dal dolore, lo sapevo.
Avremmo vissuto il nostro amore folle in un'altra dimensione, non mi importava.
Se il problema era la mia anima, non la volevo senza di lui.
"Sposami." Disse, poi.
Alzai di scatto il viso e i miei occhi incontrarono i suoi.
"Sono malato, sono ossessionato da te. Nessuno ti farà soffrire come ti faccio soffrire io, ma nessuno ti amerà mai come ti amo io."
Remus si avvicinó a me ed io mi presi la testa tra le mani, piangendo disperatamente, con i battiti frenetici del mio cuore folle d'amore, che riecheggiavano in tutto il mio essere.
"Ti sto supplicando come un egoista di risparmiarmi la vita, o forse di risparmiarla ad entrambi. Io non posso prometterti quello che tu vuoi sentirti dire, perché ti amo troppo per provare anche solamente a legarti a me con l'inganno. Ma se lo vuoi davvero, prendimi per quello che sono, prendi il lato oscuro della luna. Lo affronteremo insieme, ti proteggeró dal mondo per il resto della vita, per sempre e oltre.
Sposami, Sophia."
Guardai negli occhi dell'uomo che amavo, dell'uomo che mi aveva resa schiava di lui e che nelle mie più grandi debolezze aveva sentito la forza di mille uragani.
Non avevo bisogno di pensarci, così come Remus conosceva già la risposta che avrebbe ricevuto. Non per presunzione, né per vanità, ma perché sapeva, così come lo sapevo io, che non poteva esistere l'uno senza l'altra.
Guardai ancora una volta la luna, e realizzai che la sottile falce argentea che illuminava il cielo nero era solo una piccola parte, tutto il resto era buio, oscuro e tenebroso.
Ma non mi importava.
Remus mi aveva implorato di accettare il lato oscuro della luna, senza sapere che non soltanto l'avevo accettato, ma che ne ero anche perdutamente innamorata.
Presi il respiro più pronfondo della mia vita.
La mia vita iniziava oggi.
"Sì. Legami a te per sempre."

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora