Fifty-four

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Non appena vidi Remus seduto al tavolo degli insegnanti mi sentii immediatamente più leggera, e mi sentii ancora meglio quando il suo sguardo incroció il mio, come se un sentore lo avesse avvertito del fatto che ero appena entrata. Gli sorrisi e lui sembrò visibilmente sollevato, probabilmente era tornato al castello da un pezzo e si era preoccupato non avendomi trovata con i miei amici. Mi sedetti tra Hermione ed Harry.
"Ma dove accidenti sei stata?" Mi chiese lei preoccupata.
"Ad Hogsmeade, dove sennò?" Le sorrisi e iniziai a mangiare una porzione di purea di patate ed una fetta di carne.
"Miseriaccia Sophia ci hai fatto preoccupare! Non ti trovavamo più, sembravi sparita nel nulla." Disse Ron.
"Scusatemi ragazzi, non volevo farvi stare in pensiero." Dissi, stringendomi nelle spalle.
"Credo che sia colpa mia, ho pedinato Malfoy tutto il giorno e ho dimenticato di avvisarvi che Soph era a Hogsmeade." Disse Harry, come riemergendo da uno stato di trance.
"Ancora niente?" Chiesi. Il moro scosse la testa "Quella viscida canaglia è più furba di quanto credessi."
Il pranzo passò tranquillo e quando i miei amici ed io ci avviammo fuori dalla Sala Grande fummo raggiunti da Remus. Sul suo viso era evidente la preoccupazione quando mi chiese se poteva parlarmi. Dato che non c'era nessuno nel corridoio lo presi per mano fino a quando non arrivammo al corridoio del terzo piano che si affacciava sulla stanza delle necessità. Remus fece velocemente su e giù davanti alla stanza per tre volte, ed improvvisamente apparve davanti ai nostri occhi una grande porta di legno scuro. Remus la tenne aperta per me e la richiuse alle sue spalle, ed osservai la stanza che aveva preso forma per noi. Era grande e calda, con un bel camino di pietra in un angolo e un largo divano rosso, ma, fatta eccezione per qualche candela che galleggiava sul soffitto e una poltrona in un angolo, la stanza risultava decisamente spoglia.
"Ciao." Dissi abbracciandolo. Remus premette le sue labbra sulla mia fronte e mi strinse a sé "Ciao." Disse piano "Sophia dov'eri? Mi hai fatto preoccupare."
Sembrava stanco, e fui certa che se fosse stato più riposato sicuramente si sarebbe arrabbiato.
"Ad Hogsmeade." Sorrisi, pensando alla faccia che avrebbe fatto quando gli avrei fatto vedere il completo.
"D'accordo." Disse lui "Siediti, devo parlarti."
Ero troppo euforica per notare la nota di allarme e preoccupazione nella sua voce "Aspetta, prima devo farti vedere una cosa." Remus mi rivolse uno sguardo interrogativo che ignorai. Pensai intensamente al mio baule e questo si materializzó immediatamente accanto al divano. Corsi ad aprirlo euforica, come se il regalo fosse per me invece che per lui, e tirai fuori la scatola.
"Hai comprato un nuovo vestito?" Mi chiese lui con un mezzo sorriso, notando il logo sulla scatola.
"Più o meno." Ridacchiai.
"Sono certo che ti sta d'incanto." Tagliò corto, con un sorriso sincero che non lo fece sembrare scortese.
"Credo che dovresti aprir...-"
"Sophia avremo tempo in seguito, adesso devo parlarti." Disse, e stavolta non potei ignorare la sua preoccupazione.
"D'accordo." Mormorai, leggermente delusa e mi sedetti sul divano accanto a lui, posando la scatola a terra "Che succede?" Gli chiesi. Lui prese le mie mani tra le sue.
"Hanno trovato Grayback."
Mi irrigidii immediatamente nonostante il divano fosse estremamente comodo.
"Che vuoi dire?" Chiesi, temendo una sua risposta come non mai.
"Amalia mi ha mandato il suo patronus stamattina molto presto e mi ha detto che quel mostro sembra essersi stabilito nella periferia di Londra, gira di notte e attira i babbani con degli incantesimi per poi nutrirsi e assicurasi che siano stati contaminati." La sua espressione era febbrile "Quella bestia ha finalmente commesso un passo falso e pare che stia agendo per conto proprio. È la mia occasione, finalmente posso ucciderlo."
A quelle parole chiusi gli occhi e mi presi la testa tra le mani. Nei suoi occhi ambra regnava una gioia selvaggia, quasi animalesca, che mi avrebbe spaventata sicuramente se non avessi saputo che non mi avrebbe mai fatto del male.
"Quindi è per questo che stamattina non c'eri." Asserii. Remus mi restituí uno sguardo confuso.
"Eri con Amalia." Pronunciai il nome della donna con un sarcarsmo che non credevo di avere e che mi lasciò un senso di amaro in bocca. Remus sospirò profondamente come a volersi calmare e si passò una mano tra i capelli.
"Sophia è possibile che di tutto quello che ti ho detto tu abbia capito solamente la parola Amalia?"
Per tutta risposta risi istericamente e mi presi ancora la testa tra le mani "Ho capito che l'uomo che amo sta per andare a farsi ammazzare e che probabilmente non lo vedrò mai più, ma se c'è anche Amalia allora non ho motivo di preoccuparmi."
Sentivo lo sguardo di Remus pesare su di me ma non ebbi il coraggio di incrociarlo. L'avrei perso, Remus sarebbe morto ed io cosa avrei fatto?
"Cazzo non ci posso credere." Disse scuotendo la testa ed alzandosi di colpo dal divano "Sono proprio un coglione, ed io che pensavo che tu...-"
"Che io cosa?" Sbottai, alzandomi a mia volta "Pensavi che sarei stata contenta della tua decisione di andare a morire?"
"Pensavo che avresti capito che lo faccio per noi!" Urlò lui, facendomi sobbalzare.
"Cosa pensi, eh Sophia? Come pensi che i nostri figli potranno crescere sani e al sicuro quando quella bestia progetta di rovinarmi la vita da quando avevo cinque anni?!"
Davanti a quelle parole rimasi in silenzio e mi voltai in direzione del camino, dandogli le spalle.
No, no, no, non era possibile che stesse accadendo davvero.
"Cazzo rispondi!" Urlò ancora, afferrando il mio avambraccio e facendomi sbattere contro il suo petto.
"Non voglio che ti faccia del male! Non voglio che tu mi stia lontano per così tanto tempo e non voglio avere il terrore costante di non sapere se sei vivo o sei sei morto!" Urlai a mia volta, ma la voce di Remus sovrastava di gran lunga la mia.
"Qui non si tratta solo di te! Possibile che tu sia così fottutamente egoista da non capirlo?!" Strepitó, colpendo con un calcio un mobile di legno che prima non c'era, il quale cadde rovinosamente a terra. Chiusi di nuovo gli occhi e scossi la testa, come se così facendo tutto il mondo potesse scomparire, ma quando li riaprii Remus era ancora davanti a me, furente e in attesa di una risposta.
"Se non ti importa cosa ne penso perché me l'hai detto? Tanto tu e Amalia siete già d'accordo immagino, anzi, sono certa che ti abbia messo a disposizione anche il suo letto per tutto il tempo che ti servirà. Che donna generosa." Mi pentii subito di quelle parole, ma nonostante questo il mio pensiero e la mia paura non cambiavano. Mi morsi febbrilmente il labbro per non scoppiare a piangergli in faccia. Come poteva non capire come mi sentissi? La mia preoccupazione non significava niente per lui?
"Porca puttana che idiota che sono. È chiaro che non ti importa assolutamente niente di quello che faccio per noi, e non ti importa niente neanche di me. Per quanto tu possa saper fingere, la verità è che vuoi solamente che io rimanga perché...-" Remus si arrestò di colpo, rendendosi conto troppo tardi di quello che aveva appena iniziato a dire. Mi portai una mano davanti alla bocca, tremante, mentre i miei occhi si riempivano di lacrime.
"Sophia...-"
"Finisci quello che stavi per dire." Dissi, con una calma che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque.
"Io non...-"
"Finisci quello che stavi per dire, forza. Un uomo così coraggioso e sprezzante del pericolo non può certo spaventarsi davanti una ragazzina in preda agli ormoni. Perché è questo che sono, non è vero?" Domandai asciugandomi il viso con le maniche del maglione.
"Tu stavi per dire che io voglio che tu rimanga solo perché mi piace farmi scopare da te."
Gli occhi di Remus si riempirono di lacrime, ma non osò avvicinarsi. Probabilmente aveva capito che la situazione era irrecuperabile. Un dolore sordo mi invase il petto, la mente e il corpo e sentii la pressione aumentare nelle orecchie.
"Come se tu fossi l'unico che voglia entrarmi nelle mutande." Risi tra le lacrime, sprezzante, godendo nel vedere il viso di Remus rigarsi di lacrime. Lui provò ad avvicinarsi, ma io feci immediatamente un passo indietro.
"No, basta." Dissi tra i singhiozzi "Questa volta no, è finita."
Remus si prese la testa tra le mani e lo sentii emettere un gemito strozzato, come se stesse per soffocare da un momento all'altro.
"Se è questo che pensi va bene così, va pure con Amalia, Tonks o con chi vuoi tu, tanto le donne non ti mancano. Ma ti prometto che non sentirò la tua mancanza, mi farò scopare dal primo che passa per strada se sarà necessario."
"Ti prego non lasciarmi." Mormorò lui tra le lacrime, e nonostante tutto mi si spezzò il cuore nel vederlo così fragile e vulnerabile.
"Non riuscirei a tornare con te e a guardarti negli occhi neanche sotto effetto della maledizione imperius."
A quelle parole Remus cadde in ginocchio davanti a me e per la prima volta lo sentii piangere come probabilmente non aveva mai fatto in vita sua, i suoi singhiozzi e i miei riempirono la stanza e per un momento credetti che avrei potuto morire tanto il dolore era lancinante. In un ultimo barlume di lucidità raccolsi da terra la scatola e la gettai davanti a Remus, che sollevò la testa e la aprì con mani tremanti. Non vidi la sua reazione visto che aveva la testa abbassata, e probabilmente non l'avrei vista comunque dato che le lacrime mi annebbiavano completamente la vista. L'ultima cosa che dissi prima di andarmene e lasciarlo solo fu "Non voglio avere debiti con te. Spero che sia di tuo gradimento, e se sei fortunato piacerà anche a lei."
Il pensiero di Amalia, o qualunque altra donna che non fossi io, che spogliava Remus mi uccideva, era come ricevere una coltellata.
"Io sarò anche stupida ed ingenua, ma tu sei disgustoso. Non voglio vederti mai più."

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora