Fifty-seven

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Il pomeriggio di quello stesso giorno lo passai interamente in biblioteca, con la testa china su un libro di medicina magica, senza però capire realmente ciò che stavo leggendo. Il sapore pungente e selvaggio di Remus persisteva sulle mie labbra e la mia mente era piena delle immagini delle nostre bocche incollate, della furia dell'uomo per essere stato immobilizzato e poi la sua ferita che si riapriva, sanguinando copiosamente. Da quanto era ad Hogwarts? Da quanto mi cercava? L'avevo chiamato 'Amore mio', non avevo proprio potuto farne a meno, quelle due parole erano intrappolate nella mia gola da mesi e mesi, ma non avevo mai avuto il coraggio di tirarle fuori. Che avessi fatto male a esprimere così i miei sentimenti? Remus stava bene adesso?
Domande su domande riempivano il mio cervello, fino a che la testa non sembrò volermi scoppiare. Guardai il grosso orologio a pendolo sulla parete, accanto alla sezione di libri sulle pietre guaritive.
Segnava quasi l'ora di cena.
Era da tutto il giorno che non toccavo cibo, e con tutto quello che era successo la fame si faceva sentire ancora meno, ma mi dissi che almeno così avrei potuto ingannare il tempo in attesa che Madama Chips venisse ad avvisarmi che Remus stava meglio, ma in cuor mio sapevo che con tutte le probabilità non l'avrebbe mai fatto. Raccolsi la mia borsa e mi avviai in Sala Grande con un peso sullo stomaco.
Oh Remus, perché il mio corpo non riesce a vivere senza il tuo tocco, nonostante tutto? Perché la mia anima è così indissolubilmente legata alla tua? Pensai, mordendomi con forza il labbro.
Varcai la porta della Sala Grande ed immediatamente un vociare allegro mi investì, lasciandomi leggermente stordita. Mi sedetti tra Harry ed Hermione, ancora troppo sconvolta per ricordarmi che avevamo litigato, ed iniziai a mangiare dell'insalata con radicchio.
"Va tutto bene?" Mi chiese Hermione, ostentando una certa noncuranza.
"Credevo che non volessi più sapere niente di Remus." Ribattei sarcasticamente, riflettendo immediatamente sul fatto che lei non aveva accennato a Remus.
"Remus è qui ad Hogwarts?" Bisbigliò lei incredula "Ma non dovevate vedervi domani sera?"
Mi morsi la lingua per evitare di darle una risposta poco educata. Ero troppo nervosa, dovevo calmarmi.
"Sì, infatti è così." Ribattei solamente. Fortunatamente lei non fece altre domande ed io non fui obbligata a parlare più del dovuto, e così la cena passò abbastanza velocemente, almeno per me. Non appena ebbi finito di mangiare anche qualche acino d'uva, raccolsi la mia borsa da terra, me la misi in spalla ed uscii dalla Sala Grande senza salutare nessuno. Il buio era ormai calato fuori dalle finestre del castello, la notte era piuttosto tiepida ed il cielo era trapuntato di stelle, ma non ci feci troppo caso. Salii di corsa la scala che portava al sesto piano e mi diressi quasi correndo verso l'infermeria, avevo bisogno di lui, dovevo vederlo ad ogni costo. Bussai con nocche tremanti alla pesante porta di quercia, e dopo qualche secondo Madama Chips venne ad aprirmi.
"Oh signorina Hayden, sei tu." Asserí con tono indecifrabile ma non scortese, come se si fosse aspettata che sarei venuta e che anzi, era sorpresa per il fatto che non fossi venuta prima.
"Come sta il professor Lupin?" Chiesi, sporgendomi per vedere oltre la figura della donna.
"Ho medicato nuovamente la sua ferita e si è riassorbita quasi del tutto, ha bisogno di una notte di riposo e poi starà bene." Disse lei.
Io annuii, ero estremamente grata a quella donna per aver curato Remus, ma dentro di me ero anche vagamente risentita per non avergli permesso di avvicinarsi a me.
"Posso vederlo?" Chiesi passandomi una mano tra i capelli e abbassando lo sguardo.
Lei sospirò "D'accordo, ma solo per poco, deve riposare."
Seguii la donna per il corridoio costeggiato da file di letti identici col cuore che batteva forte, fin quando l'infermiera si fermò davanti a una tenda bianca di velluto tirata completamente. Senza dire niente, presi un respiro profondo e la scostai leggermente, avvicinandomi al letto.
Remus aveva la schiena appoggiata alla testiera del letto, il petto nudo era fasciato all'altezza dell'addome muscoloso e aveva il viso rivolto verso la finestra.
"Ciao." Mormorai, mordendomi il labbro.
Lui si girò di scatto e sul suo viso apparve l'ombra di un sorriso.
"Sei qui." Disse solo. Remus fece leva sulle braccia per raddrizzare ulteriormente il busto, ma i suoi pettorali si contrassero sotto uno sforzo che evidentemente non era ancora in grado di sostenere.
"No ti prego, non affaticarti." Sussurrai sedendomi al bordo del suo letto e prendendo una delle sue grandi mani tra le mie. Remus mi guardò negli occhi per un tempo che parve interminabile, poi scosse la testa "Mi dispiace per prima, non volevo che mi vedessi così." Disse piano. Era incredibilmente bello, non riuscivo a smettere di guardarlo.
"Ti fa molto male?" Gli chiesi ignorando la sua affermazione, accarezzando con i polpastrelli la fasciatura stretta. Lui prese la mia mano tra le sue e la guidò sul suo petto, all'altezza del cuore. La sua pelle era bollente.
"Mi fa molto più male qui." Asserì, puntando i suoi occhi ambra nei miei.
Risi piano e ironicamente "Non sei l'unico allora."
La mia piccola mano sgusció senza difficoltà dalla sua stretta, ma solamente perché lui non oppose resistenza.
"Tu non sai cosa ho passato." Dissi, il risentimento fu evidente nella mia voce.
"Neanche tu sai cosa ho passato io Sophia." Ringhió lui. Il suo timbro così roco e seducente mi fece sciogliere. Mi alzai dal letto e mi avvicinai alla finestra, dando le spalle al letto di Remus. Per un momento mi concentrai sul Lago, così placido ed immobile, le sue acque non avevano mai conosciuto né l'amore né la sofferenza. Sussultai quando sentii due mani forti cingermi i fianchi e un respiro caldo accarezzarmi il collo.
I peli sulla mia nuca si rizzarono ed iniziai a tremare, con il labbro inferiore stretto tra i denti.
Mi voltai con l'intenzione di respingerlo, ma quando la pelle bollente del suo petto aderì al mio corpo, le mie mani si posarono involontariamente sulle sue spalle possenti. Le dita di una mano di Remus si mossero all'interno dei miei capelli come non facevano da un mese.
Ansimai e deglutii rumorosamente. Il mio corpo smaniava perché pretendeva le sue carezze.
"Remus torna a letto, devi riposarti...-" Balbettai, ma le mie dita si mossero tra i capelli dell'uomo e sul suo petto, attirandolo di più a me.
"Tu pensi che io non ti ami più?" Mi chiese piano, circondando i miei glutei con le sue mani, trascinandomi verso il suo letto.
Mi morsi con forza il labbro per non cedere e feci pressione con i polpastrelli nei muscoli delle sue spalle.
"Rispondimi amore mio, rispondimi, voglio sapere cosa pensi di me." Ringhió lui, stringendo dolcemente la mia mascella tra le sue dita, obbligandomi a guardarlo negli occhi. Il mio cuore perse un battito quando sentii Remus chiamarmi 'amore mio'.
"Tu...tu non sai quanto mi hai ferita Remus." Dissi piano, in tutta onestà.
"E tu Sophia? Tu non hai ferito me?" Ribatté lui, facendosi più vicino. Voltai la testa di lato per non dover sostenere il peso del suo sguardo, e le labbra di Remus si posarono sulla mia mascella, lasciandovi sopra baci leggeri "Credevo che mi avresti lasciato per sempre, credevo che ti fossi innamorata di un altro." Stavo per ribattere quando le sue dita strinsero ancora la mia mascella, stavolta con più forza di prima.
Mi divincolai dalla presa di Remus ignorando il familiare calore all'altezza del basso ventre.
"Sai perfettamente che non potrò mai amare nessun altro." Ammisi, con un fil di voce.
Lui mi rivolse uno sguardo che mi fece tremare la gambe.
"Piuttosto tu, con quante donne sei andato a letto?" Chiesi, capendo che, ancora una volta, non avrei potuto sopportare la risposta.
"Sono stato troppo occupato a non farmi ammazzare da quel mostro per pensare a tradirti Sophia." Disse lui, passandosi una mano tra i capelli e rivolgendomi uno sguardo glaciale. Mi pentii all'istante di quello che avevo appena detto. Remus aveva ucciso Grayback ed io gli stavo rinfacciando cose che probabilmente non erano mai accadute. Almeno un paio di metri di distanza ci separavano, ed io già sentivo la mancanza delle sue mani su di me. Rimanemmo entrambi in un silenzio teso ma successivamente fu Remus a parlare.
"Ti ho pensata ogni singolo giorno Sophia, tu mi hai distrutto. Non sapere cosa facevi senza di me, se avevi trovato un altro era straziante. Per un momento io...-" E si fermò, prendendosi la testa tra le mani. Uno spiffero gelido entrò dalla finestra facendomi rabbrividire, ma lui non diede segno di essersene accorto.
"Tu cosa?" Lo incitai, avvicinandomi di qualche passo. Per tutta risposta, lui rimase immobile senza dire niente. Mi concessi qualche secondo per osservare il mio uomo, perché Remus era ancora mio, non avrei permesso a nessuno di portarmelo via. Sul collo e sulla mascella alcuni graffi si stavano rimarginando, mentre sui bicipiti e sui pettorali comparivano alcune cicatrici leggermente arrossate.
"Per un momento ho creduto che non sarebbe valsa la pena di combattere contro Grayback, di combattere per noi." La sua voce era poco più di un sussurro, ma nonostante questo udii tutto perfettamente. Mi avvicinai ancora a lui e posai delicatamente le mani sul suo addome, facendo attenzione alla fasciatura.
"Forse dovresti andare a riposare adesso, sei molto stanco." Mormorai cercando il suo sguardo.
"Non ti importa di quello che ti ho detto?" Mormorò "In questo mese avrei voluto ammazzare chiunque mi passasse davanti perché niente aveva più senso senza di te, io...io ti amo, ti amo da morire, ho sbagliato, non avrei mai dovuto dirti quelle cose ma ti prego, smettila di farmela pagare perché io non voglio più vivere senza di te."
Una lacrima percorse la guancia di Remus e le sue mani si serrarono attorno alla mia nuca, facendo aderire la mia fronte alla sua "Non mi ami più, non è vero?" Chiese lui, cercando di impedire alle lacrime di scendere "Ti prego Sophia, ti prego dimmi che non ti ho persa per sempre, chiedimi quello che vuoi ed io te lo darò, ma ti prego dimmi che sei ancora mia."
"Remus per favore non dire così." Sussurrai, posando la testa sulla sua spalla nuda e baciando dolcemente il suo collo. Lui mi cinse la vita con forza ed inspiró a lungo l'odore dei miei capelli.
"Dimmi che mi ami ancora." Sussurró tremando, con le lacrime agli occhi "Ti prego, ne ho bisogno."
"Remus, non sei in te adesso, riposati, ne parleremo domani." Dissi cercando disperatamente di non piangere a mia volta. Potei vedere il cuore del mio uomo spezzarsi riflesso nei suoi occhi.
"Resta con me stanotte." Mi imploró. Non lo avevo mai visto così, avevo solo una gran voglia di stringerlo a me e fargli capire che nulla era cambiato, ma Remus mi aveva ferita immensamente, e doveva rendersene conto.
"Sai che non posso." Dissi, accarezzandogli le rughe di preoccupazione ai lati della bocca "Il tuo invito per domani sera è ancora valido?" Chiesi, sperando di distrarlo un po'.
"Sì, certo, sempre che tu lo voglia." Disse lui, accarezzandomi il labbro col pollice.
"Certo che voglio." Sorrisi debolmente, accarezzandogli un braccio.
"Sei diventata così magra Sophia..." Asserì lui, il senso di colpa era evidente nella sua voce.
"Non ho avuto molta fame ultimamente." Cercai di sorridere ma quello che venne fuori fu solo una smorfia. Mi morsi il labbro "Non ti piaccio più, non è vero?"
Remus parve confuso per qualche secondo, poi capì e le sue mani presero ad accarezzare i miei fianchi e la mia schiena "Ma che cosa dici? Tu sei la donna più bella che io abbia mai visto." Il suo pollice prese nuovamente ad accarezzare il mio labbro ed improvvisazione Remus si fece talmente vicino da farmi venire la pelle d'oca "Tu sei la mia donna, Sophia, sei soltanto mia."
Schiusi le labbra a quell'affermazione. Ero sua, appartenevo a Remus e a nessun altro e trovai estremamente eccitante il fatto che lui volesse rivendicare a tutti i costi i suoi diritti su di me.
"Fa' l'amore con me piccola." Sussurró lui, baciandomi le palpebre "Mi sei mancata talmente tanto, ho bisogno di sentire il tuo piccolo corpo sotto il mio, voglio farti stare bene e farti ancora mia, ti prego Sophia, fa' l'amore con me." A quelle parole le mie mutandine si bagnarono immediatamente, come non succedeva da tanto tempo.
"Remus anche io voglio fare l'amore con te, non desidero altro che le tue mani su di me dall'ultima volta in cui ci siamo visti, ma qui non possiamo." Balbettai cercando disperatamente di rimanere lucida.
Per tutta risposta Remus tirò completamente la tenda in modo che nessuno avrebbe potuto vederci e mi rivolse uno sguardo rovente. Lui mi attiró a sé e avvolse i miei capelli attorno al suo pugno, poi le dita di Remus si infilarono sotto alla mia gonnellina e attraverso l'elastico delle mie mutandine e il suo dito iniziò a compiere movimenti circolari sul mio clitoride.
"Oh Remus, ti prego..." Mugolai, e non so se lo pregai di smettere o di continuare.
Avevo una paura tremenda che arrivasse Madama Chips o chiunque altro, aprisse quella tenda e ci vedesse.
"Shh, fa piano piccola, non vorrai svegliare tutti." Mi intimó lui con voce roca, aumentando la pressione sulla mia femminilità. Mi aggrappai di più alle sue spalle e nascosi il viso nell'incavo della sua spalla per attutire il suono dei miei gemiti mentre il mio bacino si muoveva per andare incontro alle sue carezze. Dopo poco Remus infilò tre dita dentro di me senza preavviso iniziando a spingere con velocità graduale.
"Oh mio dio." Piagnucolai strofinandomi forte contro di lui, mentre ormai sentivo di essere vicina all'apice. Mi alzai in punta di piedi e premetti le labbra contro il suo petto, mentre la sua mano, grande e forte, premeva la mia testa contro i suoi pettorali, come se dovessi in qualche modo nutrirmi di lui.
"Vieni piccola, vieni per me forza." Ringhió piano lui, aumentando la velocità. Inarcai la schiena e lanciai un urletto strozzato e fui colta dall'orgasmo. Le braccia di Remus mi sorressero, mentre io posai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi, in attesa che il respiro si regolarizzasse.
"Mi sei mancato da morire." Piansi.
Lui sospirò, mi accarezzó il viso e posò la sua fronte sulla mia.
"Ti sono mancata Remus?" Domandai, incurante del fatto che me lo avesse già detto e che sembrassi una bambina, ma avevo bisogno che me lo dicesse ancora e ancora, avevo bisogno che desse un senso a tutta la sofferenza che avevo provato.
Lui mi prese il viso tra le mani.
"Come l'aria."
I nostri visi erano vicini e i nostri nasi si sfioravano.
"Baciami." Lo implorai, abbandonandomi tra le sue braccia. In quel mese mi ero accorta di essere totalmente ed incondizionatamente dipendente da lui, non avrei potuto fare a meno di lui neanche volendo. Volevo lui e lo volevo per sempre, non mi interessava cosa sarebbe successo, io sarei sempre stata sua.
Lui circondó la mia vita sottile con un braccio, mentre l'altra mano si infiló tra i miei capelli, stringendomi vigorosamente la nuca e posò le sue labbra aperte sulle mie, in un bacio profondo e quasi feroce, premendo il mio viso contro le sue labbra.
Quel contatto mi mandò completamente in estasi.
Gli avvolsi con foga le braccia intorno al collo e lo baciai con forza e prepotenza, stringendogli forte alcune ciocche dei suoi capelli tra le dita. Remus mi strinse a sé talmente forte da farmi mancare il respiro e dopo poco sentii il sapore ferroso del sangue scorrere nella mia bocca e un lieve bruciore sul mio labbro inferiore.
Lui mise le mani sul mio viso e mi allontanó bruscamente da sé, mi aggrappai alle sue braccia per non perdere l'equilibrio.
"Cazzo." Imprecó, accarezzando il mio labbro inferiore con le dita, che immediatamente si macchiarono di un tenue rosso. Il petto di Remus si alzava e si abbassava freneticamente e il mio respiro era corto ed accelerato.
In un momento di follia iniziai a mordermi con forza il labbro, ed immediatamente sentii ancora il sapore ferroso del sangue scorrermi sulle labbra.
Forse ero diventata pazza, ma volevo che Remus lavasse via la ferita sul mio labbro esattamente come quella sulla mia anima.
"Fermati Sophia." Ringhió preoccupato, scuotendomi dolcemente il viso tra le mani. Si voltò immediatamente in direzione del comodino accanto al suo letto e fece per prendere una garza, ma io afferrai il suo braccio con entrambe le mani e feci aderire ancora il suo corpo al mio.
"Voglio che tu prenda il mio sangue Remus." Gli dissi piano, tremando "Per favore, prendi anche questo di me. Ho bisogno di sapere che dovunque andrai, una parte di me sarà sempre dentro di te. Perché io ti avverto." Iniziai a tremare violentemente "Se tu mi lasci ancora io mi...-"
"Non lo dire neanche per scherzo." Mi interruppe lui, con gli occhi pieni di lacrime "Non lo dire, non lo dire mai."
Gli accarezzai il viso con la punta dei polpastrelli, mentre una goccia di sangue formava un sottile rivolo sul mio mento.
Le iridi di Remus si fusero con le pupille e desidero misto a dolcezza si impressero nel suo sguardo con così tanta forza da farmi tremare le labbra e le gambe.
"Amore mio, tu hai la mia vita nelle tue mani, adesso e per sempre." Mormorò lui, dopodiché le sue grandi mani si serrarono attorno alla mia vita e la sua lingua iniziò a leccare via il sangue dal mio labbro inferiore con dolcezza straziante. Mi aggrappai ai suoi bicipiti e un gemito lasciò le mie labbra dischiuse.
"Ti amo Sophia." Mi disse, guardandomi negli occhi con desiderio e passione travolgente.
"Anche io ti amo Remus, ti amo da morire." Sussurai, mentre una lacrima sfuggiva al mio controllo.
Lo sguardo di Remus era dolce, possessivo ed estremamente passionale e la voglia di lui crebbe dentro di me come un vortice di fuoco liquido. Lo volevo da morire.
Lui prese il mio viso tra le mani, poi mi guardò negli occhi e posò la sua fronte sulla mia.
"Ho bisogno di sapere una cosa." Disse.
Tremai tutta mentre le sue labbra asciugavano le lacrime sul mio viso.
Remus deglutí "Voglio sapere se ti sei mai toccata per me."
Io schiusi le labbra e spalancai gli occhi per la sorpresa.
Quella era decisamente l'ultima domanda che mi aspettavo Remus potesse rivolgermi, ed era di gran lunga la cosa più intima di cui avessimo mai parlato.
"Io...-" Mormorai, arrossendo intensamente. L'avevo fatto sì, ma non potevo ammetterlo, Remus non poteva sapere che oltre ad avere potere sulla mia mente, aveva anche immenso controllo del mio corpo.
"Dimmelo Sophia." Mi ordinó, accarezzandomi le labbra con il pollice.
"Ti prego..." Mormorai, mentre una lacrima di vergogna mi scivolava lungo la guancia. Sperai che capisse che non volevo parlarne perché era un tasto estremamente delicato.
Lui si chinó ed asciugó la lacrima con le sue labbra, poi mi bació una palpebra. I suoi occhi cercavano ancora i miei in attesa di una risposta.
Mi morsi il labbro ed annuii mentre gli occhi mi si riempivano ancora di lacrime.
Remus mi abbracció con forza, ed io scoppiai a piangere contro la sua spalla.
In quel momento mi resi veramente conto di quanto potere Remus avesse su di me.
Non avrei potuto vivere senza di lui, se lui moriva, io morivo.
"Anche io." Disse solamente, stringendomi di più a sé.
"Davvero?" Mormorai.
Lui annuì "Non voglio che ci siano segreti tra di noi, e non voglio che tu abbia paura di parlare del tuo corpo."
Mi alzai in punta di piedi e lo baciai a stampo.
"Non voglio più stare un mese senza di te."
"Ti prometto che non accadrà più." Disse lui.
"Mai più?"
"Mai più."
Sorrisi tra le lacrime, e finalmente, anche Remus si sciolse in un sorriso.
"Signorina Hayden."
Remus ed io ci voltammo di scatto, e ci trovammo davanti Madama Chips. Lei guardò prima me, poi lui, infine le sue braccia strette attorno alla mia vita.
Cercai di staccarmi da Remus, ma lui me lo impedì, stringendo la sua presa. Come era possibile che non capisse la situazione?
"È ora che torni al suo dormitorio, i malati devono riposare." Disse l'infermiera.
Sembrava scossa, imbarazzata e vagamente infastidita.
"Certo, ha ragione." Mormorai io, e mi divincolai dall'abbraccio di Remus. Mi sembrò che il mio gesto lo avesse ferito.
"Bene allora, buonanotte." Mormorai, imbarazzatissima. Madama Chips era ancora in piedi davanti a noi, così mi alzai in punta di piedi e baciai velocemente Remus sulla guancia.
Dopo aver salutato con un fil di voce l'infermiera, camminai svelta in direzione dell'uscita, ma prima di chiudermi la porta alle spalle lanciai un ultimo sguardo a Remus e il cuore sembrò volermi scoppiare nel petto.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora