Fourty-six

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Remus mi aveva portata nel salone e mi aveva detto che avrei potuto scegliere qualunque libro volessi dalla sua vastissima libreria, mentre lui si occupava di alcune lettere che gli avevano mandato alcuni membri dell'ordine via gufo. Dopo un'attenta analisi di alcuni dei libri di Remus (impossibile esaminarli tutti), ne scelsi uno dalla rilegatura cedevole e le pagine ingiallite dal tempo e mi sedetti a gambe incrociate sul divano davanti al camino.
"Cos'hai scelto piccola?" Mi chiese Remus, alzando per un attimo la testa dalle sue lettere. Mi voltai nella sua direzione e lo vidi seduto al grande tavolo del salone, con davanti a lui molte pergamene, penne d'oca e boccette di inchiostro di diversi colori.
Alzai il libro cosicché lui potesse vederne il titolo.
" 'Licatropia-tutto quello che c'è da sapere su chi ne è affetto.' " Lesse ad alta voce ed un angolo della sua bocca si sollevò "Una scelta interessante direi."
Ricambiai il sorriso e mi concentrai sull'introduzione. Man a mano che sfogliavo le pagine di quel vecchio tomo, questo diventava sempre più interessante e c'erano molti paragrafi che avrei certamente sottolineato se solo avessi avuto una penna d'oca. Mi chiesi se a Remus avrebbe dato fastidio.

I licantropi sono estremamente sensibili alle emozioni profonde, specialmente all'amore. I soggetti affetti da licantropia possono provare amore vero per una e una sola persona nel corso della propria vita e, se davvero innamorati, le doneranno anima e corpo senza riserve per sempre. Profondamente devoti, i licantropi sviluppano un senso di protezione verso la propria compagna (o compagno) quasi morboso, infatti riescono a sentire se vi è l'odore di un'altra persona sulla pelle della propria amante, e, in caso positivo, sono pronti ad uccidere la persona che ha osato toccare ciò che gli appartiene. Anche se straziati dal dolore, i licantropi in stato di coscienza non farebbero mai volontariamente del male alla persona che amano. Nelle notti di luna piena è sconsigliato ai compagni di un licantropo di trovarsi nelle immediate vicinanze del proprio partner. Quest'ultimo, infatti, sentirebbe l'odore inebriante della preda, non attribuendolo però alla persona in questione, per cui sarebbero pronti ad uccidere coloro che amano senza neanche rendersene conto, per poi lasciarsi morire straziati dai sensi di colpa e dal vuoto incolmabile venutosi a creare per la mancanza dell'unica persona che saranno mai capaci di amare veramente.

Quest'ultimo periodo mi lasciò un senso di amaro in bocca e sentii lo stomaco contorcersi. Se Remus mi avesse fatto del male, anche se involontariamente, si sarebbe ucciso? Era vero che quello era solo un vecchio libro malandato, ma quanta percentuale di verità era contenuta in quelle pagine? E quale di leggenda? Stavo per chiedere spiegazioni a Remus, quando i ciocchi di legno nel camino davanti a me iniziarono a traballare producendo alte scintille che si spensero non appena toccarono la pietra del camino. Improvvisamente il fuoco, da rosso, diventò verde, inondando il salone di una strana luce iridescente, conferendo alla stanza un aspetto quasi surreale.
Remus si alzò immediatamente dalla scrivania e si mise davanti al camino, coprendo in parte la visuale. Immediatamente sentii una voce provenire dal camino e mi sporsi verso destra per vedere cosa stesse accadendo. Vidi il viso di un uomo piuttosto anziano spuntare dai ceppi di legno sputacchiando fuliggine; Remus si fece più vicino.
"James, che succede?" Chiese sporgendosi leggermente verso il camino.
"Scusami se ti disturbo a quest'ora Remus, non lo farei se non fosse importante." Si giustificó educatamente l'uomo.
"Non c'è problema." Tagliò corto lui, senza mai essere scortese "Dimmi pure."
"Abbiamo delle novità da comunicarti riguardo a quell'argomento. Amalia e Jeffrey sono tornati mezz'ora fa e mi hanno appena riferito tutto." Disse l'uomo che doveva chiamarsi James. Vidi i muscoli delle spalle di Remus tendersi ed irrigidirsi. Appena aveva detto 'quell'argomento' avevo immediatamente capito che si riferiva a Greyback. Sentii un senso di nausea farsi strada nel mio corpo. Chi era poi questa Amalia?
"Molto bene." Disse Remus passandosi nervosamente una mano tra i capelli in attesa che l'uomo parlasse.
"Non posso parlartene qui, qualcuno potrebbe intercettare la conversazione." Osservò James, tossendo una manciata di cenere.
"D'accordo, lo capisco." Disse Remus con una punta di esasperazione "Potete venire a casa mia, qui non ci sentirà nessuno."
Mi lasciai ricadere sullo schienale del divano con un tonfo sordo, e solo allora Remus parve ricordarsi che c'ero anche io in quella grande casa insieme a lui.
"Molto bene, saremo lì tra una mezz'ora massimo." Disse James, sparendo velocemente dal camino di Remus in una nuvola di fuliggine. Immediatamente la luce verde che aveva inondato la stanza fino a poco prima scomparve, e la sala tornò ad essere illuminata solamente dalle lampade e dalla luce tremolante delle candele. Chiusi delicatamente il libro e lo posai sul divano, dopodiché mi alzai lentamente facendo leva sulle braccia e mi avvicinai a Remus.
"Vuoi che mi chiuda in camera e non mi faccia vedere?" Chiesi. Lui si voltò di scatto verso di me e parve riscuotersi da un pensiero particolarmente profondo.
"Fai quello che ti senti." Mi disse bruscamente, probabilmente più di quanto avrebbe voluto. Annuii. Era ovvio che Remus non voleva che restassi e l'ultima cosa che volevo era essere di intralcio, così presi il libro e mi avviai verso la camera di Remus, ma lui afferrò delicatamente il mio polso avvicinandomi e sé, e disse "Non devi rimanere chiusa in camera come se fossi in punizione se non vuoi."
Non seppi perché, ma sentii il bisogno di divincolarmi dalla sua presa. Remus parve rabbuiarsi e i suoi occhi cercarono i miei, poi sospirò lentamente.
"Sophia quegli uomini hanno delle notizie su Greyback di estrema riservatezza. Se Caramell scoprisse che mi sono personalmente messo sulle sue tracce probabilmente ne uscirebbe uno scandalo. È una situazione delicata e credimi quando ti dico che l'ultima cosa che voglio è che questo metta le distanze tra di noi." Disse avvicinandosi a me e circondando i miei fianchi con le sue braccia. Gli accarezzai le spalle larghe con le dita e annuii, Remus stava facendo tutto questo per noi e non avevo il diritto di comportarmi così.
"Voglio che tu assista alla conversazione perché tu fai parte della mia vita ormai." Disse lui, chinando leggermente la testa per incontrare il mio sguardo. Mi morsi il labbro e sorrisi leggermente
"Va bene." Dissi soltanto. Mi alzai in punta di piedi e lo baciai accarezzandogli il collo e lui ricambió immediatamente, accarezzandomi la schiena sotto al tessuto leggero della sua camicia, che stavo ancora indossando. Dopo qualche secondo mi staccai e chiesi "Come spiegherai la mia presenza qui?"
Remus parve riflettere per un istante, dopodiché disse "Beh, loro non ti conoscono quindi, se per te va bene, potrei dire che sei mia nipote e che mia sorella aveva delle faccende da sbrigare nella Londra babbana."
Soffocai la delusione per il fatto che Remus non volesse dire che noi avevamo una storia apertamente. Capivo perfettamente il motivo per cui avrebbe dovuto mentire, ma non potevo evitare che una parte di me si sentisse triste.
"Tu hai una sorella?" Gli chiesi per distrarmi, sinceramente curiosa. Remus scosse il capo, accarezzandomi la guancia con l'indice. Annuii solamente e feci per staccarmi per raggiungere la camera e prepararmi, ma Remus mi bació ancora, passando una mano tra i miei capelli.
"Va a prepararti adesso, arriveranno tra poco." Sussurró sulle mie labbra.
"D'accordo." Dissi piano, mordendomi il labbro. Feci qualche passo indietro e il mio sguardo si posò involontariamente sul petto ampio dell'uomo, analizzando l'addome scolpito e la linea definita del pettorale e dei bicipiti. Trattenni il respiro e mi morsi il labbro con forza sentendo che la mia femminilità iniziava a pulsare.
"Sophia va' in camera immediatamente o giuro che ti metto su quel tavolo e ti scopo così forte che te lo ricordi finché vivi." Sussurró con voce roca, mentre una nuova erezione compariva nei suoi pantaloni. Deglutii sonoramente ed aprii la bocca come a voler dire qualcosa, ma ci ripensai. Le sole parole di Remus bastavano a far sì che fiamme roventi mi lambissero la pelle, ma sapevo che non avevamo tempo, così mi limitai a guardarlo negli occhi e a mordermi il labbro. Mi restituí uno sguardo limpido e pieno di promesse, lo sguardo che un cacciatore rivolge alla sua preda. Sorrisi debolmente e mi avviai verso la camera di Remus per cambiarmi e sentii il suo sguardo indugiare su di me fino a quando non mi fui rinchiusa la porta alle spalle.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora