Fifty

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Nonostante il pentamestre fosse iniziato da poco meno di un mese, aveva già spazzato via tutta la serenità delle vacanze natalizie per far posto ad un nuovo gigantesco carico di compiti e lezioni da seguire sempre più complesse in preparazione ai M.A.G.O. dell'anno successivo. L'inverno ad Hogwarts era sempre stato molto freddo, accompagnato solitamente dallo sferzante e gelido vento del nord, ma da quando avevo messo piede alla scuola di Magia e Stregoneria per la prima volta, non ce n'era mai stato uno tanto rigido da eguagliare quello del mio penultimo anno. Le temperature erano talmente basse che quando Peeves il poltergeist tentò di rovesciare un secchio d'acqua su delle studentesse Tassorosso del primo anno da una finestra del quarto piano, questa si trasformò in una lastra di ghiaccio dalla forma bizzarra non appena fu entrata il contatto con l'aria gelida. Durante le occasionali e sempre meno frequenti gite ad Hogsmeade, gli studenti che erano stati tanto coraggiosi da lasciare il tepore della loro sala comune, si concentravano principalmente nei pub e nei negozi, lasciando le strade coperte da uno spesso strato di neve praticamente deserte.
Fu infatti, con la preoccupazione per le bassissime temperature, che accompagnai Remus al passaggio che collegava il Platano Picchiatore con la Stamberga Strillante in una notte di fine gennaio. Il cielo color carbone era trapuntato di stelle e una luce perlacea arrivava fioca da dietro le montagne, mancava poco meno di un'ora al momento in cui la luna piena avrebbe rischiarato dall'altro i prati bagnati di brina ghiacciata.

"Hai portato la pozione?" Mormorai nel silenzio della notte, la mia mano infilata in un pesante guanto di pelle di drago era stretta nella sua. Gli avevo già fatto quella domanda poco prima e Remus mi aveva risposto, ma non potevo fare a meno di essere in apprensione.
Lui fece un brusco cenno d'assenso con il capo, e continuò a guardare avanti. La sagoma del vecchio Platano si distingueva a malapena nella nebbia, ma sapevo che ormai eravamo vicini.
Remus era arrabbiato con me perché avevo insistito tanto per accompagnarlo nonostante il freddo pungente, ed era da quando avevamo lasciato il castello che non diceva una parola, ma si limitava a camminare a passo lento mentre guardava dritto davanti a sé.
"Hai freddo?" Mi chiese ad un tratto, fermandosi finalmente e voltandosi nella mia direzione.
"No." Mentii, ma naturalmente lui se ne accorse.
"Cazzo Sophia, perché non vuoi mai darmi retta?" Sbottó arrabbiato, avvolgendomi in un abbraccio.
"Ti avevo detto che non volevo che mi accompagnassi."
"Non faccio quello che vuoi tu." Ribattei, ma il suono della mia voce sembrò quella di una bambina che fa i capricci, camuffata dalla sciarpa di Grifondoro che mi nascondeva le labbra e il naso. Remus cercò di reprimere un sorriso, ma non ce la fece, e gli angoli della sua bocca si alzarono un po'. Ero imbacuccata fino alla punta del naso, indossavo due mantelli, una sciarpa e un orribile cappello di Hermione, e sospettai che Remus mi trovasse alquanto buffa. Non potevo certo biasimarlo.
"Non è indicato uscire, soprattutto nella tua...condizione." Disse lui, sistemandomi il capello sulla testa. Scoppiai a ridere, e quel suono allegro sembrò fendere l'aria gelida, la mia allegria era in netto contrasto con il panorama tetro che ci circondava.
"Remus ho solo le mestruazioni, non sono incinta." Dissi, cercando di non scoppiare nuovamente a ridere. Per tutta risposta mi guardò torvo, ma era evidente un luccichio di divertimento negli occhi color ambra.
"Sei incredibile." Sussurró, prendendo il mio viso tra le mani e baciandomi la fronte. Chiusi involontariamente gli occhi a quel gesto e trovai le sue mani con le mie. Sorrisi al di sotto della mia sciarpa rossa e oro.
"Non avrai freddo?" Sussurrai, intrecciando le mie dita con le sue. Remus sorrise "No piccola, qui l'unica che ha freddo sei tu, tra poco sorgerà la Luna ed io devo andare. Torna al castello e bevi qualcosa di caldo, va bene?" Chiese, scoprendo le mie labbra dalla sciarpa ed accarezzandole con il pollice. Quel gesto mi infuse più calore di due mantelli indossati l'uno sopra l'altro.
"D'accordo." Annuii e mi sporsi per baciarlo dolcemente a stampo.
"Sarò di ritorno tra poche ore, non preoccuparti." Sussurró.
Mi morsi il labbro "Ti prego sta attento."
Lui mi prese ancora il volto tra le mani e mi bació con trasporto, come solo lui sapeva fare, facendomi venire la pelle d'oca, e stavolta il freddo non c'entrava niente.
"Non posso starti vicino adesso, potrebbe essere terribilmente pericoloso. Torna al castello Sophia, ci vedremo domani. Ti amo." Disse, e senza aspettare una mia risposta, si avviò da solo in direzione del platano picchiatore. Nonostante la nebbia non mi permettesse di vederlo, riuscii a scorgere a qualche metro di distanza un debole bagliore azzurro e la voce di Remus che diceva "Immobilus."
Immaginai i rami sferzanti del platano picchiatore fermarsi a mezz'aria e tornare docili e mansueti, come se fossero normali rami di un comune albero. La luna fece capolino dalle montagne illuminando ogni cosa, ed immediatamente la preoccupazione mi travolse. Con le gambe pesanti percorsi lentamente la strada che conduceva al castello.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora