Sixty-two

1.3K 41 0
                                    

La primavera avanzava velocissima. Ad Hogwarts iniziava a fare veramente caldo, e nemmeno i grandi salici fronzuti riuscivano ad offrire un po' di frescura agli studenti che uscivano a studiare in giardino, visto che i dormitori erano sempre inondati dalla forte luce del sole durante tutta la giornata. I prati erano una distesa di erba verde e rigogliosa e di margherite, ed anche il platano picchiatore aveva messo su foglie verdi e sottili.
Harry, Hermione, Ron ed io eravamo seduti sulla riva del Lago Nero, la cui superficie era piatta e sfavillava alla luce abbagliante del sole del primo pomeriggio. Hermione ed io ripassavamo ad alta voce per far ascoltare anche a Ron ed Harry.
Il rosso era talmente preoccupato per gli esami che si sarebbero tenuti due settimane dopo che, a detta sua, 'l'ansia non gli permetteva di ripassare', per questo aveva deciso di risolvere la situazione a modo suo. Non ripassando affatto.
"Basta ragazze, sono stanco di studiare. Perché non facciamo una pausa?" Chiese Harry.
"Ma se non hai studiato affatto!" Lo rimproveró Hermione, scocciata.
"Potresti smettere di fare la sapientona per cinque minuti? Abbiamo cose più importanti di cui discutere." Disse Ron.
Lei chiuse il libro e sospirò "Credo che tu abbia ragione."
Hermione aveva appena dato ragione a Ron. C'era decisamente qualcosa che non andava.
Gli sguardi dei miei amici si concentrarono su di me.
"Che c'è?" Chiesi, in imbarazzo.
"Come sarebbe a dire 'che c'è'?" Fece Ron "Non sono io che domani divento maggiorenne, purtroppo."
Sorrisi e chiusi il libro "Credo di essere io, in effetti."
"Dovremmo organizzare una festa nella Sala Comune di Grifondoro." Disse Harry.
"Ragazzi davvero, non serve. Una cosa solo tra noi quattro e i gemelli Weasley andrà benissimo. Non voglio che tutta la scuola mi faccia gli auguri." Dissi.
Non avevo mai festeggiato in grande i miei compleanni perché li reputavo giorni qualsiasi, ma in effetti ero molto eccitata all'idea di diventare maggiorenne perché finalmente Remus ed io avremmo potuto stare insieme ufficialmente senza che lui venisse licenziato, senza che nessuno potesse contestare niente, almeno sul piano legislativo.
Che poi sparlassero su di noi per invidia, non mi interessava e sperai che non sarebbe interessato neanche a lui.
"Ne sei sicura?" Chiese Hermione, vagamente abbattuta "Diciassette anni si festeggiano una volta sola."
Sorrisi "Ed è per questo che voglio passare questa giornata con i miei amici, come ho sempre fatto. Non mi servono centinaia di persone che fingono di essere interessate al fatto che da domani sarò maggiorenne, mi bastate voi."
Hermione sospirò "Sapevo che avresti detto così. Beh, il compleanno è tuo, sei tu a decidere."
Lei scambió uno sguardo veloce con Harry.
Li fulminai con lo sguardo "Giurate solennemente che non organizzerete alcuna festa con bottiglie di alcolici rubati chissà dove."
Harry sorrise "Giuro solennemente di non avere buone intenzioni."
Scossi la testa e scoppiai a ridere, mentre mi alzavo "Sapete, a volte vi odio. Tutti quanti."
I miei amici risero, e ancora una volta mi sentii immensamente fortunata.
"E adesso dov'è che vai?" Mi chiese Harry.
Stavo per rispondere, ma Ron mi precedette "Da Remus ovviamente."
Sghignazzó.
Io sorrisi e alzai gli occhi al cielo "Non è affatto vero." Mentii.
"Sì certo, come no." Sghignazzó Hermione. Era una partita persa, mi conoscevano troppo bene.
"Forse." Ammisi, con un mezzo sorriso "Ci vediamo dopo."
Senza aspettare una risposta, mi avviai a passo svelto verso l'entrata del castello. Camminai per i corridoi di pietra fino a quando non arrivai davanti all'aula di difesa contro le arti oscure. Entrai e salii i pochi scalini che portavano all'ufficio di Remus, dopodiché bussai.
"Sì, avanti."
Sorrisi e spinsi leggermente la porta. Remus era seduto alla scrivania ed era così impegnato con alcune scartoffie che non alzò neanche lo sguardo per vedere chi fosse.
Entrai "Disturbo?"
Lui alzò immediatamente la testa e mi sorrise. Ricambiai immediatamente e mi chiusi la porta alle spalle con un incantesimo, poi mi avvicinai e mi sedetti a cavalcioni su di  lui.
"Tu non mi disturbi mai." Disse Remus.
Lo baciai dolcemente sulle labbra.
"Sei tutta accaldata." Disse, posando le labbra sulla mia fronte "Sei stata molto al sole?"
"Un paio di ore forse, studiavo con i ragazzi." Risposi con un mezzo sorriso.
Lui annuì e sorrise "Come stai?"
"Benissimo, non vedo l'ora che sia domani."
Lui mi avvicinò di più a sé. Gli circondai il collo con le braccia.
"Sei nervosa?"
Scossi la testa "No, solo felice."
Lui sorrise "Sei bellissima Sophia, ed hai tutta la vita davanti."
"Anche tu." Dissi, subito "Noi abbiamo tutta la vita davanti, giusto?"
Il cuore mi batteva come un tamburo.
Remus mi accarezzó il viso.
"Certo, amore mio. Abbiamo tutta la vita davanti, insieme."
Sorrisi, immensamente sollevata e posai la testa sulla sua spalla.
"Sai che da domani in poi potrei anche sposarmi?" Mormorai.
Sentii Remus ridere "Ah, è così?"
Io annuii e sorrisi.
Remus mi prese il viso tra le mani e mi lasciò un bacio sulla fronte.
"Mi sembra ieri che...-" Iniziò, ma poi si interruppe. Puntó gli occhi ambra sul divano sotto la finestra ed io capii immediatamente a cosa si riferiva.
"A me sembra passata una vita invece." Dissi, accarezzandogli le guance "Durante questi otto mesi mi sono sentita così viva che mi sembra che siano trascorsi anni ed anni."
Remus sorrise "Ti sei pentita di qualcosa?"
Ci riflettei su.
"Sì."
Lui sembrò sorpreso "Di che cosa?"
"Di non esserti stata accanto durante il mese in cui hai dato la caccia a Grayback. Sono stata così egoista da non capire che lo facevi per noi, e mi dispiace da morire."
Lui sorrise, sollevato "Non ti avrei permesso comunque di venire con me, sarebbe stato troppo pericoloso." Disse poi, serio.
"Lo so, ma avremmo potuto tenerci in contatto qualche volta. Avevamo litigato e non sapevo come stavi...non sapevo se eri..-"
Remus mi striste di più a sé.
"Non pensarci adesso piccola, è tutto passato, quel mostro è morto e non potrà fare del male né a noi, né ai nostri figli." Disse, estremamente protettivo.
Sorrisi.
I nostri figli.
Era così bello sentire quelle parole uscire dalla sua bocca.
"Non vedo l'ora." Sorrisi "Saranno bellissimi."
"Non potrebbe essere altrimenti. Tu sei abbastanza bella per entrambi."
Scoppiai a ridere e gli accarezzai i capelli.
"Smettila di fare il finto modesto."
Il sorriso di Remus si allargó.
"Almeno ci ho provato. Apprezza lo sforzo."
Mi sporsi leggermente e gli morsi dolcemente il labbro mentre facevo intrecciare le dita delle mie mani con le sue.
"Hai anche un sacco di altre qualità." Mormorai, in tono lascivo.
"Ah si?" Remus mise su un sorriso da predatore che mi lasciò senza fiato.
"Mmhhh..." mugolai mentre gli leccavo con la punta della lingua il contorno delle labbra. Remus diventò immediatamente duro sotto di me. Sorrisi.
"Ed io che mi aspettavo di sentirti dire qualcosa di molto più filosofico." Ringhió lui, mi afferró per le cosce e mi fece sedere sulla sua scrivania. Divaricai le gambe e Remus ci si infiló in mezzo.
"Ma se non ho detto niente." Ribattei con un sorrisetto, mentre mi sbottonavo la camicietta. Remus fu sorpreso ed estremamente eccitato quando vide che sotto al tessuto leggero della camicia ero nuda. Non portavo il reggiseno a causa del troppo caldo. Lui avvolse il mio seno con le mani ed iniziò a torturare i miei capezzoli con le dita.
Gemetti e mi aggrappai alle sue spalle.
"Sono tutto orecchi." Ringhió, divertito.
Lo guardai negli occhi e sentii il ventre esplodermi di fiamme roventi.
Sapevo che Remus voleva che gli dicessi che era dannatamente bravo. Eccome se lo era, ma non lo avrei ammesso così facilmente.
"Beh, hai buon gusto nel vestire." Gli dissi, mentre gli sbottanavo velocemente quella stupenda camicia blu che portava "Peccato. Questa camicia ti stava davvero bene addosso."
Remus sorrise e mi accarezzó le labbra con il pollice. Io me lo portai alla bocca ed iniziai a leccarlo dolcemente.
"Sai cos'è che mi sta ancora meglio addosso?" Sussurró, Mentre si slacciava la cintura dei pantaloni. Mi morsi con forza il labbro e scossi la testa. Avevo caldo, ma stavolta non era colpa del sole.
"Tu."
Remus mi tolse le mutandine già bagnate, poi si sedette di nuovo sulla poltrona e fece sedere me a cavalcioni su di lui. Ero un po' tesa perché non avevo mai fatto l'amore con Remus in quella posizione, ma ero così eccitata che se non mi avesse presa immediatamente sarei potuta svenire. Remus si slacció i pantaloni ed immediatamente il suo pene durissimo ed eretto saltò fuori.
Ansimai quando lui mi afferró per i fianchi e fece scontrare le nostre intimità nude.
"Ti prometto che ti piacerà." Disse con la voce roca dall'eccitazione "Fidati di me."
Io annuii e lentamente mi calai su di lui, mentre Remus mi sorreggevva saldamente per la vita. Il suo pene mi penetró così a fondo che mi sentii spaccata in due, anche se non faceva male.
"Oh mio Dio." Boccheggiai, aggrappandomi a lui con tutte le mie forze. Le braccia muscolose di Remus mi sostennero mentre iniziavo lentamente a muovermi sopra di lui. Remus era così enorme dentro di me che mi sembrava che ogni sensazione fosse amplificata mille volte. Dopo qualche minuto di spinte estremamente lente, iniziai a muovermi su di lui più velocemente fino a quando non capii come farlo nel modo giusto. Iniziai a dondolare a ritmo quasi frenetico mentre Remus gemeva e reclinava la testa all'indietro. L'orgasmo che mi colse fu di gran lunga uno dei più intensi che avessi mai avuto, ma non feci in tempo a riprendermi, che ne arrivò un altro, e poi un altro ancora. Urlai il suo nome e Remus dovette mettermi la mano sulla bocca e premere la mia testa contro la sua spalla per attutire il grido che mi sqaurció il petto e il ventre.
Rimassi immobile, con le labbra premute contro la sua spalla per non so quanto tempo, in attesa che il respiro si regolarizzasse e il vortice di fuoco che mi impregnava il ventre si attenuasse.
"Va tutto bene?" Mi chiese Remus, stringendomi dolcemente le spalle. Ero ancora talmente stordita che non risposi.
"Sophia?" La voce di Remus si fece preoccupata, mentre mi sosteneva la testa.
"Sto bene." Sorrisi "È stato bellissimo."
Remus mi bació dolcemente sulle labbra, poi mi regalò un sorriso malizioso.
Gli presi il viso tra le mani e lo baciai ripetutamente a stampo.
Remus sorrise e mi accarezzó i capelli.
"Allora, che farai domani?" Mi chiese.
"Passerò la giornata a cercare di convincere i ragazzi a non organizzarmi la tanto attesa festa a sorpresa dove si beve e si resta svegli fino all'alba." Mi strinsi nelle spalle "Tu che farai?" Speravo tanto di poter passare la giornata insieme a lui.
Remus si fece serio.
"Purtroppo domani sarò al Ministero, ci sono stati degli attacchi da parte di alcuni dissennatori nella Londra babbana."
"Cosa? Tutto il giorno?" Gli chiesi senza riuscire a nascondere la mia tristezza.
"Mi dispiace da morire piccola." Disse tristemente.
Abbassai lo sguardo sulle nostre dita intrecciate.
"Non puoi proprio spostare il tuo turno? Non mi piacciono le feste, ma pensavo che avremmo potuto stare un po' da soli..."
Mi morsi il labbro per evitare di fare i capricci. Era solo questione di ore prima che diventassi effettivamente una donna adulta, ma nonostante questo ero molto triste che Remus dovesse lavorare tutto il giorno.
Lui affondó le mani nei miei capelli e mi attiró a sé.
"Queste decisioni vengono prese da Caramell in persona, e purtroppo non c'è niente che io possa fare a riguardo. Avrei fatto a cambio con un mio collega, ma Caramell ha preteso che ci fosse anche lui."
Io annuii ma non dissi niente. Mi sentivo estremamente triste ed avvilita. Avrei davvero voluto passare quel giorno con lui.
"Lo so che sei arrabbiata, ed hai tutte le ragioni per esserlo." Disse lui, mortificato.
Gli presi le mani tra le mie "Non sono arrabbiata perché so che non dipende da te, sono solo un po' triste, ma non importa, infondo è solo un giorno come un altro." Cercai di minimizzare, ma risultai talmente poco credibile che non provai neanche a mentire oltre. Mi alzai e mi rivestii mentre Remus, afflitto, faceva lo stesso.
"Ti prometto che mi farò perdonare." Disse baciandomi, prima che uscissi dal suo ufficio.
"Ho bisogno che mi prometti una cosa."
Lui corrugó la fronte e mi accarezzó le spalle "Che cosa?"
"Se devi lavorare il giorno del mio compleanno non è un problema, davvero. Ma, se puoi, fa' che non capiti il giorno del compleanno dei nostri figli. Voglio che loro abbiano sia il loro papà che la loro mamma accanto mentre spengono le candeline. Questa è una cosa su cui non transigo."
Remus mi guardò a lungo, senza dire niente. Non volevo essere cattiva, né fuori luogo con la mia richiesta, ma io ero dovuta crescere senza i miei genitori e volevo che i nostri figli li avrebbero avuti accanto entrambi, sempre.
Gli presi la mano con entrambe le mie.
"Promettimelo, ti prego."
"Te lo prometto Sophia." Disse.
Era così serio. Avrei dato qualunque cosa per sapere che cosa gli passasse per la testa in quel momento.
Io annuii "Grazie."
Remus continuava a guardarmi negli occhi con espressione indecifrabile.
"Beh, allora buon lavoro domani." Sorrisi leggermente, per allentare un po' la tensione, mi sporsi e lo baciai a lungo e a stampo.
"Sei una donna straordinaria." Mi disse improvvisamente, con gli occhi pieni di lacrime "Farei qualunque cosa per te. Qualunque. Tu mi fai sentire migliore di quanto io non sia, nonostante qualunque cosa faccia finisco per ferirti."
"No amore mio, non dire così." Sospirai sulle sue labbra mentre anche i miei occhi diventavano lucidi "Non sentirti in colpa, ti prego. Io non intendevo essere cattiva, perdonami se...-"
Ma lui non mi lasciò finire. Mi prese il viso tra le mani e mi bació così lentamente che mi tremarono le gambe.
"Ci vediamo presto." Disse poi, con il respiro accelerato.
Io annuii e mi sforzai di sorridere.
"Mi mancherai da morire." Disse.
Io annuii, mi voltai e scesi le scale di pietra, e mi chiusi in fretta la porta dell'aula alle spalle.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora