Sixty

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Remus tenne aperta per me la porta di cristallo del ristorante, mentre le dita dell'altra mano erano intrecciate con le mie. Il posto era davvero meraviglioso. Una musica leggera e rilassante aleggiava tra i tavoli del ristorante ma non riuscii a capirne la provenienza, e l'illuminazione era soffusa e romantica. La sala principale del ristorante era molto ampia ed elegante, con i tavoli ricoperti da tovaglie di pizzo e con centro tavola di composizioni floreali elaborate.
Era ovvio che fosse un ristorante pensato appositamente per le coppie, non il genere di posto in cui andresti per una cena di famiglia.
Mi sentii leggermente intimidita.
"Ti piace?" Mi chiese Remus.
"È davvero bellissimo." Sorrisi, e per un momento valutai se baciarlo o meno davanti a tutta quella gente.
"Buonasera e benvenuti." Esordí un ragazzo molto giovane in divisa da cameriere. Non poteva essere molto più grande di me.
"Volete darmi le vostre giacche?"
Era alto, anche se non quanto Remus, aveva i capelli biondo cenere legati in una corta coda alla base della nuca e occhi neri. Il fisico tonico era fasciato dalla camicia e dal gilet.
"No grazie." Rispose Lupin con tono apparentemente pacato.
Il ragazzo mi guardò dritto negli occhi "E tu? Posso prendere il tuo cardigan?"
Qualcosa nel suo sguardo mi fece accapponare la pelle.
"Io...no grazie."
Strinsi di più la mano di Remus con la mia e lui mi circondó la vita con un braccio con fare estremamente protettivo.
"Ho prenotato il tavolo singolo." Disse Remus freddamente.
Non capii di cosa stesse parlando, ma il ragazzo annuí con un sorrisetto "Certamente, prego."
Ci guidò attraverso la sala, fino a che non arrivammo ad una scala mobile che all'inizio non avevo notato. Il cameriere salì per primo con disinvoltura, seguito subito da me e Remus, in un silenzio teso. La forza con cui le sue mani stringevano i miei fianchi mi fece capire che qualcosa non andava, sperai solamente che quel ragazzino non avrebbe rovinato tutto.
"Eccoci, quello è il vostro tavolo, come da richiesto. Accomodatevi, vi porto immediatamente i menù."
Per un momento rimasi interdetta. La sala non era grande come quella al piano di sotto, ma vi era un solo tavolo al centro. Il nostro. Le grandi vetrate lucide mostravano un panorama mozzafiato di Londra, le cui luci sembravano minuscoli puntini nell'oscurità.
Remus spostò la sedia per me e la avvicinó al tavolo non appena mi ci fui seduta sopra, poi fece il giro e si sedette di fronte a me con eleganza. Il tavolo era più grande di quelli che c'erano al piano di sotto, ma le nostre mani stese si toccavano senza troppe difficoltà.
"Perché abbiamo una stanza tutta per noi?" Chiesi, guardandomi intorno.
Remus per tutta risposta, sorrise e si accarezzó il mento con le dita "Perché posso permettermelo e perché voglio stare da solo con te."
Remus era bellissimo, quelle luci soffuse rendevano il suo viso ancora più affascinante. Mi mordicchiai il labbro.
Non feci in tempo a ribattere che il cameriere tornò con i nostri menú.
Mi porse il mio con uno strano sorriso, non lo degnai di uno sguardo mentre lo ringraziavo.
Quando fui certa che se ne fosse andato, alzai lo sguardo su Remus, e lo vidi intento a leggere il menú, ma la sua mano era stretta a pugno.
"Remus...-"
"Se ti guarda in quel modo un'altra volta non rispondo di me." Disse piano, in tono perfettamente controllato. Sapevo che le parole di Remus avrebbero dovuto spaventarmi, eppure non potei fare a meno di trovarle estremamente eccitanti. Sfiorai il dorso della sua mano con i polpastrelli e gli sorrisi leggermente. Lui sembrò rilassarsi un po', probabilmente non voleva rovinare la nostra serata. Mi concentrai sul menù. Non avevo mai sentito nominare la maggior parte dei piatti, erano tutti decisamente raffinati, non avevano niente a che vedere con il semplice e delizioso cibo di Hogwarts.
"Hai già scelto?" Gli chiesi, alzando lo sguardo. Lo trovai intento a fissarmi mentre si accarezzava il labbro con l'indice.
Lui annuí "E tu?"
"In realtà non ho la più pallida idea di che cosa siano questi piatti." Sorrisi ed arrossii.
Il sorriso di Remus si allargó.
"Per questo ti ho portata qui, è una specie di prova di fiducia." Disse, tranquillo.
"Che vuoi dire?" Chiesi curiosa.
"Se ti fidi, ordineró io anche per te."
Mi sembrò una cosa estremamente romantica.
Sospirai, sollevata.
"Mi sembra perfetto." Sorrisi.
Remus mi guardava con intensità tale da farmi provare continuamente un forte calore alla bocca dello stomaco. Se solo avessi avuto la certezza che nessuno sarebbe entrato da un momento all'altro a quest'ora lo starei già baciando come si deve mentre mi strofinavo contro di lui.
Mi mossi nervosamente sulla sedia e mi portai un bicchiere di acqua alle labbra, anche se non avevo realmente sete.
Alzai gli occhi e lo vidi rivolgermi un'occhiata rovente.
"A che cosa stai pensando?" Mi chiese, apparentemente tranquillo.
Mi bagnai convulsamente le labbra con la lingua.
"A te." Mormorai.
Iniziai a tremare sommessamente sotto al suo sguardo così profondo e penetrante, così mi infilai nuovamente il coprispalle.
"Anche io ti penso, piccola." Ribatté piano lui "E la cosa peggiore è che non posso far sì che i miei pensieri diventino realtà, almeno per ora."
Stavo per ribattere, quando un finto colpo di tosse mi riportò nel mondo reale.
Remus ed io ci allontanammo, tornando ad appoggiare la schiena sullo schienale imbottito delle sedie.
"Siete pronti per ordinare?" Chiese il giovane cameriere.
"Prendiamo due piatti di tagliolini all'astice e una bottiglia di Bolgheri." Disse Remus, con tono freddo. Il ragazzo segnò tutto su un block notes con un ghigno, dopodiché si rivolse a me e mi chiese, con tono estremamente strafottente.
"E tu desideri qualcos'altro?"
Remus diede un pugno sul tavolo e la cristalleria col quale era stato apparecchiato tintinnó e traballó.
"Sì, desidero cambiare cameriere, per favore." Dissi.
Il ragazzo parve interdetto.
"È possibile?" Chiesi ancora, visto che non reagiva.
"Credo di sì." Rispose lui a denti stretti, si vedeva che si stava trattenendo dal fare una scenata visto che eravamo dei clienti.
"Porteró il vostro ordine in cucina e vi servirà qualcun'altro." Recuperó immediatamente il suo ghigno strafottente, e dopo aver fatto un breve inchino col capo, se ne andò.
Remus si passò una mano tra i capelli e chiuse gli occhi per qualche istante. Sperai solamente che non fosse arrabbiato con me.
"Remus...-"
"Se solo sapessi quello che ha pensato su di te." Ringhió e colpì un'altra volta il tavolo con un pugno. In quel momento un calice di cristallo oscilló pericolosamente, cadde a terra e si infranse in mille di pezzi.
"Perdonami." Disse lui, immediatamente, alzando gli occhi nei miei.
Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi mentre con un incantesimo non verbale riportavo il bicchiere intatto sul tavolo. Perché doveva sempre andare a finire così?
"Sophia...-"
"Va tutto bene, non è successo niente." Dissi sforzandomi di sorridere.
"Ti ho spaventata?" Chiese subito, lessi la paura nei suoi occhi.
"Va tutto bene." Ripetei, incapace di dire altro. Appoggiai la schiena contro il morbido schienale e spostai lo guardo fuori dall'enorme vetrata, cercando di contare le milioni di piccole luci che illuminavano Londra di notte. Non potevo biasimare Remus per la sua gelosia, io al suo posto avrei reagito nello stesso modo, ma non potei fare a meno di chiedermi se saremmo mai potuti uscire senza che nessuno ci disturbasse. Improvvisamente sentii le labbra di Remus posarsi dolcemente sulla mia guancia.
Sorrisi leggermente e mi alzai dalla sedia, gettandomi tra le sue braccia. Lui mi strinse con forza a sé, inspirando l'odore dei miei capelli.
"Non essere arrabbiato con me." Mormorai, strofinando il naso contro il suo collo.
"Non ce l'ho affatto con te piccola mia." Disse lui sospirando "È solo che mi prudono le mani al pensiero che quel coglione non verrà punito."
"Non ha fatto niente di che Remus, è stato solo maleducato." Dissi, appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Quel tizio voleva scoparti Sophia." Ringhió lui "Cazzo, una scarica di pugni non gliela toglierebbe nessuno."
Gli presi il viso tra le mani e lo baciai lentamente, leccandogli le labbra ed esplorando la sua bocca con gentilezza.
"Ti prudono le mani?" Gli chiesi tra un bacio e l'altro. Remus era estasiato, lo capivo dal fatto che non riuscisse a prendere il comando come faceva sempre, ed inoltre era già incredibilmente duro. Gli presi le mani tra le mie e le guidai sulle mie natiche.
"Oh Sophia." Gemmette lui "Ti farei sdraiare su quel tavolo e ti scoperei così forte da saziarti per i prossimi sei mesi."
Un brivido percorse la mia colonna vertebrale "Non sarei mai sazia di te Remus." Confessai, baciandolo ancora, con estrema lentezza.
"Rimarrai con me stanotte?" Chiese con voce roca.
Annuii, forse con un po' troppa convinzione.
"Bene." Disse lui, la sua carezza sul mio labbro inferiore era piena di promesse.
Ci sedemmo e recuperammo un contegno adeguato appena in tempo per permettere ad una cameriera di mezza età dall'aria gentile di servirci senza rimanere scandalizzata.
"Ecco a voi, buon appetito." Disse con un sorriso, posando i piatti e la bottiglia di vino sul tavolo. Mi ricordava Madama Rosmerta.
"Grazie." Ribatté Remus, visibilmente più a suo agio. Io sorrisi alla donna, lei ricambió e ci lasciò soli.
Osservai il piatto che avevo davanti. Sembrava delizioso e non era difficile capire che era stato preparato da qualche chef esperto, dopotutto sapevo che Remus pretendeva sempre il meglio in ogni ambito.
Sorrisi e mi portai alla bocca una forchettata di tagliolini. Erano decisamente il piatto più sublime che avessi mai mangiato. L'astice era saporito e succoso e la pasta era condita così bene che sembrava sciogliersi in bocca.
Remus rise.
"Sono felice che ti piaccia."
Io sorrisi, continuando a mangiare.
"È la cosa più deliziosa che io abbia mai assaggiato." Dissi, pulendomi gli angoli della bocca con il tovagliolo.
Remus sollevó un angolo delle labbra.
"Sai qual è la cosa più deliziosa che io abbia mai assaggiato?"
Mi versò un bicchiere di vino.
Scossi la testa mentre me lo portavo alle labbra. Ero proprio curiosa di sapere quale fosse il piatto preferito di Remus. Se non fosse stato troppo complicato avrei provato ad imparare a cucinarlo.
"Tu."
L'ottimo vino che stavo sorseggiando mi andò leggermente di traverso e le mie guance si imporporarono immediatamente. Gli occhi di Remus si puntarono nei miei.
Mi mordicchiai istintivamente il labbro e parlai istintivamente, senza pensare alle conseguenze.
"Tu hai assaggiato me, ma io non ho ancora assaggiato te."
Sostenni il suo sguardo, anche quando i suoi occhi si fecero di un marrone così scuro che le sue iridi furono quasi un tutt'uno con la pupilla. Non sapevo da quando ero diventata così audace, né dove avessi trovato il coraggio di dire una cosa del genere, ma Remus sembrava così eccitato che non riuscii a pentirmene.
"Sophia...-" Disse solamente, poi si passò una mano sul viso e tra i capelli. Il suo corpo era teso e fremeva "Cazzo."
"È da tanto che voglio farlo." Ammisi, e deglutii. Non era facile per me parlare di certe cose, ma volevo che Remus lo sapesse. Quando alzò gli occhi nei miei, il suo sguardo era così rovente che immediatamente avvertii la pressione pulsare nelle orecchie e un calore primordiale bruciare nel mio basso ventre.
Avrei voluto bere un altro po' di vino, tanto per darmi un altra dose di coraggio liquido, ma ero così eccitata che ero certa che se avessi preso in mano il bicchiere l'avrei fatto cadere.
Remus chiuse gli occhi e rimase immobile per qualche istante, poi mi guardò ancora una volta negli occhi.
"Merda. Vaffanculo tutto." Ringhió, estrasse il suo portafoglio di pelle dalla tasca dei pantaloni e posò sul tavolo una banconota da duecento sterline, poi si alzò, mi prese per mano e mi trascinó fuori dalla stanza, sulle scale mobili, che procedevano verso il basso con lentezza straziante. Non appena avvertii l'erezione di Remus premere contro la mia schiena e il suo respiro accelerato sul mio collo mi morsi con forza le labbra per non ansimare.
Toccami, ti prego. Fallo adesso.
"Remus...-" Mormorai a fatica. Ero talmente eccitata e nervosa che mi tremavano le gambe.
"No, sta' zitta. Non riuscirei a contenermi." Ringhió.
Remus era durissimo, ma nonostante questo non fiatai. Sapevo che il suo avvertimento era sincero, dopotutto lui era per metà animale.
Quel pensiero fu così eccitate che immediatamente avvertii un fuoco liquido divampare in mezzo alle gambe, per poi iniziare a colare in un piccolo rivolo lungo l'interno coscia.
Il mio respiro si fece più corto ed accelerato.
Lui imprecó, mi prese per mano e scendemmo di fretta gli ultimi gradini della scala, dopodiché uscimmo dal ristorante quasi correndo. Non feci in tempo a chiedermi se avremmo preso la macchina, che ci eravamo già smaterializzati.
Quando sentii che etrambi i miei piedi erano saldamente ancorati al terreno, aprii gli occhi. Remus stringeva ancora la mia mano nella sua e si stava dirigendo a passo svelto verso il giardino che conduceva a casa sua. Iniziai a mordicchiarmi il pollice per il nervosismo e l'adrenalina, mentre Remus tirava fuori le chiavi di casa dalla tasca della giacca e la infilava nella toppa con movimenti secchi.
In un ultimo sprazzo di lucidità mi chiesi se non avrebbe fatto prima usando l'incantesimo Alohomora.
Remus mi trascinó dentro, accese una piccola lampada e chiuse la porta. Non feci in tempo a guardarmi intorno per verificare se qualcosa fosse cambiato, che Remus mi sbatté contro il muro, infiló un ginocchio tra le mie cosce per tenerle divaricate e mi bació con forza.
Immediatamente sentii fiamme roventi lambirmi la pelle.
Gli circondai le spalle con le braccia e spinsi la lingua nella sua bocca, ansimando.
Remus mi sciolse i capelli e mi accarezzó tutta. Mi stavo sciogliendo ed avevo un bisogno disperato di lui. Si staccó dolcemente da me, e mi sembrò che mi avessero tolto l'aria dai polmoni. Mi guardò negli occhi. Sapevo quello che Remus voleva da me.
Ero pronta a darglielo, ero pronta a dargli tutto, anche la mia stessa vita se me l'avesse chiesta.
Non dissi niente, semplicemente lo spogliai della giacca e della camicia ed iniziai a lasciare baci umidi sul suo petto e sul suo addome, facendo attenzione alla fasciatura sulla ferita, fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni. Remus strinse con forza i miei capelli tra le dita mentre gliela slacciavo con poca delicatezza. Gli abbassai in un sol colpo i pantaloni e i boxer. Il pene di Remus era enorme e disperatamente duro. Non avevo mai fatto del sesso orale ad un uomo, per cui non avevo la più pallida idea di come fare.
Iniziai a leccare la punta rossa e bollente. Remus ansimó e strinse più forte i miei capelli.
Lo presi in bocca il più possibile, ma ne restava comunque una parte fuori. Iniziai a succhiarlo per tutta la lunghezza avvolgendolo con la lingua ed aiutandomi con le mani dove non arrivavo.
Remus gemeva ed ansimava senza ritegno, ed il suono roco della sua eccitazione mi spinse a continuare sempre più a fondo, fin quando non lo sentii gonfiarsi ancora di più nella mia bocca.
Mi aggrappai con le unghie ai suoi fianchi e lo graffiai, mentre lui si riversava dentro di me. Ingoiai lo sperma di Remus, ed ebbi qualche conato quando il liquido salato e caldo raggiunse in mio stomaco. Rimanemmo entrambi in silenzio per un po', e, inspiegabilmente, mi sentii così a disagio che desiderai di poter sparire. Non sapevo dare un nome a quello che provavo. Perché mi sentivo così strana, quasi diversa?
Remus mi prese per le spalle e mi fece alzare, poi mi abbracció talmente stretta che mi mancó il respiro per qualche istante.
"Come ti senti? Va tutto bene?" Mi chiese apprensivo. Non sapevo che cosa dire e feci di tutto pur di ignorare il disagio crescente che provavo. Avevo voglia di andarmene, volevo tornare ad Hogwarts e sfogarmi con Hermione, ma soprattutto avevo una voglia forte ed inspiegabile di piangere.
"Sophia...-" Remus sussurró flebilmente il mio nome.
Mi riscossi. Avrei voluto sorridere ma sapevo che non ci sarei riuscita. Mi odiavo per quello che provavo, ma non potevo farci niente. Mi sentivo usata? No, non era quello, no.
Forse avevo solamente paura ed ero ancora scossa per qualcosa che non avevo mai fatto prima.
Ero stata io a volerlo fare, era vero, solo non pensavo sarebbe stato tutto così...veloce e rude.
"Sì, tutto bene." Dissi. Remus mi guardò negli occhi. Non potevo mentirgli, anche se ci avessi provato, lui lo avrebbe scoperto. Era qualcosa che amavo di lui, ma in quel momento ero così insofferente che mi diede molto fastidio.
"Voglio tornare ad Hogwarts." Dissi, d'impulso. Mi sentivo triste ed arrabbiata e dovevo capirne la ragione. Non riuscivo a pensare lucidamente e non volevo dire o fare cose di cui mi sarei potuta pentire.
O forse lo avevo già fatto.
"Che cosa? Perché?" Mi chiese lui, confuso e preoccupato. Chiusi gli occhi per calmare i nervi.
Mi divincolai dolcemente dalla presa di Remus.
"Non mi sento molto bene." Mentii. Remus era così sorpreso che non riuscì a dire niente.
Osservai la giacca e la camicia che gli avevo regalato mentre giacevano sul pavimento e mi sentii disgustosa, sporca.
"Ti prego, dimmi come ti senti." Disse solamente. Mi asciugai una lacrima prima che avesse il tempo di scivolare lungo la mia guancia, poi alzai lo sguardo nel suo. Remus sembrava preoccupato, ferito, triste.
"Mi sento uno schifo."
Gli occhi di Remus diventarono lucidi.
"Cosa? Io...-"
"Lascia stare, non voglio parlarne." Tagliai corto, cercando di non scoppiare a piangere "Ti prego, voglio tornare a Hogwarts."
Remus boccheggiava. Era ovvio che non sapesse cosa dire. Probabilmente non era abituato ad avere a che fare con situazioni simili.
"No." Disse.
"Cosa?" Singhiozzai.
"No, cazzo! Tu non te ne vai, non così!" Disse, alzando la voce.
Mi presi la testa tra le mani e mi morsi con forza il labbro.
"Se mi ami dammi tempo."
"No che non ti do tempo! Non sei una puttana, non ti sbatto fuori da casa mia dopo...quello che è successo!" Disse, alzando il tono della voce.
"Eppure è così che mi sento adesso!" Sputai, senza pensarci troppo.
Capii che cercare di fermare le lacrime sarebbe stato impossibile.
Era davvero così che mi sentivo? Era colpa mia?
"Guardami." Ordinó.
Scossi la testa, guardare dentro agli occhi di Remus non avrebbe fatto altro che aumentare il mio senso di colpa.
Rimanemmo entrambi in silenzio per un tempo che mi parve infinito.
Che cosa sarebbe successo adesso? Era finita?
Remus si sarebbe definitivamente accorto che ero ancora una bambina? Il solo pensiero mi squarció a metà il petto.
"Non te la senti nemmeno di tornare ad Hogwarts in macchina con me, vero?" Chiese, poi.
Scossi la testa, mentre un dolore sordo mi schiacciava il cervello e il cuore. Perché ero solamente una ragazzina stupida? Una vera donna non si sarebbe mai comportata così. Probabilmente non ero la donna che faceva per lui. Lui era un uomo, l'uomo più bello, leale e fedele che avessi mai incontrato, ed io ero troppo debole per stargli accanto.
Trovai non so come il coraggio di alzare la testa. Remus si era rivestito e si stava allacciando la giacca color borgogna.
"Dove stai andando?" Gli chiesi, tra i singhiozzi. Lui non alzò nemmeno la testa mentre finiva di allacciare gli ultimi bottoni.
"Remus...-" Piansi. Ti prego non lasciarmi, avrei voluto dirgli, ma le parole mi morirono in gola.
"La metropolvere è nel vaso di alabastro accanto al camino." Disse, solamente "Tornatene pure ad Hogwarts da sola, visto che ti spavento così tanto che non riesci neanche a salire in macchina con me."
Mi morsi le labbra mentre lui si infilava in tasca un paio di chiavi.
"Dove stai andando?" Gli chiesi febbrilmente, seguendolo ad ogni passo che faceva.
Remus non mi rispose, e si avviò a passo svelto verso porta d'ingresso per aprirla.
"Rispondimi cazzo!" Strepitai, in preda alla paura, ai nervi e all'ansia.
Remus, sorpreso quanto me di aver udito quelle parole uscire dalla mia bocca, finalmente si voltò verso di me.
"Stai andando da lei?" Sorrisi tra le lacrime. Dovevo sembrare una pazza "Forse è meglio così, sicuramente lei non scoppierà a piangere come una povera stupida."
Scossi la testa. Il pensiero di Remus con Amalia o con qualsiasi altra donna mi uccideva.
Remus scosse la testa.
"Tu non hai idea di quanto tu mi abbia ferito e di quanto continui a farlo. Probabilmente è colpa mia e sono stato la peggior cosa che sarebbe potuta capitarti. Avrei preferito morire piuttosto che sentirti dire che ti senti una puttana. L'unica che cosa che voglio è la tua felicità, e se con me sei infelice, allora non voglio che mi parli mai più."
Remus soffriva, ma era così risoluto che mi fece paura.
Le sue parole erano affilate come coltelli, non ero pronta a rifletterci su in quel momento, sapevo che non avrei avuto scelta e che lo avrei fatto più tardi, prima di dormire, quando avrei avuto così tanto bisogno di lui che mi avrebbe fatto male tutto il corpo e le mie labbra sarebbero diventate secche e screpolate a causa delle lacrime.
"Ti prego non andare da lei." Lo supplicai. Avrei voluto avvicinarmi e prendere la sua mano tra le mie.
"Il solo fatto che tu possa pensare che io sarei capace di tradirti mentre stai soffrendo in questo modo dimostra che ho sbagliato tutto con te, e che sono il peggior uomo del mondo."
Non è vero, io ti amo, tu mi hai fatto sentire viva! Avrei voluto gridargli, ma non ne ebbi la forza e lasciai che quella consapevolezza rimanesse solo mia proprio nel momento in cui avrei dovuto esplicitarla.
Remus girò il pomello della porta, uscì e se la richiuse alle spalle senza dire una parola.
Mi accasciai contro la porta, e per un momento, uno stupido, brevissimo momento, immaginai lui fare la stessa cosa dalla parte opposta.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora