Fourty-nine

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La settimana a casa di Remus fu, nonostante tutto, probabilmente la più bella ed intensa della mia vita, ma purtroppo, come tutte le cose belle finì troppo presto. Mi sarebbe mancato tantissimo guardare Remus preparare la cena mentre fingevo di studiare, oppure poterlo abbracciare e baciare ogni volta che avessi voluto.
Finii di piegare gli ultimi vestiti e li riposi con cura nel baule, dopodiché mi misi addosso l'uniforme e raggiunsi Remus in salotto.
Lo vidi intento a preparare i pancake e quando mi vide il suo sguardo si illuminó e mi sorrise.
"Buongiorno." Disse, facendo roteare perfettamente un pancake sulla padella.
"Buongiorno." Ribattei abbracciandolo e dandogli un bacio sulla mascella. Iniziai ad apparecchiare per la colazione, osservandolo con discrezione. Era a petto nudo e scalzo ed indossava un paio di jeans blu scuro, era incredibilmente sexy. Vidi che aveva i muscoli delle spalle tesi e la mascella leggermente serrata. Per un momento valutai se chiedergli che cosa avesse, ma poi mi dissi che probabilmente era preoccupato per questioni al Ministero che andavano oltre la mia compressione, speravo solo che sarei riuscita a restituirgli un po' di buonumore.
Dopo qualche minuto Remus portò a tavola i pancake e me ne mise una porzione enorme nel piatto.
Sorrisi "Durante questa settimana avrò preso almeno tre chili."
"Non credo." Sorrise alzando un sopracciglio "Anche se fosse, mi sono assicurato personalmente di farteli smaltire tutti." Disse piano, sedendosi di fronte a me. Sorrisi a mia volta scuotendo la testa divertita, ed iniziai a mangiare i miei pancake.
"Sono davvero ottimi." Dissi, inzuppando un pezzo di pancake nella crema al cioccolato.
"Sono felice che ti piacciano piccola." Ribatté lui, ma il suo sguardo non era allegro e spregiudicato come lo era stato nei giorni precedenti, sembrava vagamente triste. Mi morsi il labbro, incerta ancora una volta se chiedergli o meno cosa avesse. Alla fine posai la forchetta al lato del mio piatto e intrecciai le mani in grembo.
"Remus, c'è qualcosa che non va?" Domandai cautamente, cercando di soppesare la sua reazione.
Lui alzò lo sguardo su di me, poi scosse piano la testa.
"Non è nulla di che, mangia." Ordinò lui, e sospettai che fosse stato di gran lunga più autoritario di quanto avrebbe voluto.
"No."
Il suo petto sembrò farsi ancora più ampio mentre lui incrociava le braccia al petto, i muscoli del torace si tesero a quel movimento, mettendo in evidenza i pettorali e le spalle larghe. Sentii il sangue affluire alle guance e mi alzai dal mio posto, cercando di essere il più aggraziata possibile. Girai intorno al tavolo e mi sedetti sulle gambe del mio uomo, allacciando le braccia attorno al suo collo. Lui mi afferrò dolcemente i fianchi e posò le sue labbra sulle mie, facendo scorrere le dita di una mano tra i miei capelli.  Iniziai a succhiare dolcemente il suo labbro inferiore mentre le mie dita accarezzavano piano le sue spalle. Remus inspirò di scatto e fece scontrare i miei fianchi con i suoi, e non potei evitare di constatare quanto fosse già duro.
"Non voglio che tu te ne vada." Disse piano, interrompendo il bacio ed accarezzandomi la schiena "Non voglio ricominciare a vederti solamente tra una lezione e l'altra."
Morsi dolcemente il labbro di Remus con il cuore che batteva forte. Stavo per ribattere che per me era lo stesso, quando lui mi prese il viso tra le mani e mi guardò intensamente negli occhi.
"Io ho bisogno che tutti sappiano che sei mia." Scandí lentamente "Devono pensarci dieci volte prima di provare anche solo a toccarti, perché allora se la vedranno con me." Ringhió, intensificando la presa sui miei fianchi. A quell'affermazione sentii un fuoco familiare accendersi sotto alla mia pelle.
"Anche io lo vorrei Remus, vorrei più di ogni altra cosa al mondo poter dire a tutti che appartengo a te e a nessun altro, ma avevamo deciso di aspettare finché non avrei finito la scuola, ricordi?" Dissi accarezzandogli le spalle larghe e chinando leggermente la testa per iniziare a lasciare baci leggeri sul suo collo. Lo sentii sospirare dolcemente e quel suono mi riempì la mente e il corpo.
"Sono così felice di essere stato il primo per te Sophia." Ringhió piano, prendendo ancora il mio volto tra le mani "Non avrei mai sopportato che un altro uomo potesse essere stato dove sono stato io." L'urgenza e il bisogno con cui i suoi occhi reclamavano i miei mi facevano venire la pelle d'oca, e sospettavo me l'avrebbero fatta venire per sempre.
"Non avrei permesso a nessun altro uomo di toccarmi in...quel modo." Sussurrai arrossendo "Ho sempre sperato che saresti stato tu il primo." Appoggiai la testa nell'incavo della sua spalla e gli circondai ancora una volta il collo con le braccia.
"Oh Sophia." Gemette sommessamente lui "Ho così bisogno di te, della tua intelligenza, del tuo sguardo furbo e del tuo sorriso disarmante. Io..." Remus si interruppe e sospirò "Cazzo, non riesco ad immaginare una vita senza di te." Disse tutto d'un fiato, abbracciandomi.
A quelle parole il mio cuore fece una capriola, e baciai a lungo l'angolo delle sue labbra, poi nascosi ancora il viso nell'incavo della sua spalla.
Remus mi strinse più forte.
"Certe volte ho paura." Dissi piano, il suono della mia voce attutito dall'abbraccio del mio uomo "Certe volte io...sento di essere ossessionata da te."
"Sophia." Disse piano, facendomi staccare dolcemente da sé per guardarmi negli occhi "Io ucciderei per te. Se tu dovessi avere l'odore di un altro uomo sulla pelle io...non riuscirei a trovare pace finché non l'avrei sentito esalare l'ultimo respiro." Le sue dita si serrarono involontariamente sui miei fianchi, stringendoli vigorosamente. A quell'affermazione sentii lo stomaco contorcersi dolorosamente e mi tornó alla mente un paragrafo che avevo letto una settimana prima nel libro sui licantropi che avevo scelto dalla biblioteca di Remus.

'Profondamente devoti, i licantropi sviluppano un senso di protezione verso il proprio compagno o compagna quasi morboso, infatti riescono a sentire se vi è l'odore di un'altra persona sulla pelle del compagno o della compagna, e, in caso positivo, sono pronti ad uccidere la persona che ha osato toccare ciò che gli appartiene.'

"Remus ti prego non dire così." Mi morsi il labbro e chiusi involontariamente gli occhi, appoggiando la mia fronte alla sua.
"È la mia natura Sophia, non posso contrastarla." Ribatté lui "Se solo succedesse una cosa del genere..." Ringhió lui, e lo sentii irrigidirsi immediatamente sotto di me.
"Non succederà, io non lo permetterei, lo sai. Se penso alle mani di un altro uomo su di me mi viene la nausea." Dissi piano, accarezzandogli le spalle per calmarlo. Nonostante Remus fosse un uomo buono, non faticavo a credere alle sue parole. Lui mi bació ancora, accarezzandomi i capelli e la schiena con dolcezza straziante, in stridente contrasto con quello che mi aveva detto poco fa. Sentivo che Remus mi amava, a modo suo, ma mi amava, e che non potevamo fare a meno l'uno dell'altra, eppure una domanda mi aveva perseguitata come un chiodo fisso durante gli ultimi giorni.
Non sapevo praticamente niente del passato sentimentale di Remus, non sapevo se avesse mai amato un'altra donna, se avesse condiviso con lei quello che aveva condiviso con me, e se avesse pensato di sposarsi con lei e avere dei figli. Al solo pensiero una morsa dolorosa mi strinse il cuore.
"Remus?" Mi staccai dolcemente dalle labbra del mio uomo e gli accarezzai le rughe di espressione ai lati della bocca, un gesto che ormai era diventato familiare per me "Tu hai...mai amato una donna?"
Remus piegò la testa di lato e mi restituí uno sguardo indecifrabile. Scossi la testa "Voglio dire, c'è mai stata un'altra...?" Ma lui non mi lasciò finire, che iniziò a baciarmi ripetutamente a stampo.
"Ho capito perfettamente cosa intendi dire Sophia." Disse, accarezzando il mio labbro inferiore con il pollice "La risposta è no, non ho mai amato un'altra donna che non sia tu. Non credevo molto nell'amore, ero più un tipo fisico, se hai capito cosa intendo, ma poi sei arrivata tu..." Sospirò e si appoggiò allo schienale della sedia "Il termine amore, usato per descrivere quello che provo per te è riduttivo. L'amore è qualcosa di troppo astratto, io ti voglio, voglio tutto di te, e la tua felicità è la cosa più importante per me, ma c'è molto di più di questo." Si passò una mano tra i capelli, evidentemente in difficoltà "Ogni licantropo ha la sua compagna. La sua 'anima gemella', se così si può dire. Tu mi hai stregato anima e corpo, Sophia, e senza di te io...io non so come potrei andare avanti. È una cosa difficile da capire se non sei come me, me ne rendo conto." Abbozzó un sorriso e prese la mia mano sinistra con la sua, facendo intrecciare le nostre dita.
"Vuoi dire che vorresti avere una storia con me?" Chiesi, non riuscendo a trattenere un sorriso. Remus rise, ed accarezzó con due dita l'anello d'oro rosa che mi aveva regalato il giorno di Natale, che da allora portavo sempre al dito indice.
"Non sapevo che fossimo ancora nella fase di frequentazione." Disse, con un gran sorriso che gli illuminava gli occhi "Probabilmente dovrei portarti fuori a cena un giorno di questi."
Alzai gli occhi al cielo e sorrisi "Beh, tecnicamente non mi hai ancora chiesto di essere la tua...fidanzata, quindi io credevo che..." La mia voce si affievolí e mi sentii subito avvampare dall'imbarazzo, ma Remus si fece improvvisamente serio e mi guardò negli occhi.
"Io credevo che tu non volessi, insomma avevo paura che ti avrei spaventata se avessi cercato di legarti a me." Disse lui.
Sorrisi, immensamente sollevata "Mi hai già legata a te Remus, e comunque credevo che tu non volessi. Durante tutto il mese passato non ho fatto che chiedermi se stessimo insieme oppure no." Mi rannicchiai contro il suo petto e gli allacciai le braccia al collo. Remus era così alto che anche quando ero seduta sulle sue gambe, riusciva comunque a superarmi di qualche centimetro. Lui mi circondó con le braccia e mi strinse a sé, lasciandomi un bacio sul collo.
"Accetto, comunque." Sussurrai al suo orecchio.
"Accetti di essere la fidanzata di un vecchio lupo?" Chiese lui, sorridendo e girando la testa per guardarmi negli occhi. Malgrado il suo tono fosse leggero, i suoi occhi tradirono un certo nervosismo.
"Oh...io parlavo del tuo invito a cena, ma beh, accetto anche di essere la tua fidanzata, se proprio vuoi." Lo provocai. Mi morsi il labbro sorridendo, e guardai negli occhi dell'uomo che amavo. Ero al settimo cielo, ero la fidanzata di Remus. Il pensiero fece allargare ulteriormente il mio sorriso. Lui alzò un sopracciglio e sorrise a sua volta.
"Voglio." Disse solamente e mi bació ancora.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora