Fifty-nine

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Contemplai il mio riflesso nello specchio per un tempo che mi parve infinito mentre il cielo diventava mano a mano sempre più scuro e trapuntato di stelle.
Avevo scelto di indossare un vestito semplice color carta da zucchero che arrivava al ginocchio e a maniche lunghe, che avevo appuntato in vita con una piccola spilla, in quanto mi stava un po' largo, un cardican bianco e un paio di decolleté nere.
Avevo acconciato i capelli in uno chignon morbido sulla nuca dal quale fuoriusciva qualche ciocca che mi ricadeva ai lati del viso, e al collo portavo un chocker molto sottile di brillanti. Avevo deciso di non truccarmi, non ne avevo voglia quella sera, ed inoltre sospettavo che non sarebbe servito a migliorare il mio aspetto.
Il mio viso non era più tondo come un paio di mesi prima e adesso gli zigomi erano più in evidenza, ma le guance conservavano ancora un po' di rossore e le labbra erano ancora piene. Ero vagamente arrabbiata con Remus per non avermi avvertita del fatto che avrebbe avuto delle faccende da sbrigare al Ministero, era vero che mi aveva lasciato quel biglietto, ma non mi aveva neanche detto dove mi avrebbe portata quella sera.

Sophia,
Faccende molto importanti che riguardano i Mangiamorte hanno richiesto la mia presenza urgente al Ministero. Verrò a prenderti stasera ad Hogwarts alle 20:00.
Ti amo
Remus

Rilessi il biglietto e guardai nervosamente la mia sveglia sul comodino, mancavano circa dieci minuti alle 20:00, e Remus non era mai in ritardo.
Ero preoccupata per la sua ferita e avevo il terrore irrazionale che avesse potuto riaprirsi in qualche modo. Inoltre sperai che non ci fossero stati problemi gravi al Ministero.
Mi mancava terribilmente anche se era solamente dalla sera prima che non lo vedevo. Mi chiesi come avessi potuto resistere senza vederlo per un intero mese, ed immediatamente un brivido si propagó lungo la mia schiena. Improvvisamente la punta della mia bacchetta si illuminó di una luce blu. Remus doveva essere arrivato. Presi una borsa di stoffa e ci infilai dentro la bacchetta e un libro, non si sa mai, e uscii dalla Sala Comune di Grifondoro, dopo aver salutato Harry e Neville, che stavano studiando davanti al camino.
Non sapevo dove fosse Remus, così mi diressi verso il portone d'ingresso e lo oltrepassai, trovandomi all'aria aperta.
La serata era limpida e tiepida, solamente una fresca brezza primaverile smuoveva l'aria di tanto in tanto.
"Buonasera Sophia."
Sussultai al suono della sua voce e mi voltai. Remus era dietro di me e per un momento dimenticai la preoccupazione per la ferita e la leggera arrabbiatura di poco prima. Indossava il completo borgogna che gli avevo regalato la notte del nostro litigio, prima che partisse a caccia di Grayback senza lasciare traccia.
Come avevo previsto, il colore si intonava perfettamente alla sfumatura ambra dei suoi occhi, e la giacca gli fasciava perfettamente il petto ampio e le spalle larghe. Era davvero bellissimo.
"Ciao." Mormorai, spostando altrove lo sguardo. Immediatamente le immagini di me che gettavo a terra la scatola e di Remus piegato in ginocchio davanti a me mi affollarono la mente, riempiendomi gli occhi di lacrime. Ricordare era doloroso.
Lo sentii avvicinarsi e le sue grandi mani circondarono senza fatica la mia vita sottile. Le sue labbra si posarono sulla mia tempia e vi lasciarono un lunghissimo bacio.
Chiusi gli occhi e gli avvolsi d'istinto le braccia al collo, appoggiando la testa sul suo petto, lui mi strinse forte a sé, accarezzandomi la testa. Nonostante i tacchi, Remus rimaneva comunque più alto di me.
"Sei bellissima." Mi disse, prendendomi il viso tra le mani.
"Non è vero." Scossi la testa con un sorriso amaro.
Remus parve incredulo per un momento "Sophia ma che cosa stai dicendo?" Le sue dita sfiorarono una ciocca di capelli sfuggita allo chignon.
"Non sono più come prima Remus." Sussurrai "E tu lo sai."
Lui assunse un espressione confusa, come se avessi appena parlato in serpentese "Sophia, tu sei così bella che ogni volta che ti guardo il mio cuore trema. Come puoi non vederlo?" Mi domandò dolcemente, accarezzandomi il labbro inferiore con il pollice. Sorrisi debolmente e sperai solamente che stesse dicendo la verità.
"Anche tu sei molto bello." Ammisi.
Lui mi guardò intensamente, capendo all'istante a cosa mi stessi riferendo "Non ho mai avuto occasione di ringraziarti Sophia. È davvero un completo stupendo, io non so proprio come...-"
Posai un dito sulle sue labbra "Non devi ringraziarmi, l'ho fatto con piacere."
Remus prese la mia mano con la sua e ne bació dolcemente il dorso, senza distogliere lo sguardo dal mio neanche un istante.
"Smettila di guardarmi così." Mormorai.
Gli occhi di Remus si illuminarono di un luccichio divertito.
"Così come?" Chiese, fingendo di non sapere. Poi mi regalò uno dei suoi sguardi più penetranti.
Trattenni il respiro ed abbassai immediatamente lo sguardo.
Non sapevo se sarei riuscita a controllarmi, e non volevo scoprirlo nel cortile della scuola.
Remus posò due dita sotto al mio mento, facendomi alzare il viso in corrispondenza del suo, poi le sue labbra si posarono con delicatezza sulle mie. Non era abbastanza per me, ne volevo ancora e ancora. Passai le mani tra i suoi capelli e aderii completamente al suo corpo, premendo con vigore le mie labbra contro le sue. Le mani di Remus si strinsero attorno ai miei glutei ed immediatamente percepii la sua eccitazione attraverso il tessuto leggero del mio vestito.
"Sarà meglio andare prima che io non risponda più delle mie azioni." Disse lui, allontanandomi dolcemente da sé. Annuii debolmente e lo presi per mano, intrecciando le mie dita con le sue. Per un istante percepii Remus irrigidirsi a quel contatto, per poi iniziare ad accarezzare il dorso della mia mano col pollice. In quel momento mi resi conto che quella era la prima volta che io e Remus passeggiavamo mano nella mano come una coppia qualsiasi, e le mie labbra si aprirono in un piccolo sorriso.
"Allora, dove mi porti?" Domandai, estremamente curiosa.
Remus fece un sorrisetto "Lo vedrai piccola."
"È molto lontano?" Chiesi incerta. Era solamente da pochi minuti che camminavamo ma i tacchi già iniziavano a farmi male. Remus mi restituì un sorrisetto divertito "È nella Londra babbana, ma ho la macchina."
Il sollievo sul mio viso fu così evidente che Remus scoppiò a ridere "Credevi davvero che ti avrei obbligato a camminare così tanto?"
Scossi la testa divertita "Molto divertente." Commentai sarcasticamente, poi improvvisamente realizzai di non aver mai pensato alla possibilità che Remus guidasse, dato che la magia aveva sempre reso possibile ogni tipo di trasporto in modo molto più veloce rispetto ai mezzi babbani.
"Tu hai una macchina tutta tua?"
Lui annuí "Sì certo."
"Non lo sapevo." Ribattei pensierosa.
Remus mi sorrise, scoprendo una fila di denti bianchi e perfetti.
"In realtà ne ho più di una."
Alzai un sopracciglio, divertita.
"Scommetto che ogni volta in cui hai avuto un appuntamento sei venuto a prendere la tua accompagnatrice con una ferrari." Sorrisi, ma in cuor mio speravo non fosse così.
Remus scoppiò a ridere.
"Niente del genere, non sono mai venuto a prendere nessuno in macchina. Sei la prima, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere." Ammise, stringendo dolcemente la mia mano con la sua.
Sorrisi, sollevata, e repressi l'istinto di gettarmi tra le sue braccia.
"In effetti è stata una bellissima idea, grazie."
La serata era perfetta e il cielo blu cobalto non era attraversato neanche da una singola nuvola. Una brezza leggera soffió, muovendo le cime degli alberi e alcune ciocche dei miei capelli.
"Mi piace questo chignon." Asserí lui "Fa vedere il collo."
Trovai quel complimento alquanto insolito "Ti ringrazio." Sorrisi.
Dopo qualche altro minuto di cammino in silenzio arrivammo al portone di metallo con i cinghiali alati che segnava il limite della smaterializzazione nella scuola. Improvvisamente la grossa serratura che teneva chiusi i due battenti si deformó, fino a quando non prese le sembianze di una specie di volto stilizzato.
"Parola d'ordine prego." Gracchió la serratura con voce metallica. Sussultai lievemente per la sorpresa.
"Esercito di Silente." Disse Remus. La serratura si deformó nuovamente, tornando alla sua forma originale e il cancello si aprì, lasciandoci passare.
"Eccoci, è questa." Disse lui, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un piccolo telecomando e premendo un pulsante. Immediatamente i fari di una grande auto nera lampeggiarono ed emisero uno strano suono. Rimasi a bocca aperta. La macchina di Remus era davvero grande, non ne avevo mai viste di simili parcheggiate fuori dalla stazione di King's Cross. La carrozzeria era lucida e splendeva come uno specchio, e i finestrini erano di un vetro opaco.
"Che te ne pare?" Domandò
"È davvero bellissima."
Lui sorrise e si avvicinò all'auto per poi aprire lo sportello del passeggero, porgendomi la mano. Sorrisi a mia volta ed mi sedetti sul comodo sedile accettando la mano di Remus. Lui richiuse la portiera, fece il giro e si sedette accanto a me, nel posto del guidatore. Una serie di innumerevoli pulsanti lucenti era posizionata accanto al volante ed occupavano buona parte del cruscotto. Probabilmente se ne avessi toccato uno sarebbe esploso tutto.
Remus si allacció la cintura e prima che potessi accorgermene le sue dita avevano sfiorato la mia coscia ed aveva allacciato la cintura anche a me. Arrossii e un angolo della sua bocca si sollevó. Remus mise in moto e l'auto si accese con un sottile rombo del motore, dopo pochi minuti stavamo già percorrendo a velocità moderata la strada tortuosa che si allontanava da Hogwarts. Appoggiai la testa al finestrino e rivolsi lo sguardo al mio uomo. Le mani stringevano saldamente il volante e lo sguardo era concentrato e serio con le sopracciglia leggermente aggrottate. Un ciuffo di capelli castani gli ricadeva sulla fronte e una barba corta e curata ricopriva la sua mascella. Avrei voluto passare la punta della lingua lungo tutto il profilo del suo volto mentre le sue mani si muovevano tra i miei capelli e la mia intimità si strofinava contro di lui.
"A che cosa stai pensando?" Mi domandò lui, rivolgendomi uno sguardo fugace.
Mi riscossi e le mie guance sembrarono andare a fuoco.
"A niente di che." Borbottai, intrecciando le mani in grembo.
Lui mi rivolse un altro sguardo veloce, poi tornò a concentrarsi sulla strada. Remus serró lievemente la mascella, come faceva sempre quando era arrabbiato o contrariato.
"Non puoi pretendere che ti dica sempre tutto." Dissi.
"Sì invece se riguarda me, a che cosa stavi pensando?" Chiese nuovamente, rivolgendomi uno sguardo serio, limpido ed incredibilmente sexy. Serrai lievemente le cosce.
"Perché me lo chiedi se lo sai già?" Domandai. Ero certa che Remus sapesse, lui mi conosceva meglio di me stessa, non poteva non sapere.
"Perché voglio sentirlo da te." Ribatté lui. Non gli avrei mai obbedito.
"Allora puoi anche aspettare di fare la muffa." Mi strinsi nelle spalle e tirai fuori il libro che avevo portato dalla borsa, lo aprii ad una pagina a caso e feci finta di leggerlo.
Remus non disse niente, e così considerai la discussione chiusa.
Per qualche minuto non sentii altro che il rumore delle ruote che percorrevano la strada, quando la velocità iniziò a diminuire progressivamente e Remus fermò la macchina in un piccolo piazzale. Alzai gli occhi dalla mia lettura e gli rivolsi uno sguardo confuso, ma in una frazione di secondo Remus aveva afferrato il libro e lo aveva scaraventato sul sedile posteriore.
Lui si slacció la cintura e immediatamente fece lo stesso con la mia, poi le sue mani si serrarono sulle mie cosce e un istante dopo ero a cavalcioni sulle gambe di Remus.
Non provai neanche ad obbiettare, era quello che volevo.
"Che cos'hai detto mmhh?" Chiese, accarezzandomi la mascella con l'indice. Le sue pupille erano leggermente dilatate e la mascella contratta, segno che era arrabbiato, ma non mi faceva paura, anzi.
Remus mi eccitava come non mai.
"Ho detto che non ti dirò mai quello a cui stavo pensando, ti è più chiaro adesso?" Ribattei in tono carezzevole, ma Remus era troppo intelligente per non capire che lo stavo prendendo in giro. Le sue labbra perfette si aprirono in un ghigno.
"Sei così impertinente piccola. Probabilmente hai bisogno che ti dia una bella lezione." Le sue mani presero ad accarezzare la mia schiena ed io gli presi il viso tra le mani, facendo oscillare i miei fianchi in modo che toccassero i suoi. Remus era già incredibilmente duro, potevo sentirlo perfino attraverso i suoi pantaloni. Lo volevo da morire, volevo che Remus mi prendesse.
Iniziai a baciare lentamente ogni centimetro del suo viso e passai la punta della lingua sulla sua mascella, mentre la sua barba mi pizzicava lievemente.
"Potrei spogliarti adesso." Mormorai, dando voce ai miei pensieri più intimi. Le mani di Remus si posarono sui miei glutei, scostando senza difficoltà il mio vestitino.
Lui sorrise maliziosamente "Vedo che la guida ti eccita."
"Tu mi ecciti Remus." Ribattei immediatamente.
Le sue iridi si fusero con la pupilla e la sua erezione spinse prepotentemente contro le mie mutandine.
"Che cosa vuoi allora Sophia? Dimmi cosa vuoi da me." Ringhió lui, prendendomi il viso tra le mani.
"Voglio te Remus, ti voglio adesso." Sussurrai prendendo le sue mani con le mie "Ti prego, mi manchi, io...-" Tutta la sicurezza di poco prima sembrava essere volata via nel momento in cui i miei sentimenti avevano avuto la meglio sul desiderio viscerale che provavo per lui. Remus mi attiró a sé e mi bació con forza, circondandomi la vita con le braccia. Io gli passai le mani tra i capelli e mi dondolai su di lui per stargli più vicina.
"Anche tu mi manchi da morire amore mio." Disse lui con il respiro corto dall'eccitazione. Il mio cuore perse un battito "Ma per quanto io ti desideri, non voglio prenderti adesso, in questa macchina e in una strada buia. Voglio dedicarmi a te completamente, voglio farti stare bene."
Il sangue prese a scorrere bollente nelle mie mie vene mentre il cuore batteva come un tamburo. Lo abbracciai e posai la testa sul suo petto "Perdonami." Mormorai.
"Non hai niente da farti perdonare. Se io dovessi chiederti perdono per tutte le volte che ti ho desiderata passerei il resto della mia vita a farlo." Disse lui con una dolcezza che mi fece venire la pelle d'oca.
"Ti amo tanto Remus." Sussurrai, mentre i miei polpastrelli accarezzavano le sue labbra.
"Anche io ti amo. Tu sei la donna della mia vita Sophia."
Io sorrisi lievemente, poi tornai goffamente a sedermi al mio posto.
Remus ed io ci guardammo e scoppiammo a ridere, senza un motivo particolare, mentre lui ricominciava a guidare con un una mano, mentre l'altra era stretta nella mia.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora