Capitolo 37: Premura

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Kevin

Ho proposto a Romi di passare la serata nel mio garage, affinchè il soffitto di casa sua potesse asciugarsi senza che l'odore di pittura la infastidisse. Così abbiamo preso una pizza e l'abbiamo mangiata seduti sul mio divano. Ora tuttavia mi trovo a desiderare che la serata si trasformi in una nottata da trascorrere insieme a lei.

"Vuoi concludere con un drink?" le chiedo, quasi come provocazione, mostrandole la bottiglia di rum che tengo in una dispensa bassa. Lei tuttavia mi sorprende: "Stasera credo di preferire un po' di coca cola" afferma fiera e convinta.

"Hai messo in ordine" constata con stupore guardandosi intorno. In effetti l'ho fatto e sono felice che l'abbia notato. Con vergogna mi sono accorto di quanto questo posto assomigliasse ad un porcile e, nel desiderare che Romi tornasse qui, mi sono ritrovato con un sacco nero della spazzatura in mano, pieno delle bottiglie, dei cartoni vuoti e degli stracci che infestavano questo deposito. Ho anche sistemato le scaffalature e persino il mio tavolo da lavoro, lasciando tuttavia quel pizzico di disordine che è terreno fertile per le mie idee.

Romi si alza e dà un'occhiata in giro, soffermandosi ad osservare i disegni del volto di Lottie appesi ai fili sul soffitto. In realtà alcuni ho deciso di metterli via, altri invece li voglio tenere. Vorrei poter tenere per sempre la mia sorellina con me.

Quando Romi si avvicina al materasso dove dormo, mi alzo dal divano e la raggiungo, schiarendomi la voce: "Pensavo che potresti restare a dormire qui stasera. Giusto per non dover sopportare l'odore della pittura e lasciare che il soffitto si asciughi per bene" metto subito in chiaro, ma mi rendo conto che non posso accampare scuse. Lei mi guarda furba, capendo subito le mie intenzioni e si siede sul materasso con una gamba sotto il sedere. Passa una mano sui cuscini e sulla coperta: "Be' vedo che hai cambiato le lenzuola" mi prende in giro e io alzo gli occhi al cielo divertito. Quando mi siedo accanto a lei, mettendole una mano sulla schiena, la sento irrigidirsi, tuttavia continua a sorridermi.

Romi è cambiata molto da quando ci siamo conosciuti. Sembra si fidi maggiormente, non solo di me ma anche di se stessa, tuttavia non riesco ancora a scorgere cosa la trattenga, come se si trattasse di un oscuro segreto racchiuso nel luogo più profondo e buio dentro di lei, quasi impossibile da raggiungere.

Avvicina esitante il volto al mio e mi bacia, lasciando che le nostre lingue si incontrino e si sfiorino. Poi si scosta leggermente: "Posso chiederti una cosa? Tu e Stephania siete stati insieme in passato?" mi spiazza. Sgrano gli occhi: non ero pronto a questa domanda, così cerco le parole adatte: "No. Sai, dopo l'incidente avrei fatto di tutto pur di mettere a tacere il mio cervello. Feste, gente sconosciuta, alcol e con Stephania... diciamo che abbiamo condiviso delle cose, ma non ci sono mai stato insieme né ci sono mai andato a letto" le chiarisco, facendole capire che in realtà non mi sono mai portato a letto nessuna ragazza negli ultimi mesi, nemmeno Stephania, nonostante abbiamo condiviso esperienze piacevoli, per così dire. Evito di specificare il nome di altre ragazze che ci sono state in passato, una in particolare.

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