Capitolo 30: Contatto

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Kevin

"In realtà questo posto mi piace. Dovresti solo dargli una ripulita" commenta Romi con una risata, quando entriamo nel garage dove vivo e, con un po' di imbarazzo, mi accorgo che effettivamente basterebbe anche solo cambiare un po' l'aria qui dentro. E' più forte di lei: la vedo avvicinarsi al tavolino davanti al divano e, quasi non volendo farsi vedere, tentare di sistemare la montagna di roba che ho accumulato sopra.

Ha deciso di indossare la felpa nera che le ho regalato sopra i suoi soliti jeans, per proteggersi dall'aria tardo autunnale. E' proprio buffa considerato quanto la felpa sia grande rispetto alla sua statura piccolina.

Mi raggiunge in prossimità del tavolo da lavoro dove la sto aspettando. Speravo accettasse di venire qui, anzi, a dire la verità avevo intenzione di invitarla già da un po', così ho provveduto a sistemare il mucchio di disegni accatastati sul piano, i colori, i pennelli e il disordine che regna sovrano quando dipingo. Inoltre ho messo via alcuni cose che preferisco tenere per me.

Romi si accosta alla parete su cui ho affisso alcuni dei disegni che preferisco. "Questo è meraviglioso" mormora tra sé, passando delicata le dita sopra l'ultimo che ho realizzato e uno dei meglio riusciti. Si tratta della rappresentazione grafica del David di Michelangelo. "La resa anatomica è perfetta. Sei fenomenale!" commenta, voltandosi e guardandomi negli occhi. Il mio cuore sembra perdere un battito. "Dillo a Michelangelo. Lui ne è il vero autore" replico, poi mi avvicino a lei, mentre è ancora voltata ad osservare il disegno. La sento irrigidirsi a causa della mia presenza così vicina, però non si sposta, sembra stia trattenendo il respiro. Alzo un braccio sopra la sua spalla e le indico alcuni dettagli: "Ad essere perfetta è la postura della statua. In totale equilibrio: gli arti tesi bilanciano esattamente quelli a riposo tramite una sorta di incrocio" parlo con voce bassa. "E' il chiasmo!" Romi si volta nuovamente con occhi brillanti e il suo viso sfiora il mio. Annuisco. "La cosa che più mi piace è la volontà dell'artista rinascimentale di rappresentare il momento di massima tensione e concentrazione. Non tanto l'azione culminante, ma l'istante che la precede, quello in cui mente e copro sono in totale sintonia. Da lì proviene la perfezione" proseguo in un sussurro.

Romi adesso si scosta e si pone di fronte a me, capendo quello che voglio dirle. "L'opera è perfetta perché è una statua. Un marmo che non verrà mai scalfito. La fierezza e la confidenza che David mostra sono proprie di un mito, non di un essere umano" ribatte assottigliando lo sguardo, ma io non mi arrendo: "Conoscendo il proprio corpo e fidandosene si può raggiungere quell'armonia e da lì nasce la bellezza. Quella vera."

Romi tuttavia distoglie quegli occhi che sono tornati duri come il ghiaccio

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Romi tuttavia distoglie quegli occhi che sono tornati duri come il ghiaccio. Appare infastidita, sentendosi toccata dall'argomento che non vuole affrontare, ma accorgendosi anche che ho ragione, che quelli che lei ritiene dei limiti li può superare lasciando avvicinare gli altri, lasciando avvicinare me.

Scuoto il capo anche io. Forse sto esagerando. Non so neppure cosa sto facendo e soprattutto cosa voglio ottenere, anche se una voce sottile nella mia testa mi suggerisce si tratti proprio di Romi.

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