Capitolo 38: Contorni

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Kevin

Entro nel pub e mi guardo rapidamente intorno, un po' deluso nel non trovare Romi. Sono stato a casa sua, ma non c'era e non si trova neppure presso la casetta bianca, inoltre ha il telefono staccato, quindi pensavo si fosse rifugiata qui.

Questo pomeriggio ho finito di lavorare prima e Crawford, il quale è rimasto contento del lavoro che ho svolto per il restauro della casetta sul fiume, sembra essersi addolcito nei miei confronti e mi ha lasciato andare via in anticipo. Per questo volevo fare una sorpresa a Romi.

Negli ultimi tempi ci siamo visti spesso e sono rimasto stupito dalla confidenza che è riuscita a darmi, ma anche dalla mia propensione a restare in una relazione seria dopo un anno in cui avevo considerato la mia vita conclusa. Insomma, era tanto che non mi sentivo così bene con qualcuno e Romi sembra essere una angelo mandato per perdonare i miei peccati. Mi sono accorto che non vorrei perderla per nulla al mondo, vorrei poterle stare sempre più vicino e magari farle vincere i demoni che sembrano tormentarla, ma di cui non riesco ancora a cogliere i contorni.

Per questo, specialmente ora che non riesco a trovarla né rintracciarla, mi sento un po' sulle spine, come se la relazione con Romi fosse sospesa in equilibrio precario su un filo che non riesco a vedere né afferrare e bastasse una folata di vento per far precipitare lei e anche me, dal momento che non la lascerei di certo andare. Una cosa è sicura: non voglio perdere più qualcuno a cui tengo così tanto.

Getto il capo all'indietro quando riconosco la figura di spalle seduta al bancone del pub. Si tratta proprio dell'ultima persona che avrei voluto incontrare! Tuttavia ormai sono qui e forse questo può essere il momento giusto per mettere in chiaro alcune faccende importanti.

Mi avvicino e, chinandomi in avanti, poso i gomiti sul bancone, facendo cenno al barista di portarmi una birra con cui riprendermi dalle ore di lavoro presso il cantiere.

"Quarterback, attento a non sciupare la tua perfetta forma fisica affogando nell'alcol!" approccio Dylan con la strafottenza che mi caratterizza, voltando leggermente il capo nella sua direzione. Lui, accortosi della mia presenza, non si scompone e resta seduto sul suo sgabello con le ginocchia larghe e il bicchiere stretto tra le mani. "E' solo una Schweppes tonica" mi informa e io resto spiazzato dalla sua necessità di giustificarsi e dall'aria così abbattuta che gli impedisce persino di reagire.

Mi sento improvvisamente impacciato, così mi schiarisco la voce: "Sai dove è Romi?" Dylan emette una debole risata cinica: "Da quanto succede negli ultimi tempi, nessuno potrebbe saperlo meglio di te." Non voglio andarmene senza una risposta, perché Morris è il tipo che sa sempre più di quanto lascia intendere, solo che è un bastardo e ci gode a tenere le persone nel dubbio, cosicché possa sentirsi in vantaggio.

"Senti... Ehm, come procedono gli allenamenti con la squadra?" mi sorprendo a chiedergli. Dylan è sconvolto più di me nel sentire questa domanda e finalmente si volta, guardandomi negli occhi. Lo vedo pronto a rispondermi a tono, ma quando si accorge che sono serio, sembra trattenersi. Si volta nuovamente a fissare il legno scrostato del bancone davanti a sé. "Bene in realtà. Gli Hunters sono fantastici e mi sono ambientato presto tra di loro. Però sono felice di potermi ancora allenare qui con il coach O'Connor per questi ultimi mesi" risponde telegrafico con voce monocorde e sembra pentirsi di aver fatto il nome di mio padre.

Serro la mascella e deglutisco amaro. Ma cosa ha questo ragazzetto con la faccia pulita che mio padre apprezza tanto? Insomma, io gli ho sempre dimostrato di essere uno che sa farsi valere, che sa cavarsela da solo, quindi perché non mi ha mai accettato? Cosa ha Dylan che io non ho?! – mi stupisco nel rivolgermi frustrato queste domande.

Così decido sia meglio cambiare argomento e andare dritto al punto: "Dylan ascolta, è vero: sono un bastardo egoista e non ho mai fatto nulla per mostrarmi diversamente. Ma Romi mi piace sul serio e lei... che ne so, sembra convincermi di poter essere diverso, migliore magari." Mi rendo conto dell'essere penoso nel confessare queste cose a Morris, tuttavia sentivo il bisogno di dirle a qualcuno. Anzi, proprio a lui, dal momento che è la persona a cui Romi è più affezionata. Dylan mi fissa sospettoso, così proseguo cauto: "Ci tengo a lei e volevo che tu lo sapessi. Non voglio sistemare le cose tra me e te, ma spero tu possa accettare quello che ti sto dicendo, perché so che per Romi il tuo parere è importante. Avevi ragione nel dire che merita il meglio e be'... io vorrei provare a darglielo. Davvero" decido di essere sincero fino in fondo.

Evidentemente Dylan non si aspettava una tale onestà, infatti aspetta un po' prima di rispondere: "Sai, odio ammetterlo, ma credo che Romi abbia bisogno di uno come te, che la spinga un po' oltre i suoi confini, per farle capire ciò di cui può essere capace. Tu non mi stai simpatico O'Connor, però Romi con te sta bene e questo è ciò che conta. Inoltre ho un enorme rispetto per tuo padre e non vorrei che questa rivalità che io e te ci portiamo dietro da anni mi metta i bastoni tra le ruote."

Annuisco serio. In fondo gli sono grato per ciò che ha detto. Bevo l'ultimo sorso di birra e appoggio i soldi sul bancone. "Comunque anche mio padre ha tantissima stima per te" decido di rivelargli con un po' di amarezza: "Evidentemente hai qualcosa che io non ho." Dylan ride sommessamente e scuote il capo: "Anche tu O'Connor devi avere qualcosa che io non ho. Per lo meno agli occhi di Romi" ammette.

Prima di andarmene provo ad aggiungere: "Inoltre volevo dirti che per quanto riguarda la storia di me e Tiffany.." ma Dylan si irrigidisce e mi interrompe secco: "Lascia stare. Non voglio più saperne nulla" taglia corto.

A questo punto sto per raggiungere la porta quando Dylan si volta e mi ferma: "O'Connor aspetta: Romi ha accennato che sarebbe andata a trovare sua sorella questo pomeriggio" mi rivela. Io sgrano gli occhi come se un pugno mi avesse colpito dritto nello stomaco. "Come?" balbetto. Romi ha una sorella?! "Sta nel complesso di case popolari, presso una certa Mila, una signora che si prende cura di lei. Romi ogni tanto le fa visita e gioca con Silvy. Ci tiene tantissimo a quella bambina, anche se io non l'ho mai vista" mi racconta un po' incerto.

Sono a dir poco sconvolto: Romi non ha mai accennato a nulla di tutto ciò! Neppure dopo che le ho raccontato di Lottie! Balbetto un ringraziamento a Morris ed esco dal pub, monto sulla mia motocicletta e me ne vado più in fretta che posso. Perché Romi non mi ha detto nulla?! Perché tenere questo segreto?! Ho capito subito che ci sono tante ferite antiche dentro di lei, le quali forse non si sono neppure rimarginate e le rispetto. L'ho sempre fatto. L'ho aspettata quando ne aveva bisogno e non ho mai forzato troppo la sua riservatezza. Ma questo è diverso! Si tratta di una parte importante di sé e della sua vita che mi ha deliberatamente tenuta nascosta persino ora che ci frequentiamo! Quei contorni delle ombre che sembrano ricoprirla in alcuni momenti si fanno ora più nitidi e oscuri al tempo stesso, tanto che mi trovo a chiedermi se io conosca davvero i contorni della stessa Romi che dico di amare.


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