Capitolo 64: Tutto scorre

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Kevin

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Kevin

E' il crepuscolo ormai e l'aria serale è già fin troppo calda per essere ancora primavera. Sono seduto sul solito masso in riva al fiume, nel posto che prediligo per pescare. Avevo bisogno di rilassarmi e non me la sentivo di spaccarmi le nocche contro il sacco da boxe nel mio garage cupo. Avvertivo il bisogno di stare un po' all'aria aperta, di respirare il profumo del bosco umido, di sentire la brezza sul volto, per poter restare solo con i miei pensieri e lasciare che si perdessero nell'acqua del fiume, il quale scorre incessantemente, portandosi via il passato con le sue preoccupazioni e il presente con i suoi affanni, raggiungendo un futuro che si fa realtà momento dopo momento, esaurendo così l'angoscia per il domani, la quale non ha nemmeno tempo di realizzarsi.

Proprio quando sentivo che potevamo farcela, ecco un nuovo scossone. Mi sembra di poter persino percepire la frustrazione dei sopravvissuti ad un terremoto, le cui scosse non cessano e non danno tregua, non contente della catastrofe che hanno già inferto agli uomini.

Giuro che avrei voluto prendere Romi, caricarla di peso sulla mia moto e scappare via, il più lontano possibile, solo io e lei, in un luogo dove fossimo al sicuro. Eppure ancora una volta, quello scricciolo dalla forza e dal coraggio ineguagliabili, mi ha stupito volendo affrontare il suo passato, personificatosi nella figura di quella donna, la cui vista ha fatto quasi svenire Romi.

Non so quali fossero le sue intenzioni, ma la madre di Romi ha chiaramente trasgredito l'ordine restrittivo avvicinandosi a quella figlia che non ha neppure più il diritto di chiamare sua, considerato tutto il male che le ha inferto. Tuttavia era innegabile che la sua presenza fosse indice di una svolta inaspettata, a cui Romi non ha potuto mostrarsi indifferente. Per questo ha deciso di avvicinare sua mamma e di affrontarla. Quello che però adesso mi sta tirando matto è il fatto che abbia voluto farlo da sola; lo capsico, davvero: ovviamente si tratta di una faccenda che riguarda soltanto lei. Eppure avrei voluto essere insieme a Romi in ogni istante per poterla proteggere, non controllare – provo a convincermi.

Sono passate alcune ore da quando ci siamo visti fuori dalla Southern High questo pomeriggio e ancora non ho sue notizie. Romi non si è arresa nei miei confronti ed è andata persino contro me stesso, pur di farmi riavvicinare alla mia famiglia e devo ammettere che esserci riuscito ha lenito le ferite del mio cuore. Pur con la consapevolezza che io e i miei genitori non saremo mai più una vera famiglia, sono grato a Romi per essermi stata sempre accanto e non avermi mai lasciato solo con le angosce del mio passato. Ecco perché io ora mi sento in colpa nel non riuscire ad essere di altrettanto incoraggiamento nei suoi confronti.

Un fruscio alle mie spalle mi distoglie da certi pensieri che mi tormentano feroci come piragna. Mi volto di scatto e vedo Romi avvicinarsi a me con un sorriso stanco sul volto. Indossa la mia felpa nera, il primo regalo che le ho fatto e che è sempre in grado di farla sentire al sicuro. Prima che possa alzarmi per andarle incontro, lei mi raggiunge e mi abbraccia da dietro, appoggiando la testa sulle mie spalle e chiudendo gli occhi. Avverto il suo corpo rilassarsi poco a poco.

In un sussurro le chiedo come sta e dopo alcuni secondi comincia a raccontarmi: "Non sono neppure sicura di aver vissuto davvero quanto è appena successo. Mi sembra ancora tutto così strano" mormora. "Mia madre stava cercando di rintracciarmi da tanto tempo. Era stata lei a chiedere aiuto a quel tizio vestito di nero che pareva perseguitarmi e che era un conoscente dei miei genitori. Ci siamo sedute su una panchina al parco e abbiamo parlato a lungo. All'inizio ho avuto così tanta paura: temevo volesse portarmi via e che avesse già preso Silvy. Invece mi ha stupita, avvisandomi di essersi allontanata da mio padre. O per lo meno ci sta provando" dice con un sospiro.

"Anche lei è sempre stata sottoposta alle sevizie di mio padre, ma era come se non riuscisse a vederle per quelle che erano, come se ne fosse dipendente. È una cosa atroce da dire, ma credo fosse incapace di vivere senza di lui, come se ne necessitasse. Ha sempre accettato ogni cosa, illudendosi dell'esistenza di un ordine prestabilito, secondo il quale le cose dovevano andare esattamente così e niente poteva cambiarle. Giustificava mio padre per tutto e addirittura si convinceva di apprezzare quello che lui faceva, scambiandolo per una manifestazione di affetto o addirittura amore" Romi parla con fatica, come se quei ricordi la trafiggessero fisicamente in questo istante. Tuttavia percepisco anche un distacco nuovo dal suo passato, forte e coraggioso, proprio come lei, che finalmente ha scoperto chi è davvero.

"Tuttavia, da quando io e Silvy ce ne siamo andate, per mia madre la convivenza con quel mostro è cominciata a rivelarsi insopportabile. Finalmente sembra abbia capito ciò che le stava succedendo e così se ne è andata di casa e lo ha lasciato. Sta facendo un percorso con gli assistenti sociali e io spero con tutta me stessa che non ceda alla vecchia tentazione di sentire pena per qualcuno che invece non è in grado di provare un amore sano e umano. Spero che si accorga di quanto lui la stesse avvelenando, così come aveva avvelenato me e Silvy" conclude Romi con voce flebile, ma ferma.

Mi scosto e mi volto per guardarla negli occhi; la prendo tra le mie braccia e le do un bacio sulla tempia. Sono così fiero di lei per l'incredibile tenacia che sta dimostrando! Tuttavia non posso evitare di chiederle quello che mi ronza in testa fin dall'inizio del suo racconto: "E cosa voleva da te tua madre oggi?" Spero di non essere stato troppo brusco, perché infatti Romi esita un po' prima di rispondere: "Vorrebbe riavvicinarsi a me e Silvy, ovviamente con il consenso degli assistenti sociali. Quello che ha fatto oggi, presentandosi così all'improvviso, teoricamente non le è concesso, ma in fondo non mi dispiace lo abbia fatto. È stato importante per me sapere certe cose. Però sono anche stata onesta con lei: quando sarà certa di stare bene sarò felice di rincontrala, ma per adesso penso che abbiamo entrambe ancora bisogno di tempo e spazio e credo anche che gli anni che trascorrerò alla US Central saranno il migliore degli espedienti per poter prendere le dovute distanze" conclude decisa.

La osservo quasi sbalordito. Mi sembra di riuscire a scorgere per la prima volta la sua vera anima impavida. Le metto due dita sotto il mento per avvicinare i nostri volti e baciarla coma se fosse la prima volta; la mia lingua non chiede permesso nello schiudere le sue labbra e unirsi alla sua. Le mani piccole di Romi mi accarezzano il collo e i capelli, tirandoli leggermente. "Sono orgoglioso di te" le sussurro, staccandomi di poco da lei per poi tornare a ricoprire di piccoli baci le sue labbra. Lo sguardo commosso che mi rivolge Romi è più eloquente di mille parole; anche lei sembra trovarsi per la prima volta di fronte alla consapevolezza di chi è davvero e la felicità che si dipinge sul suo viso mi fa sperimentare cosa voglia dire avere lo stomaco attraversato da mille farfalle.

Forse davvero anche gli orrori più atroci possono scorrere e attraversarci senza abbatterci, anzi, rendendoci persino migliori, consapevoli di cosa siamo in grado di combattere e vincere. Forse, dopo il tormento può davvero arrivare il sollievo. Quando torno a premere le mie labbra su quelle di Romi, il mondo, con il nostro passato, presente e futuro, torna a scorrerci affianco, ma io e lei restiamo saldi nelle braccia l'una dell'altro.

"Ti fidi di me?" chiedo improvvisamente a Romi, dopo aver osservato insieme il fiume per un po', in silenzio, mentre il buio della sera scendeva

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"Ti fidi di me?" chiedo improvvisamente a Romi, dopo aver osservato insieme il fiume per un po', in silenzio, mentre il buio della sera scendeva. Lei mi fissa interrogativa, così le spiego: "Ho intenzione di fare una cosa e spero non mi prenderai per folle quando te la proporrò." Lei si dimostra disposta ad ascoltare l'idea che mi è balenata nella mente e che spero possa rompere definitivamente i fantasmi di vetro invisibile che l'anno inseguita per tutto questo tempo. 

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