Capitolo 62: Prima volta

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Dylan

E' ormai sera tarda quando riporto Tiffany a casa sua. Entra dalla porta sul retro, quella che introduce alla taverna della villetta unifamiliare dove vive. Faccio per salutarla, dandole un bacio delicato sulla guancia, ma lei non lascia la mia mano e mi trascina all'interno con lei. Il soffitto è basso e l'arredamento in legno conferisce un aspetto rustico e un'atmosfera calda alla stanza.

Tiffany accende la luce bassa, si volta e senza darmi il tempo neppure di reagire, preme le sue labbra contro le mie, in un bacio appassionato che fa presto incontrare le nostre lingue. Stringe le braccia attorno al mio collo e preme il suo corpo contro il mio. Dio, quanto mi era mancato questo contatto! La mia mente, che mi suggeriva di stare all'erta, si spegne e le mie mani si muovono istintivamente sotto la tshirt di Tiffany, la quale si solleva e incrocia le gambe attorno alla mia vita. Le accarezzo il sedere e stringo le sue cosce, realizzando quanto mi fosse mancata la sua pelle liscia e morbida. Mi toglie la giacca e sento le sue dita scorrere lungo la mia schiena, graffiandola al di sopra della maglietta, per poi spostarsi lungo il collo e tra i miei capelli, che tira con decisione. Senza interrompere il nostro bacio raggiungo il divano e adagio Tiffany sopra i cuscini, per poi sdraiarmi sopra di lei. Lei allarga le gambe e io istintivamente premo il bacino contro il suo e la sento gemere, mentre mi morde il labbro inferiore. Le accarezzo i fianchi pronunciati, affondando le dita nella sua pelle.

E' bellissima e incredibilmente sexy senza neanche provarci! Mi è mancata da morire e la desidero come se fosse la prima volta; voglio amarla di nuovo, da capo, ricominciando, per farle capire quanto significhi davvero per me, cosa che non ho mai fatto abbastanza.

Avverto i boxer farsi stretti e l'eccitazione aumentare, mentre mi abbasso a baciarle il collo fino a raggiungere la scollatura, che tento di scoprire tirandole la tshirt. Contemporaneamente faccio scorrere le dita sotto la maglietta fino a raggiungere il suo seno, che stringo al di sopra del reggiseno che indossa. Tiffany intanto mi accarezza l'addome, alzandomi la maglietta e succhiandomi la pelle del collo. Quando le sue mani mi slacciano la cintura e mi sbottonano i jeans, credo di poter raggiungere il culmine, nel momento in cui percepisco il suo tocco deciso su di me, facendomi diventare ancora più duro.

Non riesco a trattenere un gemito, seguito da un suo sospiro. "Tiff, è tantissimo che non scopiamo. Se fai così non riuscirò a resisterti" mi lascio sfuggire con voce roca. Lei ride contro le mie labbra, ma non demorde. Così sono io che decido di fermarla, scostandomi leggermente da lei. "Dobbiamo andarci piano" la ammonisco con uno sguardo malizioso e premuroso al tempo stesso.

La vedo interdetta per un secondo, poi si alza, appoggiandosi sui cuscini con i gomiti e mi guarda improvvisamente seria: "Non sei stato a letto con nessun'altra in questo periodo, vero?" mi chiede timorosa, riferendosi al tempo che abbiamo trascorso distanti l'uno dall'altra. Rimango stupito da questa sua insicurezza: "No, come avrei mai potuto? Io ti amo Tiff e non ho mai smesso. Anche quando non funzionava tra noi, soprattutto allora, ho capito che tu sei l'unica giusta per me, l'unica che desidero. Non l'ho mai fatto con nessun'altra" la rassicuro, accarezzandole una guancia. Lei mi sorride teneramente: "Nemmeno io in questo periodo sono andata a letto..." Ma io la interrompo, mettendole un dito sulle labbra: "Lo so." Non c'è bisogno che si giustifichi, tuttavia Tiffany continua ad affannarsi: "E mi dispiace per quello che è successo con O'Connor, circa un anno fa. Sai che ti ho mentito quando te l'ho confessato e non ho avuto modo di spiegarti come sono andate in realtà le cose. Mi rendo conto che all'epoca io e te ci frequentavamo già, ma forse nessuno di noi due era convinto di fare sul serio. So di aver sbagliato e per questo mi così dispiace tanto di averti tradito..." gli occhi le si riempiono di lacrime.

Mi siedo davanti a lei sul divano e la prendo tra le mie braccia: "Tiffany, voglio essere sincero: saperlo mi ha ferito, ma non ho il diritto di attribuirti alcuna colpa. Adesso sono semplicemente contento di sapere quello che è successo e soprattutto di sapere che appartiene al passato. Io e te siamo qui adesso e siamo in grado di impedire che più nessuno si metta tra noi. Questo è ciò che conta di più per me e spero che sia lo stesso anche per te." Tiffany annuisce rincuorata e mi da un bacio dolce.

Dopo un attimo di silenzio in cui i nostri occhi si cercano vicendevolmente, le confesso: "Tiffany, in questo momento ti voglio da impazzire" rido, ritenendo che possa percepirlo anche lei, standomi così vicino. "Ma voglio anche andarci piano, dando valore ad ogni momento che abbiamo passato insieme stasera e che trascorreremo insieme in futuro; aspettando di fare l'amore per renderlo più speciale che mai, come se fosse un'altra prima volta" le dico, dandole un bacio sulla punta del naso e sperando che non mi reputi ridicolo. Tiffany placa ogni mia insicurezza abbracciandomi forte: "Sei il primo che mi dice qualcosa di simile, Dylan, e questo mi conferma ancora una volta quanto tu sia unico e io fortunata ad averti. Ti amo tantissimo e sono d'accordo con te: voglio che ogni nostro momento sia speciale come mai prima d'ora." Mi bacia leggera sulle labbra e io le sussurro di amarla. Forse per la prima volta davvero.

LA VITA E' COME TE LA FAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora