Capitolo 27: Iniezione di vita

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Kevin

"Il Rodeo?!" Romi sgrana gli occhi di fronte all'enorme tensostruttura che si erge di fronte a lei. In realtà la sua esclamazione cela un certo entusiasmo, di sicuro superiore al timore che sembra non abbandonarla in nessuna circostanza, anche quando si è trattato di salire dietro di me sulla mia moto per arrivare qui.

L'odore acre del bestiame si insinua nelle nostre narici, mischiandosi a quello di fritto proveniente dai numerosi banchetti di fastfood situati intorno al tendone bianco. L'aria è polverosa a causa della terra sollevata dalla lieve brezza serale.

"Non ci sono mai stata!" esclama di nuovo, alzando il tono di voce per sovrastare il rumore che ci circonda. "Qualcosa me lo aveva fatto intuire!" sorrido e mi sembra che Romi si faccia ancora più piccola del solito, mentre si guarda intorno intimidita dalle urla degli avventori. Devo essere un folle per averla portata qui alla nostra prima uscita, eppure il rodeo è uno dei miei posti preferiti e il mio istinto mi suggerisce che questa è l'iniezione di vita di cui Romi ha bisogno. "Ascolta, non dobbiamo restare per forza, se pensi che questo posto sia troppo, possiamo andarcene anche subito" la tranquillizzo. Lei continua a spostare lo sguardo impazzito dalla folla ai recinti degli animali, alle bancarelle dove è possibile giocare al tiro a segno e scuote il capo: "No. Insomma, tu resti qui con me, giusto?" mi chiede innocente. Mi lascio andare in un sorriso: "Certo, sono qui per stare con te" le ribadisco.

Mi soffermo ad osservarla: ha una pettinatura diversa dal solito ed è davvero carina con un semplicissimo vestitino bianco, la giacca di jeans e gli stivali marroni. È perfetta per questo posto senza neppure saperlo. Mi accorgo che per la prima volta sono felice di trovarmi qui, in Texas, nella mia terra, da cui per molto tempo ho voluto estraniarmi.

"Che c'è?" mi chiede, quando si accorge del mio sguardo. "Sei davvero bella" le faccio notare, lei abbassa lo sguardo e arrossisce, poi per prima cosa porta le mani sull'orlo della gonna tentando di coprirsi le gambe, ma con me non ne ha bisogno. Le porgo la mano e con un cenno del capo le indico l'entrata, invitandola a seguirmi. Lei esitante intreccia le sue dita alle mie e annuisce con una luce nuova sul volto.

Vedo Romi superare convinta l'ingresso senza prestare attenzione ai due signori dietro a un banco di legno che aspettano di controllare i nostri biglietti. Per fortuna le nostre mani sono ancora strette l'una all'altra, così la fermo. "Romi, aspetta: dobbiamo pagare" le ricordo divertito. "Oh" lei appare sbalordita e un po' sperduta. Qualcosa mi suggerisce che quest'espressione stasera non la abbandonerà: sembra che Romi stia vivendo per la prima volta. Rido tra me mentre allungo un paio di banconote al tizio con lunghi baffi bianchi, il quale mi restituisce due biglietti. "Non sapevo si dovesse pagare: quanto ti devo?" chiede Romi con naturalezza. Sempre più divertito, le faccio capire il senso del mio invito e lei appare piacevolmente sorpresa quando capisce che la serata la offro io.

Ci rechiamo verso gli spalti, lontani dalla gabbia dei tori e in una zona piuttosto tranquilla, in modo che Romi possa godersi lo spettacolo rilassata. Attraversiamo la folla di cowboys, tutti con i loro ampi cappelli a falda larga, le camicie a quadri, i gilet in pelle, gli stivali a punta e i pantaloni con le frange. Romi tiene il capo chino e mi sta vicina, tentando di non sfiorare nessuno.

LA VITA E' COME TE LA FAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora