Capitolo 80: Gigante

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Romi

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Romi

Ormai il campo sportivo si è svuotato e io resto insieme a Dylan, Kevin e le loro famiglie. Dopo alcuni secondi di un silenzio un po' teso, Kevin scruta interrogativo suo padre, rivolgendogli un cenno. Jack così fa un respiro profondo e spiega quanto accennato in precedenza al fratello di Stephania. "Ho deciso di lasciare la squadra del liceo e di seguire Morris a Dallas; questo ragazzo ha talento e, se lui vorrà, sarò felice di poter continuare a consigliarlo" parla trattenendo il fiato. Riesco ad avvertire il disorientamento di Kevin, che stringo con un braccio attorno alla sua vita; per fortuna si trattiene dal reagire, così suo padre può proseguire con cautela. Guarda Sharon, la quale annuisce dichiarandosi d'accordo circa qualcosa di cui era già a conoscenza. "Tu Kevin andrai al college e anche io ho bisogno di iniziare una nuova sfida. So che mi hai sempre rimproverato il fatto di vedere la vita come una competizione continua, ma la verità è che mi sono accorto che qui sono solo: ho finito per allontanare tutti e competere unicamente con me stesso, esaurendo le forze. Io e tua madre siamo fieri e ci saremo sempre per te, ma non volgiamo più farti e farci del male". Jack O'Connor appare in difficoltà mentre cerca le parole giuste con cui concludere: "Vedi Kevin, riferendomi a ciò che tu ami tanto, è come se la nostra esistenza qui fosse un quadro in cui, poco a poco, vengono meno i personaggi e così anche il paesaggio si svuota e si spegne. Sentiamo tutti il bisogno di ricominciare a disegnare la nostra vita su una tela nuova". Osservo Kevin serrare la mascella, ma non per la rabbia, bensì per la commozione. Annuisce guardando il padre con gratitudine e orgoglio, forse capendolo un po' di più e sentendosi un po' più capito da lui.

Dylan doveva già essersi accordato con il suo allenatore, infatti si avvicina. "Grazie Coach, la sua guida sarà importante per me" gli dice, rincuorato di avere una persona che stima tanto affianco a sé nell'avventura che lo aspetta.

Kevin e Dylan si guardano seri per qualche secondo, in un'atmosfera di sospensione, per poi stringersi la mano e darsi vicendevolmente una pacca sulla spalla. Sono piacevolmente sorpresa e commossa nel vederli entrambi cedere e rinunciare alla loro ostilità. "Ricordati la raccomandazione che ti ho fatto" gli sussurra Dylan. "E tu ricorda la promessa che mi hai fatto" gli risponde Kevin. Non capisco a cosa si riferiscano, ma quando si allontanano hanno entrambi un'espressione rilassata e ciò è per me un altro regalo di questa bellissima giornata.

Io e Kevin siamo seduti presso la casetta di legno bianco che si affaccia sul fiume

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Io e Kevin siamo seduti presso la casetta di legno bianco che si affaccia sul fiume. Il posto in cui ci siamo parlati per la prima volta. Guardiamo il sole tramontare e il cielo tinto di un rosso accecante. Nei prossimi mesi mi mancheranno il bosco, il fiume, la natura, l'odore della terra bagnata, la vegetazione verde e lussureggiante.

Indosso la felpa nera di Kevin, che mi sono infilata non appena siamo tornati al villaggio di case mobili dopo la partita di questo pomeriggio. Quante emozioni! E' la prima volta che ho lo stomaco in subbuglio per la gioia.

"Assapora questa pace Kevin" mormoro, chiudendo gli occhi. "Siamo solo io e te, finalmente. Siamo stati fortunati, dopotutto" commento. Lo avverto cingermi le spalle e baciarmi una tempia: "Non è una questione di fortuna. La vita è come te la fai Romi e quello che abbiamo ce lo siamo guadagnato, sopravvivendo anche a quello che ci è stato tolto. Abbiamo imparato che è inutile lamentarsi di qualcosa che non si ha la volontà di cambiare. Ci vuole coraggio a vivere così, con consapevolezza e responsabilità" parla piano, con quel tono che riuscirà sempre a rassicurarmi.

Fissa i suoi occhi verdi nei miei azzurri e insieme i nostri sguardi sembrano voler dipingere tutte le sfumature dell'oceano più cristallino; poi cita le parole del mio saggio di fine anno che gli ho dato da leggere, tratte dalla storia epica che entrambi amiamo tanto: "Si dica che ho vissuto al tempo dei giganti. Quei giganti siamo noi, Romi. Noi insieme possiamo tutto e lo abbiamo già dimostrato." Preme le sue labbra sulle mie, con la stessa passione delle divinità scolpite nel marmo, forti e consapevoli della loro immortalità.

Ecco finalmente chiaro che nessuno di noi due ha bisogno di nient'altro; siamo due innamorati la cui storia resta incisa nell'eternità, al pari di un opera d'arte o di un poema epico, a partire da quest'unico momento, soltanto nostro.

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FINE

LA VITA E' COME TE LA FAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora